Moggi: una lezione che fa meditare di Fabio Vergnano

Moggi: una lezione che fa meditare IL DG BIANCONERO ANALIZZA IL DOPO MANCHESTER E PENSA AL DEPORTIVO: «SE NON LO BATTIAMO E' INUTILE AVERE AMBIZIONI» Moggi: una lezione che fa meditare Oggi Del Piero ritorna in campo Fabio Vergnano TORINO Ancora una volta il destino europeo della Juventus è condizionato dall'esito di una partita. Non proprio l'ultimissima, come è già successo in passato. Serve comunque una vittoria con il Deportivo La Coruna per non uscire di scena. E quando si arriva all'ultima spiaggia, i bianconeri non possono dire di essere sempre stati bravi e fortunati. Riavvolgendo il nastro dei ricordi, si può partire dalla stagione 98-'99 quando dopo l'I-l dell'andata la Juve doveva battere proprio il Manchester United per arrivare alla finale di Champions e uscì dal Delle Alpi con un 2-3 che la condannava. E ancora: nel marzo 2000 (quarti di Coppa Uefa) la Juve di Ancelotti si presentò a Vigo forte dell'1-0 di Torino e uscì dallo stadio Balaidos con un avvilente 0-4 condito da espulsione e scenate isteriche di Monterò. Avanti. Novembre 2000, ovvero primo girone di Champions. I bianconeri ancora targati Ancelotti furono travolti ad Atene dal Panathinaikos per 3-1 in un'altra sfida all'ultimo sangue ed estromessi dalla competizione europea più prestigiosa. Il ritomo a Torino finì in rissa con i tifosi. Monterò e Fonseca ebbero un vivace faccia a faccia con gli ultras arrivati a Caselle nel cuore della notte. Alla Juve facciano pure gli scongiuri perchè c'è dell'altro. Siamo al marzo 2002, c'è Lippi al tunone, c'è anche la pesante sconfitta di Leverkusen (1-3) e a nulla servirà battere poi l'Arsenal in casa per evitare un'altra eliminazione. Come si vede la Juve non è irresistibile quando la storia le impone di essere spietata. Per questi allarmanti precedenti è normale che nella tifoseria ci sia un minimo di apprensione in vista della partita con i galiziani. Anche perchè questa squadra puntuale come un cronometro svizzero in campionato, finora nel secondo turno di Coppa ha ottenuto una vittoria (4-0 al Basilea), poi due sconfitte e un pareggio. Pare che l'Europa metta a nudo i limiti dei bianconeri, nascosti o comunque meno evidenti dentro i confini con un atteggiamento da quasi provinciale - che a. quanto pare ben si adatta al nostro campionato. Mercoledì, giornata del silenzio e della meditazione. Ieri nessuna dichiarazione degli sconfitti. Allenamento leggero, visita di Luciano Moggi alla truppa: domenica c'è l'Inter e occorre ritrovare la forza per portare il colpo del ko a una delle rivali per lo scudetto. Sorpresa: ieri si è allepato anche Del Piero, che oggi giocherà un tempo contro la Berretti bianconera. Nessuna voglia, da parte di Moggi, di esaminare pubblicamente gli errori, a cominciare da quelli di Lippi che, prima di tutto, forse ha sopravvalutato la condizione di giocatori reduci dal virus influenzale. Molta voglia di attribuire alla sfortuna la causa principale della più pesante sconfitta casalinga nelle coppe europee. Moggi, come sempre in queste occasioni portavoce ufficiale della società, ammette: «Ci sono stati pali e paletti, un rigore negato. Episodi sfavorevoli che potevano cambiare la partita. A volte gira bene, altre no. Certo è una sconfitta che resterà nella memoria e ci servirà per la prossima partita». In ordine di tempo per l'Inter, anche se è soprattutto al Deportivo che allude il dirigente bianconero, sfida cui anche Moggi attribuisce significati particolari. Con un messaggio preciso alla squadra: «Se non si vincono partite come questa è inutile'che poi si aspiri a certi traguardi». Un modo per mettere la squadra di fronte alla proprie responsabilità, un invito a comportarsi da Juve. Intanto si pensa all'Inter: «In questo momento meno chiacchiere si fanno meglio è. Avremo modo di riparlarne». Una promessa che diventa anche una minaccia per i reduci dall'umiliante 0-3 di mercoledì. Alessandro Del Piero in allenamento: oggi verifica in partita le sue condizioni

Luoghi citati: Atene, Basilea, Europa, Torino