A sei anni l'amico è in Rete di Daniela Daniele
A sei anni l'amico è in Rete IL CONGRESSO DELLA SOCIETÀ' DI PSICOPATOLOGIA: ECCO LE REGOLE CONTRO L'ASSUEFAZIONE A sei anni l'amico è in Rete Cresce la Internet-dipendenza dei bambini Daniela Daniele ROMA ir fenomeno corre in Rete. Si moltiplica e in certi casi produce autentiche psicopatologie on fine. Prende forma, così, la nuova dipendenza tecnomediata. E' uno degli argomenti affrontati all'ottavo congresso della Società italiana di Psicopatologia, in corso a Roma. Forme curiose e intriganiti di dipendenza che irrompono nel campo dei rapporti interpersonali. E che preoccupano, soprattutto quando a essere coinvolti sono i più piccoli. «In un gruppo di bambini che abbiamo esaminato r riferisce il professor Tonino Cantelmi, psichiatra dell'Università Gregoriana - il 15 per cento di tutti i contatti via Internet da parte dei piccoh, in età compresa tra i sei e i nove anni, era mirato a cercare amicizie. Ci sono poi bambini ipertecnologici, che nel nostro campione rappresentavano il cinque per cento, nella stessa fascia d'età, che non solo navigano in Internet, ma utilizzano i videogiochi, i telefonini e gli Sms». Ragazzini che, fin dalla più tenera età, imparano a mediare le loro relazioni attraverso la tecnologia. «Inoltre - sottolinea lo psichiatra -, laddove i bambini si servono di Internet, guardano di meno la televisione». Perché la tv non interagisce e non "risponde" ai loro appelli? «Certo, la Rete intercetta bisogni formidabili -conferma il medico - e questo sta a dimostrare, una volta di più, che i nostri figli si sentono tremendamente soli». Come difènderli? «C'è poco da fare - secondo lo specialista -. Si tratta di imparare a far convivere due mondi. Bisogna insegnare ai piccoli che, se è molto bello muovere il mouse e far apparire sullo schermo un prato verde, è molto bello, anzi forse di più, correre su un prato vero, annusarne i profumi, respirare l'aria». La generazione post-digitalica, del resto, si comporta di conseguenza. A tre anni, un bambino sa usare il mouse, a quattro-cinque anni impara a servirsi dei programmi di grafica, a sei incomincia a navigare in Rete, dopo aver trascorso già molto tempo con i videogiochi ed essersi, pertanto, rapportato a varie realtà virtuali. «Un bambino in queste condizioni spiega Cantelmi - sviluppa una mente molto più percettiva, con delle abilità straordinarie, ma senza le capacità simboliche che la generazione precedente ha invece sviluppato con la lettura dei libri. Avremo, quindi, una propensione digitalica che oggi, quando si manifesta negli adulti, può avere conseguenze gravi». E' il caso della dipendenza da informazioni, «com'è capitato a un mio paziente - ricorda lo psichiatra -, uh professionista che non riusciva più a staccarsi dal video, alla continua, ossessiva ricerca, in tutti i siti possibili, di notizie relative al clima. Questo può accadere quando un adulto si confronta con una tecnologia straordinaria. Mentre i bambini, oggi, con quella stessa tecnologia crescono». Ma il rischio, anche per i minori, è di perdere il senso della realtà. «Infatti - continua il medico - da uno studio che ha condotto il mio gruppo è risultato che coloro che navigavano di più sviluppavano maggiori punteggi ai test per la depressione». Come si spiega? «E' semplice: la vita virtuale è talmente bella che quando si fa ritomo in quella reale si finisce per deprimersi». Internet è il grande amplificatore delle emozioni, soprattutto per coloro che soffrono di "patofobia dell'incontro", perché si sentono inadeguati di fronte al giudizio degli altri, non rispondenti ai canoni di j sex appeal che la pubbhcità continua a inculcare. Un dato fa riflettere: l'SS per cento delle donne che navigano in Rete lo fa in cerca di avventure, di relazioni sentimentah o soltanto di amicizie. Per dirla con le parole del professor Cantelmi, sul piano delle relazioni umane «stiamo diventando sempre più incompetenti». «Il rischio è di perdere il contatto con la realtà Chi naviga è più esposto ad attacchi di depressione» I bimbi sono spesso vittime della Rete
Persone citate: Cantelmi, Ragazzini, Tonino Cantelmi
Luoghi citati: Roma
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