«Coppa finita, tutto stravolto da denaro e cinismo» di Fabio Pozzo

«Coppa finita, tutto stravolto da denaro e cinismo» «Coppa finita, tutto stravolto da denaro e cinismo» Un promotore di Azzurra: «Sono scandalizzato». Soldini: «Sono primi perché sono stati i migliori» Fabio Pozzo «Sono scandalizzato, anzi incavolato. Come potrebbe essere, diversamente, chi come me ha fatto la vera Coppa America, quella ispirata alle regole dei fondatori? Come potrei sentirmi nel vedere un multimilionario svizzero che con quattro soldi compra un manipolo di mercenari e si porta il trofeo delle 100 ghinee tra le montagne del suo Paese?». Lo sfogo è dell'immobiliarista milanese Riccardo Bonadeo, che fu uno dei promotori dell'avventura di Azzurra. «La Coppa è terminata ad Auckland. Adesso sarà un'altra cosa. Sarà la Formula Uno del mare, come vorrebbe Ernesto Bertarelli, che ha sposato un'idea di Paul Cayard, ma non avrà più nulla a che fare con la tradizione, con le regole e con il fascino che avevano contraddistinto questo evento. La Coppa America significava una sfida tra nazioni, con i loro uomini, la loro tecnologia. Oggi tutto questo è stato stravolto dal denaro e dal cinismo». Bonadeo, appassionato di vela, armatore di «Rrose Selavy», un maxi-yacht pluridecorato, potrebbe anche essere fautore di una nuova sfida italiana. «Ne ho fatte due, posso fame tre. Ma a condizione che il Challenger sia al cento per cento italiano e che ci siano regole chiare. Mi può anche stare bene che non sia più la Coppa America, potrebbe anche andarmi meglio. Ma diciamo chiaro che è un'altra cosa». Non si scandahzza di nulla, invece, Cino Ricci, lo skipper di Azzura: «Se ci fosse stato un Bertarelli iraniano o irakeno la Coppa per me poteva anche andare in Iran o Irak. Perché dovrei scandahzzarmi? Qualcuno forse si è scandalizzato della Corea del Sud in semifinale ai Mondiali di calcio?». Dunque, con i soldi si può tutto? «Così va il mondo. Avviene in tutti gli sport. Però non è corretto dire che Alinghi ha vinto soltanto grazie ai soldi: Bertarelli ha saputo creare una struttura vincente. Anche Oracle, il team Usa, poteva contare su un budget stratosferico eppure è rimasto indietro». Ricci promuove anche la tradi- zione svizzera nella vela. «Ogni anno sul lago Lemano tiene banco una regata, la Boi d'Or, che richiama tremila velisti. Non hanno il mare: e che importa?». «Alinghi ha vinto perché è il team migliore», dice convinto Giovanni Soldini, gloria nazionale della vela oceanica. «Certo, c'è chi prepara la Coppa America con più mezzi e meno preoccupazioni... La Svizzera nell'olimpo della vela? Non vedo quale sia il problema». «Proprio a me parlate di svizzeri, mentre sto inseguendo l'elvetico Bernard Stamm?», se la prende invece Simone Bianchetti, il navigatore solitario italiano impegnato nell'Around Alone, il giro del mondo a scali. Simone ieri era al traverso di Buenos Aires, in terza posizione. «Ci vogliono i mezzi per vincere, ma bisogna anche saperli sfruttare al massimo. Quello che non è riuscito a Patrizio Bertelli, il patron di Prada». «Ma quali svizzeri? Si sono scontrati neozelandesi contro neozelandesi», dice Stefano Rizzi, ex di Luna Rossa, eroe di The Race, nuovo punto di forza del Sergio Tacchini Team. «Quel che mi scoccia di più è che un grande evento sportivo sia così condizionato dai soldi, a differenza di quanto avviene invece nelle classi olimpiche o nelle regate per barche monotipo». Un tasto, quello del denaro, sul quale batte anche Lorenzo Bressani, il velista che nel 2002 ha vinto tutto, dalla Barcolana agli Europei Ims. «La classifica della Coppa America rispecchia i budget che avevano a disposizione i team. Russel Coutts e compagni, però, non hanno sbagliato nulla, hanno dimostrato d'essere veramente i più bravi». Rizzi di Luna Rossa: «Macché elvetici, si sono scontrati neozelandesi contro neozelandesi Più che un evento sportivo, si è trattato di un evento economico» Giovanni Soldini Cino Ricci

Luoghi citati: America, Auckland, Buenos Aires, Corea Del Sud, Iran, Svizzera