Gli artisti del Faraone

Gli artisti del Faraone Gli artisti del Faraone aLA mostra che s'inaugura, ad inviti, giovedì 13 febbraio alle 18,30 e apre al pubblico da venerdì 14 febbraio a Palazzo Bricherasio, in via Lagrange 20, per una volta (e per fortuna!) non è dedicata con ridondante enfasi agli Ori o ai Misteri dell'Antico Egitto, ma illustra, invece, attraverso più di 300 reperti, la vita quotidiana di una tranquilla cittadina egizia, abitata 4000 anni fa da operai edili, artigiani è artisti: Deir el Medina. Poco più di un villaggio situato lungo la sponda occidentale del Nilo, all'altezza dell'attuale Luxor, proprio a ridosso della celebre Valle dei Re e delle Regine. Deir el Medina venne scoperta tra il 1905 e il 1906 dall'archeologo italiano Emesto Schiaparelli, direttore in quegli anni del Museo Egizio di Torino. Grazie agli scavi di questo pioniere dell'Egittologia, furono riportate alla luce un centinaio di abitazioni e tombe appartenute agli operai che, tra il 1500 e il 1050 avanti Cristo, erano impegnati a costruire e decorare le splendide tombe ipogee dei Faraoni e delle loro consorti. Dalla campagna di scavo dello Schiaparelli emerse, tra l'altro, perfettamente conservata, la tomba dell'architetto Kha, uno dei «progettisti» della Valle dei Re. Tutti gli arredi funerari trovati in quella sepoltura «borghese» vennero portati al Museo Egizio di Torino, e qui, infatti, a 100 metri da Palazzo Bricherasio, si conclude il percorso espositivo che è suddiviso in quattro ben distinte sezioni tematiche: la vita quotidiana, il lavoro, le credenze religiose, i riti funerari. Dalla visione d'insieme si delinea una civiltà vitale e gioiosa, che non è affatto in balia di Faraoni tiranni e despoti, come certi cattivi sussidiari delle scuole elementari e medie hanno voluto farci credere. Dai documenti in mostra veniamo a saper che le tombe della Valle dei Re, come le Piramidi d'altronde, non furono costruite da schiavi vessati da spietati aguzzini, ma da im affiatato gruppo di operai specializzati. Uomini liberi a tal punto da mettersi in sciopero quando i loro stipendi (pagati in natura) tardavano ad arrivare. Il caso è documentato in un papiro, proveniente da Der el Medina e oggi conservato al Museo Egizio di Torino. La mostra si rivolge al grande pubblico, però ha un alto profilo scientifico, non a caso è curata da due egittologhe di fama intemazionale: Guillemette Andreu, conservatrice al Museo del Louvre di Parigi, e Anna Maria Donadoni Roveri", sovrintendente dell'Egizio di Torino. ' Statuetta di Ahmose LA MOSTRA SI APRE VENERDÌ' 14 FEBBRAIO A PALAZZO BRICHERASIO Una tomba della zona di Deir el Medina sulla riva ocddentale del Nilo Veduta sud est di Deir ei Medina. Sopra, intemo di una tomba Statua con coppia di sposi ai Museo Egizio Guido Curio Orari di visita a Palazzo Bricherasio: lunedi 14/20, martedì e mercoledì 9/20, da giovedì a domenica 9/23; fino al 18 maggio. Ingresso euro 6,50; il Museo Egizio è aperto da martedì a domenica 8,30/19,30, ingresso euro 6,50; riduzione a 3 euro presentando II biglietto acquistato a Palazzo Bricherasio. Statuetta votiva di Amenofi I, XIX dinastia. Sotto a sinistra, ushabti. Ostracon satirico con gatto e topo. Sopra, disegno con danzatrice

Persone citate: Anna Maria Donadoni Roveri, Guido Curio Orari, Guillemette Andreu, Schiaparelli

Luoghi citati: Egitto, Medina, Parigi, Torino