Ricostruite due braccia e una mano di Marco Accossato
Ricostruite due braccia e una mano SOTTOPOSTI AL DIFFICILE INTERVENTO DUE RAGAZZI E UN UOMO CON GLI ARTI AMPUTATI IN TRE INFORTUNI SUL LAVORO Ricostruite due braccia e una mano Maratona in sala operatoria per i microchirurghi del Cto Marco Accossato Maratona in camera operatoria al Cto per ricostruire due braccia e tuia mano amputata. Il Gruppo Interdivisionale di Microchirurgia coordinato dal professor Paolo Gallinaro è stato chiamato d'urgenza per tre notti, per reimpiantare una mano a Ivan Versino, 24 anni, di Susa, e un braccio ad Alfonso Desiderato, 20 anni, di Torino, e a un uomo di 35 anni, Seferovic Ficret, trasferito al Traumatologico di via Zuretti dall'ospedale di Alessandria. Si tratta di «vittime» di infortuni sul lavoro: Ivan Versino, titolare di ima ditta che vende materiali per l'edilizia a Villarfocchiardo, in Val Susa, è stato investito il 14 febbraio scorso da una lastra che gli ha tranciato l'avambraccio destro. Desiderato è rimasto intrappolato con la mano sinistra sotto una termopressa in un'azienda di Leinì che produce vaschette per gelati. Seferovic ha subito l'amputazione del braccio sinistro, poco sotto il gomito, tagliato di netto da una lama per metalli. I tre interventi, durati dalle 8 alle 10 ore, si sono conclusi senza complicazioni, anche se i medici sono cauti. I pazienti, risvegliatisi dall'anestesia, hanno iniziato immediatamente le terapie per scongiurare il pericolo di complicazioni: saranno sottoposti a ima ventina di sedute anti-infezioni in camera iperbarica e dovranno combattere con i farmaci la minaccia dei trombi fluidificando il sangue. Presto cominceranno con i primi leggeri esercizi di fisioterapia per riprendere prima possibile il movimento delle dita. Interventi delicatissimi, che hanno fatto in questi anni del Gim l'equipe di riferimento non solo piemontese per i grandi traumi. Al Cto vengono trasferiti ormai i casi più complessi, come gli ultimi tre infortuni sul lavoro, e come Davide, 22 anni, di Trento, trasportato a Torino dall'Alto Adige nel 1998 con un braccio sinistro tranciato sotto la spalla e quello destro all'altezza del gomito da una «frustata» di un cavo di teleferica strappato. Per Davide lavorarono contemporaneamente in sala operatoria quattro chirurghi: i medici gli hanno salvato entrambe le braccia e hanno dovuto anche ridurre una frattura alla mandibola. Recentemente, il Gruppo Interdivisionale di Microchirurgia ha reimpiantato la gamba sinistra a un bimbo di 3 anni travolto da una betoniera nel cortile di casa, a Montafia d'Asti: mentre il padre costruiva un muretto in cemento, Daniele Borsato s'è avvicinato al macchinario, che all'improvviso si è messo in moto, si è ribaltato e lo ha travolto. I medici del Traumatologico hanno meditato se fare o no quell'operazione, «l'alternativa era l'amputazione - ricorda il dottor Armand Sard, uno dei medici del Gim -. Vista l'età del bimbo e pensando a quale sarebbe stato il suo futuro senza una gamba abbiamo deciso di tentare la ricostruzione». L'operazione è riuscita e il piccolo Daniele Borsato è stato dimesso dopo oltre un mese d'ospedale. Spiegano i medici del Gruppo: «Trovarsi di fronte a lesioni di questo genere significa dover ricostruire tutto: lo scheletro, i muscoli e i tendini, i nervi, le arterie e le vene». Lesioni profonde con ferite quasi mai lineari. «Molto è cambiato da quando, dieci anni fa, abbiamo iniziato. Soprattutto le modalità di soccorso: oggi, chi interviene in aiuto di una persona che ha subito un'amputazione sa che cosa deve fare: ha imparato a recuperare la parte amputata e a conservarla in condizioni ottimali durante il trasporto verso l'ospedale più vicino o direttamente verso un centro specializzato come il nostro». Ogni volta è una lotta contro il tempo. «Anche nel caso di Ivan Versino, Alfonso Desiderato e Seferovic Ficret è stato determinante il tempismo». I piccolo Daniele Borsato in braccio al papà: i medici gli hanno ricostruito la gamba I dottor Italo Pontini
Luoghi citati: Montafia D'asti, Susa, Torino, Trento
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