«Più forza alle istituzioni internazionali»

«Più forza alle istituzioni internazionali» IL GOVERNATORE RICEVE A LONDRA IL PREMIO INTITOLATO AGLI ECONOMISTI KEYNES E SRAFFA «Più forza alle istituzioni internazionali» Fazio: globalizzare il benessere aprendo i mercati dei paesi ricchi ROMA «L'esperienza dei due conflitti mondiali deve spingerci a relegare il ricorso alla guerra tra gli strumenti del passato» ed «è necessario rifarsi al potere di decisione delle Nazioni Unite»: ha parlato chiaro il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, nel ricevere a Londra, insieme con il collega britannico Edward Geoj-ge, un nuovo premio intitolato agli economisti Keynes e Sraffa. Già aveva detto che una guerra all'Iraq può, nel breve periodo, causare danni economici; ieri ha cercato di argomentare un discorso più ampio, di prospettiva. In sostanza: per cogliere appieno i benefici della globalizzazione, il mondo va governato rafforzando «i fondamenti del diritto e delle istituzioni intemazionali». L'espansione dei commerci avvantaggia «tutti quelli che vi partecipano», mentre la formazione di «un mercato monetario e finanziario unico a livello mondiale» apre opportunità ma contiene il rischio di «fenomeni di instabilità che danneggiano le economie più ueboli»; proprio per correggere alcuni errori che sono stati commessi e prevenire gli choc occorre «una maggiore e più intensa collaborazione» tra i paesi industriali e tra essi e i paesi in via di sviluppo. L'esperienza del XX secolo mostra quanto profondi e prolungati siano i danni economici apportati dalle guerre. Le ragioni dell'economia e della politica dunque non possono essere separate. Tanto più che da sola la scienza economica talvolta non riesce a spiegare certi fenomeni importanti, ((basti pensare alle difficoltà attuali dell'economia europea e alle incertezze di quella giapponese». Rivolgendosi al filosofo Lord Dahrendorf, chiamato a consegnargli il premio, Fazio ne ha citato una frase: «Democratizzare il processo decisionale intemazionale è la più grande sfida posta alla nostra mventiva politica». Con questi strumenti «vanno contrastate tutte le forme di violenza che ugualmente recano offesa alla dignità della persona, come il terrorismo». «Il secolo appena iniziato esige ancor più capacità di governo e di partecipazione» sostiene il governatore della Banca d'Italia. Ed è stata la cooperazione tra i 7 maggiori paesi industriali, più intensa dal 1995, a permettere di «assorbire senza gravi danni le conseguenze del clima di incertezza creatosi dopo l'il settembre 2001, come pure «le conseguenze dell'emergere di gravi irregolarità nella gestione di gruppi economici e finanziari di importanza mondjale». Ma non basta: perché i benefici della globalizzazione si diffóndano meglio, occorre includere nella liberalizzazione dei com¬ merci i prodotti agricoli e i prodotti tessili, che finora ne sono stati esclusi. Stati Uniti, Europa, Giappone, sono in questi campi tutti protezionisti: è ora «necessario uno sforzo da parte dei maggiori paesi industriali per ridurre gli enormi sussidi ai settori agricoli intemi e per rimuovere vincoli normativi e tariffari che frenano le importazioni di prodotti agricoli e tessili dai paesi in via di sviluppo». Solo così si potrà arrivare a «una più equa distribuzione» del prodotto lordo mondiale. Nel rievocare il grande economista britarinico, «il più influente del XX secolo», e il grande economista italiano suo allievo a cui il premio (istituito dalla Camera di commercio italiana di Londra) è dedicato, Fazio ha colto l'opportunità per spiegare quanto loro devono i banchieri centrab e i governanti di oggi. Rivali nelle università, la dottrina di Keynes e quella monetarista di Milton Friedman sono entrambe utili alle autorità monetarie, che si servono di tutte e due: per esempio la stabilizzazione dell'economia italiana negli Anni 90 fu realizzata con una stretta monetaria come propugnato da Friedman, mentre si faceva «riferimento a un modello keynesiano per l'analisi della domanda, della produzione e dell'occupazione», [s.l.] Il govervatore di Bankitalia Antonio Fazio

Persone citate: Antonio Fazio, Edward Geoj-ge, Friedman, Keynes, Lord Dahrendorf, Milton Friedman, Sraffa

Luoghi citati: Europa, Giappone, Iraq, Londra, Roma, Stati Uniti