guerra e pace di Monica Perosino

guerra e pace guerra e pace Monica Perosino OTTA e impegno civile, partecipazione e dissenso, guerra e pace. I ragazzi non fanno che parlare di questo, divisi, come tutti, tra chi .. è contro la guerra e chi ritiene che l'attacco all'Iraq sia l'unica via per evitare conflitti ancora più grandi. Con questa pagina, MondoScuola dà voce ad alcuni di loro, presi a simbolo di un dibattito diffuso nelle scuole come nel paese. C'è chi è con Bush, chi è cinico e chi ritiene giusto fare qualcosa per la pace. A scendere in piazza hanno cominciato, in concomitanza con le manifestazioni del 15 febbraio, gli studenti del Liceo Gioberti. E lo hanno fatto con un' iniziativa originale: la lettura di testi sulla pace di fronte alla scuola e, sfidando il freddo, la composizione con i propri corpi della scritta «Pace» sotto gli studi Rai di via Verdi. Adesione totale di allievi e professori, le uniche defezioni sono state quelle di chi era partito per Roma, come Alberto, Virginia, Cecilia, Michele e Andrea che sono saliti sui treni speciali di «Non nel mio nome - Torino contro la guerra», il cartello di associazioni, partiti e movimenti studenteschi che da ottobre costituisce un punto di riferimento per chi vuole esprimere il proprio dissenso. A Torino, il 15 febbraio, c'erano anche tanti studenti della provincia, chi ha viaggiato da solo con il pullman, chi in treno con i compagni di classe: un «movimento» spontaneo, autogestito, in gran parte frutto di iniziative personah e vogha di esprimere le proprie opinioni. Un esempio? Isabel, Palma, Roberta e Chiara sono arrivate dalla Val di Susa. Avvolte nelle bandiere della pace discutevano di commercio equo e solidale, di diritti umani e di responsabilità civile: «Le piazze sono ancora uno strumento per cambiare le cose e, allora, eccoci qua. Magari qualcuno ci ascolterà...». Bombe, valori e grandi bugie «Abbiamo paura della guerra, ma più ancora di questo mondo di paradossi e bugie. Non siamo antiamericani, come dice chi vuol fare propaganda, e non siamo amici di Saddam. Ma ci disgusta il falso orgoglio del governo americano e ci sentiamo impotenti verso chi pretendere di riconoscere a questo orgoglio una qualche legittimità. E poi siamo un anche un po' egoisti, e pur sempre occidentali: le bombe le conosciamo solo grazie ai film e non le vorremmo sotto casa. Vogliamo si ricordi che malgrado il suo -ismo, il pacifismo non è un movimento politico o un avversario: è il segreto della civiltà. E non è certo un segreto da custodire» Elettra e Andrea De Simone 18e17anni L'ipocrisia delle bandierine «Propaganda, informazione deviata e "buonismo" della cosiddetta sinistra vogliono convincerci che questa guerra segua solo interessi economici e calpesti i diritti umani: credo che Saddam e quelli come lui i diritti non li abbiano più, che debbano essere fermati in qualsiasi modo. Non sarà ima bella bandierina colorata a evitare che un kamikaze si faccia saltare in aria in un supermercato occidentale. Mi sembra ipocrita che ora alcuni si indignino mentre per tutti, a destra a sinistra, il motore è sempre stato il potere» Francesco Degiacomi, 16 anni .e .ir La morte non ha padroni «Nessun uomo può morire per mano o per volontà di un altro uomo. E' una frase che qualcuno può ritenere scontata, ma che dovrebbe essere l'articolo primo di ogni statuto o costituzione, di tutti gli accordi internazionali tra gli Stati che vogliano veramente farsi garanti della pace nel mondo». Giovanni Camannl, 17 anni Meglio a loro che a noi «Dovremmo ringraziare gli Stati Uniti che, ancora una volta, ci difendono dal pericolo del terrorismo. Vorrei anche lanciare un appello ai pacifisti: sarete ancora pacifisti quando una bomba chimica vi cadrà sulla testa?» Sabina Masuelli, 15 anni «La guerra in Iraq? Meglio a loro che a noi». Enrica Consoli, 16 anni Non si uccide per il petrolio «Sono contro questa guerra perché i motivi che dovrebbero giustificarla sono ridicoli e falsi: si sa che dietro c'è l'interesse per il petrolio. Potrei accettare una guerra, o meglio un'azione militare mirata, solo qualora fosse messa a repentaglio la libertà di un paese». Lodovico Moretta, 18 anni «Combattere per la libertà o per la patria è giusto, ma combattere per interessi economici è soltanto stupido» Gianluca Ferraris, 17 anni E la penultima risorsa? «La pace fa paura a chi teme di dover percorrere una strada troppo lunga per raggiungere i propri obiettivi. Dicono che la guerra resta l'ultima risorsa. Se fosse così - e io non ci credo - si impegnerebbero al massimo per trovare la penultima». Marco Lombardo, 17 anni «Io sono visceralmente, istintivamente e profondamente contro la guerra perché la ragione deve sempre prevalere sulla forza». Alberto Fusarl, 17 anni » La terza strada da scegliere «In una guerra c'è sempre un vincitore cui non importa il risultato: il sistema bancario e chi ne trae profitto. Saddam Hussein è un tiranno, questo è ovvio, ma da due poteri che si combattono può nascere solo un altro potere con la stessa logica. Sono convinto che ci sia una terza strada, che non distrugge per creare, ma crea per far collassare ciò che condanna. Una strada che non sceglie fra criminalità e repressione ma sfama il ladro; che non sceglie tra esercito e terrorista ma dà speranze al soldato e al bombarolo; che non sceglie tra Talebano e Mujaidin, ma li fa convivere in pace». Fabrizio Ravicchio, 17 anni Indifferenze contrapposte «Bush è un guerrafondaio esaltato come suo padre, questa è una corsa al petrolio dell'Iraq, motivata da un interesse economico. Saddam è un dittatore che non porta né beneficio, né progresso, ma mi arrabbio quando penso ài milioni di persone che hanno manifestato in tutto il mondo di fronte alla più totale indifferenza dei potenti». Mattia Garrone, 17 anni «Essere pacifisti è sicuramente più facile che prendersi la responsabilità di iniziare una guerra, ma spesso è solo il segno dell'indifferenza frikkettona che predica l'amore e, in un certo senso, l'individualismo». Ivan Alme, 17 anni «Le manifestazioni di piazza sono la voce e la testimonianza del popolo. Ma, se viviamo in democrazia, perché la voce della gente, che chiede con forza la pace, non viene ascoltata?» Chiara Camillo, lóannì Cominciamo da qui «A volte ci dimentichiamo che la guerra non è soltanto una bomba che esplode. La guerra combattuta con le armi e gli eserciti non è che l'esasperazione di quella fatta dal rancore e dalla violenza delle nostre parole e azioni quotidiane. Dovremmo cominciare a volere la pace da lì». Alessandra Carossa, 18 anni

Luoghi citati: Iraq, Roma, Stati Uniti, Torino, Virginia