Deficit e petrolio imbrigliano gli Usa

Deficit e petrolio imbrigliano gli Usa A GENNAIO BALZO DEI PREZZI ALLA PRODUZIONE. LADIFFERENZATRA IMPORT ED EXPORT IN ROSSO DI 435,22 MILIARDI DI DOLLARI, +21,5% IN UN ANNO. BORSE IN DIFFICOLTA Deficit e petrolio imbrigliano gli Usa Nuovo record negativo per la bilancia commerciale WASHINGTON Il barometro dell'economia americana segna ancora brutto: il superindice è in calo dopo 3 mesi di ripresa, fiammata dei prezzi alla produzione, aumentano i disoccupati e soprattutto il deficit commerciale segna un altro record negativo. I dati sono arrivati tutti insieme ieri prima dell'apertura di Wall Street incidendo negativamente sui listini mondiali. Tutti tranne il superindice che è stato corretto in corso di giornata dal Gonference Board. In un primo tempo il dato sull'andamento dell'economia americana nei prossimi 6-9 mesi era stato comunicato «stabile». A metà pomeriggio il dietro front con tante scuse: «Il calcolo dei fattori di aggiustamento stagionale per misurare la velocità delle consegne di beni e servizi era errato, l'indice è in calo». Un piccolo caso Istat d'Oltreoceano anche se l'errore è stato tempestivamente scoperto dal Gonference Board e nessuno ha chiesto dimissioni o commissariamenti. «Nonostante lo stallo di gennaio - ha dichiarato Ken Goldstein, capo economista dell'associazione - il trend suggerisce che l'economia Usa possa accelerare entro breve». EXPORT IN CRISI. A dicembre il deficit commerciale è stato di 44,24 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 40 miliardi di novembre.. La crescita del disavanzo è superiore alle attese del mercato che prevedevano una flessione a 38,5-38,8 miliardi. E nel 2002 il deficit commerciale Usa ha toccato un nuovo record assoluto di 435,22 miliardi di dollari. Rispetto al 2001, a quota 358,29 miliardi, il rosso è cresciuto del 21,50Zo. Secondo il dipartimento del commercio, le importazioni sono salite del 2,70Zo a 125,4 miliardi di dollari, (impennate per auto e beni di consumo), mentre le esportazioni sono scese del 2,607o. PREZZI CALDI. I dati del Dipartimento del Lavoro dicono che a gennaio i prezzi alla produzione hanno fatto il maggior balzo da 13 anni (H-l,60Zo). La causa è presto trovata: il rimbalzo di petrolio, energia (4-4,80Zo) e materie prime (4-6,90Zo). A dicem¬ bre l'indice aveva segnato una flessione dello 0,10Zo. Il tasso «core», depurato cioè della voce energia e alimentari, è cresciuto dello 0,90Zo contro il rialzo dello 0,50Zo del mese precedente. L'aumento del core è il più alto dal -l-l 0Zo del dicembre '98 e indica che alcune società sono orientate ad alzare i prezzi per far fronte alla crescente competizione e alla domanda debole. Gli economisti si attendevano dati migliori a gennaio, ovvero una crescita contenuta nello 0,50Zo dei prezzi alla produzione e un aumento del tasso core dello 0,10Zo. Sotto pressione in particolare l'ingrosso di nuove autovetture (-l-3,50Zo), il maggior livello dal -l-3,80Zo di ottobre '86, e gli alimentari ( +1,60Zo). PIÙ' DISOCCUPAZIONE. Nell'ultimo mese le richieste di sussidio alla disoccupazione sono salite di 21 mila unità atte¬ standosi complessivamente a 402 mila nella settimana terminata lo scorso 15 febbraio. Lo ha reso noto il dipartimento del lavoro americano. Il dato risulta peggiore delle attese degli analisti che avevano stimato richieste settimanali pari a 9 mila unità. BORSE IN AFFANNO. Nuova frenata per le Borse europee, strette tra l'andamento negativo di Wall Street sulla scia dei dati economici Usa un po' deludenti e sul ritorno con forza dei timori di un conflitto in Iraq, dopo che è emersa la notizia che Washington e Londra sono al lavoro per preparare la bozza di una nuova risoluzione contro Baghdad. Parigi ha perso ri,910Zo, Francoforte l'l,270Zo. In calo dello 0,420Zo il Mib30 a Milano, mentre Londra ha chiuso in terreno positivo, con un rialzo dello 0,790Zo. [r.e. s.] Il Gonference Board sbaglia il superindice poi si corregge: in calo dopo tre mesi

Persone citate: Ken Goldstein