SALGARI le ultime avventure

SALGARI le ultime avventure LA RISCOPERTA SALGARI le ultime avventure GIOVANNI TESIO Eccolo nelle edizioni torinesi Andrea Viglongo S- C. il terzo e ultimo volume dei «Racconti» che il padre degli eroi scrisse con lo pseudonimo di Guido Altieri per la «Bibliotechina Aurea Illustrata» dell'editore palermitano Salvatore Biondo, diretta da Emma Ferodi. Un modo per sfuggire al capestro dell'esclusiva che con tutta probabilità era stata sottoscritta - nel trasferimento da Torino a Genova - a vantaggio dell'editore Donath. Undicesimo della collana «Salgari S- Co.», il volume esce come i due precedenti a cura di Mario Tropea e completa la serie: ventitré racconti il primo, ventisei il secondo, diciotto il terzo, per un totale annunciato di sessantasette. I conti tornano. Dopo le filologie di Mario Spagnol, le bibliografie di Felice Fozzo, i restauri di Luciano Tamburini, le letture di Daniele Fonchiroli, i percorsi di Gian Faolo Marchi, la biografia di Roberto Antonetto e Giovanni Arpino, l'ammirazione attiva di un nugolo di cultori della materia che vanno all'assalto della diligenza con kriss affilatissimi e altre armi d'amore, anche il nome di Tropea, docente di letteratura italiana all'Università di Catania, s'inscrive dunque nell'albo della salgarofilia più attrezzata. Condannato alla sua officina dalle esigenze della vita e dall'avarizia degli editori, preso nelle tempeste delle sue ossessioni non meno che delle sue necessità, lui - il navigatore interrotto, il narratore dell'avventura, il capitano degli uragani inventati - si dedica al racconto scorciando le storie che nei romanzi dilata a più epiche proporzioni. Ma il suo mondo è sempre quello, anche se qui può accadere che si faccia più diretta e manifesta la presenza dei «piccoli lettori» cui i racconti sono indi rizzati. Non senza risparmio, tuttavia, di crani spaccati in due, di t jte troncate di netto da scuri taglienti, di cuoi capelluti sradicati con sapiente artigianato dello scalpo, di corpi impalati con ingiustizia sopraffina, di topi famelici che spolpano inesorabili i corpi sfracellati di un padre e una figha precipitati dalla coffa sul ponte della nave. Altro che lieto fine! Salgari sa inoltrarsi a modo suo nelle più segrete lande della paura e dell'orrore. Sa cogliere il brivido che viene (ad esempio, una storia di bare, di stive claustrofobiche, di fughe impossibili) dagli anfratti più reconditi dell'inconscio individuale e collettivo, buon alunno di Edgar Allan Foe. E in questo è un vero scrittore che proietta le sue storie nei brividi di un sogno pieno di inquilini inquietanti e strepito¬ si. I tre volumi di racconti finiscono così per diventare un inventario scorciato dei temi e delle imprese più tipicamente salgariane. Un universo battuto su meridiani e paralleli d'ogni dove: dal Tanganika al Maronì, dall'Africa intema e costiera all'Australia e alla Nuova Zelanda delle isole che bruciano, dall'Asia indiana e giavanese all'America del West o alaskana o canadese, dal paese degli Ascianti alle frontiere dell'Arkansas o al Circolo Polare, fino ai possedimenti francesi dell'America del Sud. La tensione del narratore di razza che mette spesso in scena un testimone oculare, un superstite, un protagonista che racconti in prima persona, è sempre a punto. Vecchi lupi di mare, cacciatori, balenieri, cercatori d'oro, pionieri, corsari d'acqua salsa e pirati del deserto, esploratori, allevatori, a contatto con una natura selvaggia e indomita, abitata da fiere e da inganni. Il bellissimo negro Sango che sfugge miracolosamente alla schiavitù, il gigantesco Ongo a cui in sei ore di supplizio incanutiscono i capelli, la signora Godin de Odonais che attraversa le immense foreste che separano il Ferù dalla foce «dell'immenso Amazzoni», lo sventuratissimo Fedro Serrano che pur facendo di più e di meglio di «Robinson Crusoè» non riesce ad evitare il naufragio dell'ironia. E ancora: Michele Salomeff e la gioia cruda del massacro di trichechi, mastro Pipone, Fopeye senza spinaci che vive un'incredibile vicenda di scimmie in atto di scimmiottare l'uomo. Ma poi anche la crudeltà dei pirati barbareschi del Riff, la megalomania sanguinaria del Napoleone nero vendicato con impareggiabile contrappasso di «giustizia africana», le fughe miracolosamente riuscite dallo scoglio del Diavolo, i naufragi, le secche, le bonacce, le derive, e tutt'insieme i drammi, le sommosse, i fenomeni naturali, gli atti del più sublime sprezzo o sacrificio della vita. Dovunque il respiro incalzante dell'ignoto, la lotta leale e a volte letale, l'eroismo che trova il suo sbocco, la vita che sempre consuma i suoi drammi, 1 invenzione che incendia l'impresa, la scrittura che le dà fiato, la mano dello scrittore che tracciando il segno dell'«avventura di carta» va incontro - con grande dignità - alla sua sconfitta. Esce nelle edizioni torinesi Andrea Viglongo S C. il terzo volume dei «Racconti» che il padre degli eroi scrisse con lo pseudonimo di Guido Altieri per la «Bibliotechina Aurea Illustrata» Costretto a vivere la giungla o la filibusta da un oscuro angolo di barriera, faticava su enciclopedie e atlanti mentre l'Esposizione Universale forgiava immagini di progresso Più di ottanta romanzi, più di cento racconti, più di venti illustratori, oltre dieci editori al momento della morte: dal '45 l'editore subalpino attinge a quel patrimonio e sue ossessiohe delle sue avigatore rratore apitanvencconstorie dilata orziondo è che se che si e maa dei i i , in ate di ienti, di dicati con ato dello scalti con ingiusti topi famelici orabili i corpi padre e una dalla coffa sul Altro che lieto oltrarsi a modo ete lande della e. 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Luoghi citati: America, America Del Sud, Arkansas, Australia, Genova, Nuova Zelanda, Tanganika, Torino, Tropea