Declassato dalla guida, lo chef si spara

Declassato dalla guida, lo chef si spara SCOPPIA LA POLEMICA A PARIGI E BOCUSE ACCUSA: «BISOGNA FINIRLA CON QUESTA STORIA DELLE STELLE E DEI VOTI» Declassato dalla guida, lo chef si spara Loiseau era uno dei più celebri cuochi di Francia Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI La prima stella Michelin l'aveva presa nel 77; la seconda nell'S 1 ; la terza - il massimo nel 1991. La settimana scorsa l'altra bibbia della gastronomia, la guida GaultMillau, invece l'ha retrocesso: da 19/20 gli ha dato 17/20. Non è mica il solo: è successo anche a Taillevent di Parigi e alla Piramlide di Vienna. Ma lunedì sera Bernard Loiseau s'è ucciso con un colpo di fucile da caccia, come si fa in campagna. Era uno dei più grandi cuochi di Francia, aveva 51 anni e tre figli. Forse s'è ucciso per colpa di quel voto e di quella maledetta guida. Non ci sono messaggi, c'è solo la nudità e il silenzio intorno a questa storia che ha riempito ieri le pagine dei giornali francesi, colpiti in uno degli orgogli e dei riti più nazionali. La cucina, i grandi chef, i sapori della sterminata campagna francese, ma anche le guide gastronomiche, i «voti», le «stelle», i confronti, i promossi e i bocciati. Non sappiamo - oggi né forse mai ,- se davvero Bernard Loiseau s'è ucciso per colpa di quella retrocessione decisa dai giudici della GaultMillau. Non ha lasciato messaggi, prima di spararsi. Ma sappiamo che il confronto era la sua stessa vita. Paul Bocuse, uno dei più celebri ristoratori francesi, accusa: «Era un uomo fragile, gli ho parlato ancora domenica scorsa a mezzogiorno, l'ho trovato un po' giù e allora ho messo dentro una busta una foto di noi due e gli ho scritto: "Bernard, la vita è bella"». Troppo tardi. «Era un grande professionista: è partito dal nulla e ha creato uno dei migliori ristoranti del mondo. Bisogna finirla con questa storia delle stelle e dei voti: chi toglie, chi mette, chi uccide...». Patrick Mayenobe, direttore delle guide GaultMillau, ha reagito in televisione: «Non sono certo un voto o una stella in più o in meno che uccidono. Era un grandissimo cuoco, sicuramente avrà avuto altri problemi. Dal 2000 andava dichiarando che se gli avessero abbassato il voto, sarebbe stata una formidabile sfida per risalire». Era nato in una famiglia molto modesta, aveva fatto il ragazzo di cucina dai fratelli Troigros a Roanne. Nel '75 era riuscito ad ottenere in gerenza l'Hotel de la Còte-d' Or a Saulieu. In pochi anni è riuscito a trasformare quel vecchio ristorante in declino e dimenticato in un tempio della cucina francese. Nel '91, quando gli è arrivata la terza stella Michelin, aveva dichiarato a «Le Monde»: «E' una favola, sono finito sulla prima pagina del "New York Times". Volevo diventare un grandissimo cuoco come un calciatore sogna di diventare Pelé o Zidane». La terza stella è però solo una tappa. Loiseau si trasforma in uomo d'affari, il suo nome diventa una griffe per negozi e prodotti, appare a New York, si presenta in Giappone, escono libri, nasce una marca di piatti «sottovuoto» che vengono venduti nei grandi magazzini, costruisce un piccolo impero della gastronomia, diventa un personaggio della tv. Il suo sorriso e il suo modo di raccontare la cucina diventano un'abitudine della trasmissioni popolari. Il timbro della sua cucina era la «nouvelle cuisine en terroir bourguignon», e cioè ai sapori di Borgogna. Il suo credo era fissato in pochi principi: piatti con meno grassi, meno zuccheri e l'esaltazione dei sapori vegetali. Con un'attenzione continua all'aspetto dietetico. Nel '98 Loiseau azzarda il salto in Borsa e così il gruppo «Bernard Loiseau SA» viene quotato al secondo mercato. E' la prima volta al mondo, dice lui stesso, che «uno chef è quotato in Borsa». Ma proprio in Borsa cominciano le difficoltà. Fino a un colpo di fucile solitario e senza messaggi. Si difende il direttore della «GaultMillau» «Non è certo un numero in più o in meno che uccide. Lui era un grande professionista e sicuramente avrà avuto altri problemi» Bernard Loiseau aveva creato in pochi anni a Saulieuunodei migliori ristoranti della cucina francese

Luoghi citati: Francia, Giappone, New York, Parigi, Vienna