Oggi il primo giudìzio per il «furto del secolo»

Oggi il primo giudìzio per il «furto del secolo» LA POLIZIA NON HA ANCORA RIVELATO I NOMI, MA SI CONOSCE L'IDENTITÀ' DI DUE DEI QUATTRO ARRESTATI Oggi il primo giudìzio per il «furto del secolo» Le prove dell'accusa contro la banda torinese Giorgio Baliario Sono torinesi i sospettati del «furto del secolo» al Diamond Center di Anversa, in Belgio. Dopo aver trascorso cinque giorni in carcere in stato di fermo, 'questa mattina le due coppie accusate di aver fatto sparire dai caveaux della città fiamminga diamanti e preziosi per circa 118 milioni di euro (quasi 230 miliardi di vecchie lire) compariranno di fronte alla Camera di Consiglio del tribunale belga, che dovrà decidere se convalidare o meno l'arresto. I presunti «Arsenio Lupin» con passaporto tricolore sono Leonardo Notarbartolo, 50 anni, residente a Trana, con qualche precedente penale; la moglie Adriana Crudo, di 48 anni, e Antonio F., definito dagli organi d'informazione belgi «un banchiere d'origine siciliana». La quarta persona fermata è la convivente di quest'ultimo, di nazionalità olandese. Secondo gli indizi raccolti dalla polizia di Anversa con il coordinamento del giudice istruttore Guy Thys e del procuratore Frangois Corazza, i tre torinesi avrebbero avuto un ruolo fondamentale nel clamoroso furto, avvenuto il 16 febbraio. II maxi-colpo è stato scoperto il giorno successivo, quando il centro ha riaperto i battenti dopo la chiusura del fine settimana. La maggior parte delle cassette di sicurezza custodite nei caveaux dell'impianto - 123 su 160 - erano slate svuotate del loro prezioso contenuto: diamanti, gioielli, lingotti d'oro e azioni. Un bottino che secondo le prime stime potrebbe ammontare a quasi 120 milioni di euro. Gli inquirenti belgi sono convinti che tutti i sospetti convergano sui tre italiani e sulla olandese: secondo la polizia, per preparare al meglio il furto avrebbero preso in affitto una delle cassette di sicurezza del Diamond Center e da circa due anni avrebbero aperto una fittizia società di import-export di pietre preziose, con uffici sempre all'interno della Borsa dei diamanti di Anversa. Il colpo è stato portato a tennine da una banda di veri professionisti del furto, forse con l'aiuto di una «talpa» all'interno del Diamond Center. Il sistema di allarme è stato messo fuori uso e prima di andarsene i ladri hanno persino cambiato la registrazione della videocamera a circuito chiuso relativa al weekend di San Valentino, sostituendola con un'altra precedente. La porta della cassaforte centrale, dalla quale si accede a tutte le altre, è stata trovata aperta: nessun se- gno di effrazione, tanto meno di impronte digitali. Dopo la telefonata di venerdì scorso, nella quale il padre annunciava il felino, i due figli di Adriana Crudo e Leonardo Notarbartolo hanno atteso invano altre notizie dal Belgio. Ma nessuno si è fatto vivo. Così hanno informato dell'accaduto il loro legale di fiducia. l'avvocato Basilio Poti, che ha cercato inutilmente di mettersi in contatto con la polizia e la Procura di Anversa. Fino all'udienza di convalida gli indagati non possono incontrare né parlare con i loro difensori. Leonardo Notarbartolo, ex orefice e rappresentante di preziosi, ha già avuto guai con la giustizia ma non ha mai subito condanne pesanti. Un furto d'auto da giovane e poi, all'età di 29 anni, l'accusa più grave: quella di aver partecipato nell'81 alla rapina di un miliardo in una gioielleria di Modena. Ma al termine di un lungo processo, grazie anche alla difesa degli avvocati Antonio Foti e Aldo Albanese, i giudici lo mandarono assolto. Dieci anni più tardi, nel '90, venne processato per un furto (ancora gioielli) ad Ancona. Dopo qualche mese agli arresti domiciliari, se la cavò con una lieve condanna e l'affidamento in prova ai servizi sociali. Da allora, almeno in apparenza, ha sempre rigato dritto. A metà Anni 90 avvia un'attività di commerciante di pietre preziose in Belgio e inizia a far la spola fra la villa di famiglia di Trana e l'antico ghetto ebraico di Anversa, dove transita l'BO per cento del commercio mondiale di diamanti. Una vita da «pendolare» bruscamente interrotta venerdì scorso dalle manette della polizia belga. teonardo Notarbartolo e la moglie Adriana ai tempi del primo arresto dell'uomo Il furto di Anversa è avvenuto secondo un plano minuzioso, che richiedeva l'aiuto di una o più talpe interne