« Gli Usa spiano telefonini ed e-mail all'Onu

« Gli Usa spiano telefonini ed e-mail all'Onu « Gli Usa spiano telefonini ed e-mail all'Onu Un giornale pubblica un documento dei Servizi, nel mirino gli ambasciatori NEW YORK «Come ormai avrete probabilmente già sentito, l'Agenzia sta montando una mobilitazione diretta in particolare verso i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu (meno Stati Uniti e Gran Bretagna, ovviamente) per raccogliere notizie sulle reazioni riguardo al corrente dibattito relativo all'Iraq, i piani di voto o qualunque intenzione correlata, quali politiche e posizioni negoziali vengono prese in considerazione, alleanze, dipendenze, eccetera. Insomma, tutta la gamma delle informazioni che potrebbero dare ai politici americani un vantaggio nell'ottenere risultati favorevoli agli obiettivi degli Stati Uniti, o prevenire sorprese». Se questo messaggio è autentico e significa davvero ciò che sostiene il domenicale inglese «Observer», potremmo essere davanti a una clamorosa gaffe, capace forse di rovinare i piani della Casa Bianca per la risoluzione delle Nazioni Unite che dovrebbe ajarire la porta alla resa dei conti con Saddam. Secondo r«Observer», infatti, queste parole sono state scritte il 31 gennaio scorso da Frank Koza, capo dello staff nella sezione «Regional Targets» della National Security Agency (Nsa), cioè l'agenzia supersegreta che gestisce lo spionaggio elettronico degli Stati Uniti. Le intercettazioni di cui si occupa la Nsa sono in particolare quelle telefoniche e quelle dei messaggi per posta elettronica. La sezione Regional Targets si occupa dei Paesi considerati strategicamente importanti per Washington al momento attuale, e le frasi erano parte di un messaggio inviato ai leader dell' intelligence americana e di tm «Paese amico», che quasi sicuramente è la Gran Bretagna. Dunque, cinque giorni prima della famosa presentazione all' Onu delle prove contro Ba¬ ghdad, fatta dal segretario di Stato Powell il 5 febbraio scorso, la Nsa mobilitava tutte le sue forze e quelle dei servizi amici, per spiare i Paesi del Consiglio di sicurezza. Nel testo si citano espressamente Angola, Camerun, Cile, Bulgaria, Guinea e Pakistan, ossia alcuni dei membri non permanenti considerati la chiave per ottenere i nove voti necessari a far passare la risoluzione che gli Stati Uniti intendono presentare. All' elenco degli indecisi, in realtà, manca il Messico, mentre la Bulgaria ormai viene considerata un'alleata sicura. Comunque l'obiettivo è chiaro: controllare tutte le comunicazioni delle nazioni chiave, per capire come intendono muoversi e quindi facilitare gli sforzi dei politici americani finalizzati a portarle dalla propria parte. Il messaggio invita a spiare anche altri paesi non membri del Consiglio, che però potrebbero avere influenza e rapporti particolari con quelli destinati a votare. Quindi sollecita gli agenti a non essere timidi, e controllare non solo le comunicazioni telefoniche e per e-mail degli uffici, ma anche quelle private nelle case. Koza avverte che per il momento l'iniziativa è informale, ma presto arriveranno disposizioni più precise dai canali ufficiali, e secondo r«Observer», alla fine, l'operazione è stata ordinata direttamente dalla consigliera per la Sicurezza nazionale Condoleezza Rice. Se la rivelazione fosse confermata, sarebbe una gaffe piuttosto imbarazzante per il governo americano: proprio mentre sta premendo su questi Paesi per convincerli ad approvare la nuova risoluzione, viene fuori che intanto spia anche le telefonate tra un ambasciatore e sua moglie, per sapere se per caso è lei che lo frena nella marcia su Baghdad. La notizia, infatti, ha provocato subito reazioni. Alcuni media britannici vicini al partito conservatore hanno accusato r«Observer» di essersi inventato il documento, perché c'erano errori nello «spelling» delle parole. Il giornale allora ha ammesso che aveva cambiato alcune lettere, per scriverle secondo la dicitura britannica, ma ha ribadito l'autenticità del documento e lo ha ripubblicato nella versione originale all'americana. Quindi ha confermato anche l'esistenza del signor Frank Koza, perché ha parlato col suo ufficio, mentre tre ex agenti verificavano il testo. E' una marcia indietro credibile? Probabilmente la risposta definitiva per chiarire questo giallo arriverà nelle prossime ore. Ma intanto gli ambasciatori del Consiglio di sicurezza avranno smesso di usare i telefoni anche per ordinare la cena. Una prima reazione ieri sera è venuta dall'ambasciatore cileno all'Onu, Juan Gabriel Valdez, uno dei presunti spiati: se i fatti rivelati fossero veri, ha detto, si tratterebbe di «un fatto deplorevole». [p. mas.] L'obiettivo sarebbe di scoprire e influenzare le posizioni dei Paesi che sono ancora incerti sulla seconda risoluzione «Operazione approvata da Condoleezza Rice»

Persone citate: Condoleezza Rice, Frank Koza, Juan Gabriel Valdez, Koza, Powell