Un'insalata di radicchio può costare una fortuna

Un'insalata di radicchio può costare una fortuna SAPER SPENDERE Un'insalata di radicchio può costare una fortuna Simonetta STAMATTINA, martedì 18 febbraio, sono andata al mercato della Crocetta e siccome amo tutti i tipi di insalata e in particolare il radicchio di Treviso (quello vero, con foglie sottili lunghe un po' ricurve in cima, coste bianche sottih, sono moglie di un veneziano e lo conosco bene). Ho chiesto il prezzo (non era indicato e neppure la provenienza, la categoria eco). La venditrice mi ha risposto: 20,00 euro il chilo. Sono rimasta allibita e naturalmente non l'ho comprato. A gennaio avevo già notato che sui mercati come nei negozi variava tra i 15 e i 18 euro. A Bologna l'ho trovato a 5,90. Poi a Venzia in febbraio il prezzo al. dettaglio variava tra i 3,50 e i 5 euro al chilo. Mi domando come sia possibile una differenza così elevata. Se io abito a Torino non posso magiare quanto radicelo vogho senza spendere un patrimonio?». Così l'e-mail di Laura Dematteis (altre segnalazioni sul caro euro continuano a arrivare al telefono 011-6568226, aolo il lunedì e il venerdì, ore 10,30-14,30). Abbiamo chiesto un parere a Vittorio Gambino, segretario dei mercati per la Confesercen- ti. «Il radicchio di Treviso, piccolo a filo, è sicuramente il più caro: è raro sui mercati rionali e se ne trova poco anche ai mercati generali. E' una produzione altamente specializzata che richiede una lavorazione partico: lare. In pratica, il mercato richiede più di quanto non sia l'offerta e così i prezzi lievitano. Colpa anche di questo inverno con clima rigido in molte zone e piogge intense in alcune regioni al Nord come al Sud. Certo 20 euro il chilo è un prezzo eccezionale ed ha fatto bene la signora a non comprarlo. Comunque i prezzi variano a giornata, si trova del buon radicchio rosso, magari non di Treviso, tra i 2,50 e i 5 euro. Personalmente ho comprato del radicchio di Chioggia, quella forma tonda che alcuni chiamano 'orchidea' a un euro. Bisogna tener conto dei prodotti di stagione, forse troppi di noi se ne sono dimenticati». Abbiamo dato un'occhiata al sito di Ismea (www.ismea.it) e ai dati dell'Osservatorio sui prezzi all'ingrosso. Il fistino del 24 febbraio per il mercato all'ingrosso di Torino portava queste rilevazioni: radicchio di Chioggia, provenienza Abruzzo, 1,1 euro; radicchio di Treviso precoce, provenienza Veneto, 2,3 euro; radicchio di Treviso tardivo, provenienza Veneto, 5 euro. Tutti segnalati come categoria di 1 " qualità. E nel listino del 17 febbraio i prezzi erano sempre 1,1 per il radicchio di Chioggia, 2 euro per il precoce di Treviso, 4,5 per il Tre viso tardivo. Per telefono abbiamo parlato con Antonio De Pieri, membro del consiglio direttivo dell'associazione produttori radicchio rosso di Treviso. «Le nostre produzioni sono: il radicchio precoce di Treviso che finisce ad agosto-settembre, è amarognolo, meno croccante, e non piace più molto. Si riconosce dalla forma 'a pannocchia' con foglie più larghe e il suo prezzo alla produzione va intorno a 0,80-1 euro il chilo e al dettaglio, nella zona del Veneto, si vende intomo ai 2,20-2,50 euro. Adesso c'è anche un tardivoprecoce a costa più larga e più corto, prodotto con semi selezionati, che finisce però intomo a Natale. C'è poi il radicchio tardivo, detto anche spadone, che è in vendita alla produzione fino a fine marzo. Ieri (lunedì 24 febbraio, ndr) il prezzo alla produzione variava tra 1,50 e 2 euro il chilo. Al dettaglio, nella nostra zona, si trova da 3-3,20 euro fino a 5 euro in media. Queste sono indicazioni riferite al Veneto; per il prodotto che arriva su mercati più lontani come Torino bisogna tener conto del costo dei trasporti e del deterioramento del prodotto fresco che ha una durata limitata, al massimo 8 giorni». E per il dettaghante che non lo smercia rapidamente lo scarto sale e aWae il prezzo. «Ma di radicchio di Treviso a 20 euro il chilo non avevo ancora mai sentito parlare - dice Antonio De Pieri -. Certo trasporto e conservazione incidono sul prezzo, ma mi sembra veramente molto caro». Che fare? Non compriamolo. simonetta.conti@lastampa.it

Persone citate: Antonio De Pieri, Laura Dematteis, Vittorio Gambino