Costituzione Ue, corsa contro il tempo per l'approvazione di Marco Follini

Costituzione Ue, corsa contro il tempo per l'approvazione GISCARD: IL RIFERIMENTO A DIO CI SARA NEL PREAMBOLO Costituzione Ue, corsa contro il tempo per l'approvazione 1187 emendamenti alla bozza, sull'esito della discussione pesano le divisioni sulla crisi irachena. Fini: «Metodo federale, l'Italia non fa marcia indietro, vogliamo solo evitare vecchie contrapposizioni» Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES «L'Europa non è stata mai così divisa e litigiosa come adesso, la crisi irachena ha messo a nudo differenze che forse non volevamo vedere, ma proprio per questo bisogna accelerare la riforma delle istituzioni dell' Unione». Gianfranco Fini ha' appena concluso il suo intervento di fronte alla Convenzione per spiegare gli emendamenti ai primi 16 articoli della Costituzione europea che ha presentato a nome del governo italiano e si unisce all'allarme lanciato da Valéry Giscard d'Estaing. Chi si ferma è perduto. La Uè sta rischiando grosso e dove lavorare per costruire il suo futuro, come in questa assise che è chiamata a scrivere il nuovo Trattato per farla funzionare a venticinque Stati tra poco più di uh anno, è meglio mettere da parte quello che divide. -Voglia di'compromesso, insomma. E Gianfranco Fini è venuto a Bruxelles per difendere i due che ha proposto sui temi più delicati affrontati finora. Dal riferimento alle «radici giudaico-cristiane» dell'Europa - che il vicepremier vuole inserire nell'articolo 2 della bozza di Carta costituzionale - a quello del «modello federale» dell' Unione che, invece, vuole eliminare dall'articolo 1. Una proposta, quest'ultima, che ha provocato polemiche anche all'interno della pattuglia degli italiani nella Convenzione e che ha spinto il leader dell'Udo, Marco Pollini, a un intervento di segno opposto in difesa del carattere federale definito «il pilastro principale della costruzione europea». Una spaccatura tra alleati di govèrno che sia Fini che Follini hanno voluto ridimensionare. Ma che resta. «Gli emendamenti presentati da Fini sono un'iniziativa del governo che ne ha discusso in Consiglio dei ministri», ha detto Follini che ha, però, rivendicato il diritto al dissenso: «Anche gli altri membri della Convenzione sono qui con le loro idee per dare un contributo che ci avvicini a una conclusione positiva. Mi pare che lo faccia¬ mo tutti con lo stesso spirito e non vedo distanze abissali». Gianfranco Fini per bagnare le polveri della polemica ha spiegato che l'obiettivo dell'emendamento è «evitare la vecchia contrapposizione tra metodo confederale, o intergovernativo, e metodo federale, o comunitario». Perché, dice Fini, «non ò il caso di dividersi su questioni nominali» ed è più opportu- no «rinunciare a usare sia l'una che l'altra espressione». Contro il riferimento al «modello federale» si sono pronunciati trenta delegati alla Convenzione - «quasi un terzo del totale», nota Pini - e, in particolare, gli inglesi che non vogliono accettare richiami a sistemi che in qualsiasi modo possano far pensare a una Europa superStato. L'emendamento italiano «viene incontro a queste esigenze», ma secondo Fini «non modifica l'idea più volte espressa di un'Europa che sia federazione di Stati: una formulazione chiara sul piano politico ma, a detta dei costituzionalisti, impropria sotto l'aspetto giuridico». L'importanza del vincolo europeo, dice il vicepremier, è poi sottolineata dagli altri articoli della Costituzione che fissano i pote- ri dell'Unione: «Quelli contano, non le dispute lessicali». Sulla sostanza della costruzione europea non c'è «marcia indietro» dell'Italia, assicura Fini. Dei 1187 emendamenti che si sono abbattuti sui primi 16 articoli della bozza costituzionale - e che costringeranno a due sedute straordinarie il 5 e il 26 marzo - il numero maggiore era rappresentato da quelli per inserire nell'articolo 2 (sui valori dell'Europa) le «tradizioni spirituali e religiose». Per Antonio Tajani, vicepresidente del ppe e presentatore di tre degli emendamenti, alla fine Valéry Giscard d'Estaing ha accettato un compromesso. Il richiamo ai valori religiosi e spirituali ci sarà nel preambolo della Costituzione perché - come ha ripetuto Giscard - l'articolo 2 «non è il posto adatto in quanto elenca i valori condivisi che saranno anche base giuridica per possibili procedure di sospensione dalla Uè». E' una soluzione che anche Fini ha definito «non quella che preferisco, ma un punto possibile di sintesi». E che si accompagnerà alla tutela dello statuto delle Chiese già riconosciuta dal Trattato di Amsterdam. Follini rivendica il diritto al dissenso: occorre il riferimento a un'unione federale I presidente di An Gianfranco Fini e il leader dell'Unione di Centro Marco Follini I presidente di An Gianfranco Fini e il leader dell'Unione di Centro Marco Follini