Con Bach verso la buona morte di Giorgio Pestelli

Con Bach verso la buona morte G LI IMMORTAUN » .' --i, jvv j. Con Bach verso la buona morte NON si può dire quando Bach abbia avuto i suoi anni di formazione, perché anche i suoi primi lavori rivelano una varietà linguistica incredibile in un ventenne e un dominio tecnico non meno stupefacente; uno di questi capolavori giovanili, già fonnati dalla mano di un maestro fuori dal computo degh anni, è la Cantata n. 106 «Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit» («Il tempo di Dio è il mighore di tutti i tempi»), conosciuta anche con il nome di «Actus tragitus» che ne suggerisce la funzione di musica composta per una cerimonia funebre. Gh studiosi hanno cercato a lungo di individuare il dedicatario, un rettore scolastico, uno zio di Bach, la sorella di un pastore, facen- LA CANTATA N. 106, do sloggiare ogni volta il morto per sostituirlo nel catafalco con un altro più legittimo; per fortuna, noi possiamo restare ai margini della tomba e contemplare questo rito funebre in astratto, COMPOSTA PER UNA o meglio nel vissuto concreto di ima meditazione sulla morte buona nel 1708 come oggi: una bella edizione, specie per la bravura del Coro di Stoccarda e deUe voci soliste, si può estrapolare dalla serie completa delle Cantate dirette da Helmuth Rilling (Hànssler CD 92034, euro 18). Stupisce l'assenza di ogni componente barocca, senza falci sinistre o scheletri che indicano la clessidra al peccatore genuflesso; il tessuto strumentale è quanto mai povero, solo due flauti e due viole sul basso continuo, e la composizione è introdotta da ima «Sonatina» d'indicibile affettuosità, di trasfigurata dolcezza, aprendo la strada a quella attenuazione, a quella poetizzazione della morte su cui tanto si soffermerà il romanticismo, da Schubert, a Brahms,aMahler. Il primo enunciato del coro, «Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit», sembra delineare la nuda semplicità di uno spazio architettonico; certo, poi vengono anche le dolenti note e sulla parola «sterben» («morire») il compositore si china con infinita varietà di figure; ma sempre senza alterare il tono complessivo di una riflessione pacata e fiduciosa malgrado tutto; «sì, sì, vengo», canta e ricanta un soprano solo svettando sul coro, e l'Amen finale zampilla in una catena di note con la perenne regolarità di un fenomeno naturale. UN CAPOLAVORO GIOVANILE: MUSICA CERIMONIA FUNEBRE COMPOSTA PER UNA UN CAPOLAVORO GIOVANILE: MUSICA CERIMONIA FUNEBRE Giorgio Pestelli

Persone citate: Bach, Brahms, Helmuth Rilling, Schubert

Luoghi citati: Stoccarda