Manfredi gioca con la parola come un nuovo Rimbaud di Gabriele Ferraris

Manfredi gioca con la parola come un nuovo Rimbaud Manfredi gioca con la parola come un nuovo Rimbaud finato, inato, e 'anima he aspetta nosciuto» DOPO la parentesi sul «protezionismo», torniamo a parlare di cantautori. Siamo tempestati di mail. Voghamo però dare la precedenza a Max Manfredi,' cantautore di straordinarie qualità - e misconosciuto dal grande pubblico - che ci scrive: «Come disse Oscar Wilde quando gh proposero una conferenza sul bello nella cittadina americana di GriggsviUe, "cominciate col cambiare il nome del paese". "Cantautorato", oltre ad essere tennine brutto dal punto di vista della lingua itahana, ingenera un senso di trascorso, quasi fosse participio passato, troppo funzionale a tutti quelli che, per convenienza o ignoranza, vogliono dare per spacciata una disciplina artistica tuttora, in sé, feconda e, a tratti, a mio avviso, formidabile». E aggiunge una notazione amara: «Si tratta di una questione molto complessa, che va approfondita con serenità, sia pur partigiana. Questi problemi, meno impellenti e gravi di altri, di cui il mondo soffre, mi stanno comunque a cuore; non solo sul piano personale, ma anche perché una società disorientata, tanto da non essere in grado di riconoscere i suoi artisti migliori, mi sembra comunque preoccupante». Verissimo, benché proprio attorno al nome di Max Manfredi si sia acceso, come già vi avevamo segnalato, un plebiscito popolare. Decine e decine di mail tessono le lodi di uh artista il cui ultimo disco, «L'intaghatore di santi», ha in effetti segnato, anche a nostro avviso, uno dei momenti alti della produzione italiana degh ultimi anni. Leggete ad esempio che cosa ci scrive Paola Domingo: «Qual è lo spazio, oggi, per la canzone d'autore? Dove sono i luoghi d'ascolto? C'è attenzione per le parole, per i giochi e i ritmi della lingua? La canzone d'autore ha bisogno di questi spazi, ha bisogno di complicità," di tempo, di "attenzioni" ... La canzone e il cantautore, più della poesia e del poeta, devono rivolgersi a un pubblico. Infatti la canzone d'autore gioca con le parole, con la loro musicalità e con ritmi che quelli musicali assecondano o contrastano, in un sottile gioco formale. Ma dove sono, in Italia, dopo la scomparsa di Fabrizio, i veri cantautori capaci di giocare con la parola? Ivano Fossati ha regalato magie, ma io vorrei suggerire di prestare attenzione e attenzioni a Max Manfredi, un artista raffinato, ironico, disordinato, un osservatore profondo deh'anima e del corpo, che gioca con la parola come un nuovo Rimbaud... sento che le sue canzoni siano cosi ricche di significati da aver bisogno di un grande pubblico per realizzarsi pienamente». Continuiamo la prossima settimana. gdbfer@lastampa.it Un artista raffinato, ironico, disordinato, un osservatore profondo dell'anima e del corpo che aspetta d'essere «riconosciuto» Gabriele Ferraris

Persone citate: Ivano Fossati, Max Manfredi, Oscar Wilde, Paola Domingo, Rimbaud

Luoghi citati: Italia