Il lungo abbraccio di Roma al suo «Albertone» di Michela Tamburrino

Il lungo abbraccio di Roma al suo «Albertone» FOLLA IMPONENTE, IN PIAZZA I MAXISCHERMI RIMANDANO STRALCI DEI SUOI MOMENTI MIGLIORI Il lungo abbraccio di Roma al suo «Albertone» 150 mila alla camera ardente, esequie a San Giovanni in Laterano, diretta tv Michela Tamburrino ROMA L'Italia di Albertone è tutta li. Ondeggia nella fila sghemba che porta da piazza Venezia al Campidoglio. Nonostante sia notte fonda, il flusso umano non accenna a diminuire. Battono le mani, i piedi, i denti. Fa freddo. In colonna per ore e davanti alla salma, solo pochi secondi, il tempo di lasciare omaggi infantili, fiori, quasi a coprire il feretro che adesso è sistemato più in alto, giusto per nascondere un refrigeratore utile per mantenere il corpo intatto nonostante il passare dei giorni. Il club dei Vitelloni non vuole si senta solo, qualcuno ha sistemato una rassegna stampa completa sottolineando a pennarello i passaggi migliori. Il comico Bertolino ex Jena, la risata lumbard, appare alle 3 del mattino, pensava ci fosse meno gente ma non è così. Stesso ragionamento l'avevano fatto Giuliano Gemma e Leo Gullotta, mischiati tra gli altri verso mezzanotte. In piazza i megaschermi rimandano stralci del Sordi migliore, da «Un americano a Roma», fino al Tuca-Tuca ballato con Raffaella Carrà. Un gruppo di ragazzi si è attrezzato con seggioline e generi alimentari: «È una festa triste ma è una festa». Allora ci stacene anche il vino. Così, quando è il loro turno, depongono una bottiglia di vinojirp^so^esfaese con.rij^upagine'di'Soriim" etichetta. La scritta recita: «E famme un piacere, bevitelo tu e Gassman che sennò ce rimane male. Al film dicevi: "E famme beve uh bicchiere de Gesanese de Olevano". Eccolo è per te». Firmato Vincenzo, Carmela, Cecilia, Pino, Enrica. Fa il paio con un pacco di spaghetti arrotolato col bighetto: «M'hai provocato e mo' me te magno». Passano e poi firmano rt^stri e libretti, consumano trecento pen¬ ne, facendo un conto approssimativo, sfilano 35 persone al minuto, 1.800 l'ora. Fino a mezzanotte lo avranno salutato duecentomila persone, duecentomila baci e molte più lacrime. Ci si interroga su quanti saranno i romani che oggi assisteranno alle esequie, si dice oltre mezzo milione. Il feretro partirà senza corteo alle 9 dal Campidoglio, direzione, la Basilica di San Giovanni in Laterano a piazza San Giovanni. Il rito funebre inizierà alle 10, trasmesso in diretta da Raiuno e Retequattro. A presiedere i funerali il cardinale vicario Camillo Ruini, a concelebrarlo il vicegerente monsignor Cesare Nosiglia. Coro di trenta elementi e orchestra. Sarà presente Ciampi che assisterà anche alla commemorazione in piazza, dopo i funerah. A ricordare Sordi dal palco, il sindaco Veltroni, Verdo¬ ne. Scola, Proietti e il ministro Urbani. Il pianto è trasversale, si commuove l'ordinary people, si commuovono i personaggi noti che, unico caso a memoria d'uomo, nessuno ferma per chiedere autografi. Si asciuga le lacrime Zingaretti e se le asciuga Rosi che non stacca gli occhi dal rosario umile che Sordi ha intrecciato tra le mani. Si commuove Susanna Agnelli: «Lo conoscevo, era una persona disponibile. Lui e mio fratello Gianni hanno segnato un'epoca che adesso è finita. Lasciano un gran vuoto». Anche Formigoni ha il groppo in gola: «Lo avevo incontrato, gli avevo stretto la mano. Mai una volgarità, sempre lieve. Sordi era un grande italiano. Non è vero che è morto l'unico romano simpatico come ha scritto La Padania. Lui era simpati- co anche perché era romano». Leonardo Pieraccioni lo vuole più grande ancora di Totò: «Dopo il successo del "Ciclone" presi coraggio e gli chiesi di conoscerlo. Fu come per un credente incontrare Padre Pio. Da Cannavota, il suo ristorante preferito. Mi spiegò l'arte di non perdersi mai la quotidianità». Per Bassolino invece c'è parità con Totò: «Insieme sono stati i più straordinari interpreti di vizi e virtù italiani. Guardi che faccia straordinaria ha Sordi anche da morto. Sembra prenderti in giro mentre lo guardi». Mette la parola fine ai confronti Liliana De Curtis, figlia di Totò: «Di una cosa sono certa, papà e Alberto dove sono adesso si raccontano tante cose divertenti e chissà che commenti faranno su di noi». Arriva Sabrina Ferilli in jeans e qualche lacrima. Si ferma più a lungo il presidente della Corte Costituzionale Riccardo Chieppa, Carlo delle Piane ha solo un rammarico: ('Abbiamo lavorato insieme negli anni '50 e io ero ancora professionalmente immaturo. Ora mi sarebbe piaciuto girare un film con lui. Aveva difficoltà a farsi produrre i film negli ultimi anni. È vero, il nostro ambiente è di grande cinismo e stupidità». Molta ufficialità, quasi nascosto invece un momento privato. Alle 17 di ieri una messa nella sala rossa del Campidoglio a pochi passi dalla camera ardente. Una trentina in tutto, la sorella di Sordi, gli infermieri, Vincenzo Crocitti, Max Tortora, l'imitatore di Sordi, Sebastiano Somma, Armando Trovatoli, Landò Fiorini. Officia don Giovanni D'Ercole che legge la lettera di San Paolo ai Corinzi e nell'omelia invita a seguire la semplicità di Sordi. Oggi invece i funerali ufficiali nella Basilica di San Giovanni dove prima solo Eduardo, restando nella categoria spettacolo, aveva avuto l'onore d'essere accolto. Presiederà i funerali il cardinale Ruini, terranno le commemorazioni Veltroni, Verdone, Scola Proietti e Urbani lina folla imponente ha salutato Alberto Sordi SPETTACOLO 0 Carlo Verdoni (relatore) H* Ettore SCOLA "(relatore) H Gigi PROIETTI " (reilatbre) i f| Aurelio DE LAURENTIIS O Luigi MAGNI J A Stefania WiSANDREULI A Vittorio IffCECCHIGORI POLITICA iPresitiente della Repubblica Carlo Azeglio CIAMPI residente del consiglio Silvio BERLUSCONI ier Ferdinando ÌCASfiN|:| Martello PERA

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