Mohammed sotto torchio: sa dov'è Osama di Paolo Mastrolilli

Mohammed sotto torchio: sa dov'è Osama IL «CERVELLO» DELL'11 SETTEMBRE SOTTOPOSTO A STRINGENTI INTERROGATORI Mohammed sotto torchio: sa dov'è Osama L'uomo di Al Qaeda ancora in Pakistan, prigioniero scomodo per Musharraf Paolo Mastrolilli NEW YORK «La Mente», come l'intelligence americana chiamava Khalid Shaikh Mohammed, è sotto torchio da qualche parte segreta, e gli investigatori sperano che li porti dritti da Osama bin Laden e dal mullah Omar. C'è stata un po' di confusione, ieri, sulla sorte del leader di Al Oaeda, che secondo la Già ha organizzato gli attentati dell'I 1 settembre 2001. Inizialmente una fonte del governo pakistano aveva detto che era stato consegnato agli americani, per essere sottoposto agli interrogatori in un posto segreto. Poi però il portavoce del presidente Musharraf, Rashid Oureshi, e il ministro degli Interni Falsai Saleh Hayat, hanno negato: «E' ancora nel nostro Paese, e una squadra congiunta sta conducendo l'inchiesta preliminare». Mohammed è nato in Kuwait da genitori pakistani, e in teoria il suo Paese d'origine potrebbe chiedere l'estradizione, per poi girarlo agli americani togliendo la pressione dalle spalle di Islamabad. Fonti del governo pakistano dicono di non poter garantire che domani sarà ancora sotto il loro controllo: di certo gli americani non hanno intenzione di portarlo nel territorio degli Stati Uniti, però vogliono spostarlo in un Paese terzo dove potranno interrogarlo a fondo, senza correre il rischio di provocare reazioni politiche pericolose. L'obiettivo, questa volta, è davvero grosso: si tratta di recuperare le informazioni che potrebbero bloccare i nuovi attacchi preparati da Al Oaeda in vista della probabile guerra in Iraq, e magari mettere le mani su Osama bin Laden e sul mullah Omar. Il deputato Porter Goss, ex agente della Già oggi presidente della Commissione intelligence della Camera, lo ha detto senza mezzi termini: «Ouesto arresto è molto importante e porterà presto ad altri interventi di grande successo». Goss ha dichiarato che la cattura di Mohammed «equivale alla liberazione di Parigi durante la Seconda guerra mondiale», e ha paragonato il suo ruolo a quello che il ministro tedesco della propaganda e dell'informazione Joseph Goebbels aveva nel circolo dei capi nazisti più vicini ad Hitler. Aldilà delle suggestioni, l'ex agente della Cia si è detto sicuro che i suoi ex colleghi sono già al lavoro con le informazioni raccolte nel covo dov'è avvenuta la cattura, e si aspetta novità anche nella caccia a Bin Laden: «Penso che Mohammed sappia dove si trova, e sospetto anche che fosse in contatto con lui». Goss non ha rivelato la fonte delle sue informazioni, ma la stessa percezione è stata confermata anche da Trent Loft, ex capo della maggioranza repubblicana al Senato: «Di sicuro la cattura di Mohammed ha messo in movimento Osama e i suoi collaboratoti più stretti. Su di lui c'è una taglia da 25 milioni di dollari, e gli spostamenti ci daranno l'opportunità di fare altri arresti». Anche dal fronte democratico, dove ci sono i rivali politici di Bush che avevano accusato il presidente di aver dimenticato la lotta al terrorismo per accelerare la resa dei conti con Saddam, sono arrivate valutazioni ottimistiche. Il senatore della West Virginia John Rockefeller, ad esempio: «Non vedo come Mohammed possa essere all'oscuro di dove si trova Osama bin Laden. Sono sicuro che stiamo cercando di ottenere da lui questa informazione». L'organizzatore degli attac- chi dell'I 1 settembre, sospettato anche di aver tagliato personalmente la gola al giornalista del «Wall Street Journal» Daniel Pearl, è stato catturato a Rawalpindi, nei pressi di Islamabad, ma gli uomini della Cia lo stavano inseguendo da alcuni giorni. Il 14 febbraio avevano fatto incursione insieme ai pakistani in una casa di Ouetta, vicino al confine con l'Afghanistan, perché una soffiata li aveva informati della sua presenza. Mohammed era riuscito a scappare, ma gli agenti avevano arrestato un egiziano, Abdul Rehman, che alla fine aveva rivelato la sua fuga. Un messaggio e-mail intercettato dalla National Security Agency avrebbe messo la polizia sulle tracce di Ahmed Abdul Qadus, il complice che lo aveva nascosto a Rawalpindi insieme a un mediorientale non identificato, che però, secondo le prime rivelazioni, si sta rivelando un altro personaggio importante di Al Qaeda. La famiglia di Oadus sostiene che lui è un ritardato mentale e smentisce ogni collegamento, ma è poco attendibile: la madre è uno dei leader del partito estremista islamico Jamaat-eIslami. Fonti di intelligence hanno rivelato che sul luogo della cattura gli agenti hanno trovato informazioni utili sul sistema di comunicazione di Al Oaeda, oltre a notizie rilevanti sui piani dell'organizzazione. L'intelligence americana, secondo Goss, teme attacchi contro gli Stati Uniti in vista della probabile guerra in Iraq, e anche una nuova offensiva dei taleban in Afghanistan: «Questo arresto dovrebbe metterci in condizioni di difenderci». Si spera di carpirgli informazioni utili a sventare nuovi attacchi programmati in coincidenza con la probabile guerra contro Saddam L'uomo è anche sospettato di aver personalmente tagliato la testa al giornalista del Wall Street Journal Daniel Pearl davanti ad una telecamera Khalid Shaikh Mohammed è nato in Kuwait da genitori pakistani: l'intelligence americana lo chiama «la mente»