Enelpower, 8 indagati per frode

Enelpower, 8 indagati per frode PERQUISIZIONI DELLA FINANZA, INDAGINI SU APPALTI PER UN MILIARDO DI EURO NEGLI EMIRATI Enelpower, 8 indagati per frode L'azienda: piena disponibilità per fare chiarezza MILANO Corruzione, frode fiscale e falso in bilancio, i reati di sempre. Dall'I al 3Vo, la percentuale solita sulle commesse. Anche il magistrato, Francesco Greco, ne ha viste di tutti i colori. Cambia solo la società, questa volta tocca alla Enelpower vecchia gestione. E cambia pure lo scenario: appalti da 1000 milioni di euro per la realizzazione di tre centrali termoelettriche in Oman, Qatar ed Emirati Arabi. Otto gli indagati. Tra loro l'ex amministratore delegato di Enelpower Luigi Giuffrida, al quale viene contestata anche l'ipotesi di reato di appropriazione indebita, oltre alla costituzione di fondi neri nascosti nei bilanci, per 50 miliardi di vecchie lire. Perquisizioni della Guardia di Finanza nella sede milanese di Enelpower, negli uffici romani di Enel e nella casa genovese di uno degli indagati. Dall'Enel, arriva nel pomeriggio solo uno stringato comunicato di totale collaborazione con la procura: «Piena disponibilità verso gli inquirenti, per chiarire i termini dell'inchiesta». Non c'è bisogno di aggiungere altre parole. Dopo il cambio al vertice di Enelpower, era stata la nuova direzione a segnalare pochi mesi fa in procura che qualcosa non andava nei conti della società, che c'erano delle irregolarità nei bilanci che facevano pensare ad operazioni non in regola con la legge. I fatti accertati dal magistrato milanese e dai finanzieri risalgono al 2001. Su questi fatti c'era già un'indagine amministrativa intema aperta dall'Enel pochi mesi fa, che dall'insediamento del nuovo amministratore delegato Paolo Scaroni aveva comunque deciso di abbandonare i mercati arabi. All'origine dell'inchiesta della procura, alcune verifiche fiscai eseguite dalla Guardia di finanza tre anni fa. E poi la segnalazione arrivata in procura, dopo il cambio al vertice di Enelpower. Nel corso di quelle verifiche erano emersi fondi neri per 25 milioni di euro, operazioni targate Dubai poco corrette. Il sospetto è che quei soldi siano stati utilizzati per corrompere alcuni funzionari locali attraverso consulenze esteme gonfiate e coperte da false fatturazioni. Un reato nuovissimo, inserito solo da tre anni nel codice penale italiano - è l'articolo 322 bis - che riguarda l'istigazione alla corruzione o la corruzione medesima, come in questo caso, di funzionari di paesi europei ed extraeuropei. Il valore complessivo delle tre commesse su cui sta indagando il pubblico ministero Francesco Greco sarebbe di oltre 1 miliardo di euro, quasi 2000 miliardi delle vecchie lire ancora in circolazione all'epoca dei fatti. Per ottenere gli appalti, Enelpower doveva fare- riferimento a dei «locai agent», che avevano il ruolo di sponsor con le autorità locali o che stringevano accordi di joint-venture con la casa madre, per la costruzione delle opere pubbliche. Nei bilanci di Enelpower ci sarebbe la prova del falso che ha portato alle tangenti in Medio'Oriente. Alcune fatturazioni - e per questo inequivocabilmente false sarebbero addirittura antecedenti all'inizio delle procedure per l'assegnazione degli appalti. Come era possibile, che i dirigenti di Enelpower e i loro consulenti, sapessero già di essersi aggiudicata la gara di appalto internazionale? E' la domanda a cui dovrà cercare di dare una risposta convincente, prima di tutto l'ex amministratore delegato di Enelpower Luigi Giuffrida. E' la domanda che il pubblico ministero Francesco Greco, nei prossimi giorni formulerà all'ex direttore amministrativo di Enelpower Gabriele Caressa, a un altro ex top manager della società, Giancarlo Aquilanti. E poi ad un consulente di Enelpower, il genovese Hans Molzer. E ad altre quattro persone, titolari di società italiane ed estere, coinvolte nell'affare: Giorgio, Giovanni e Giangiorgio Zucchini di Emy Industry srl, Gianluigi Contini di Cogesi srl, Sermide International di Malta e Mivarada Engineering con uffici a Londra. Il terremoto che ha colpito gli ex vertici di Enelpower ha avuto ripercussioni anche alla Borsa di Milano dove il titolo Enel cede ri,80Zn. Gli analisti fanno sapere che è soprattutto una reazione emotiva del mercato, visto che il top management coinvolto non è più al timone della società. Ma la ricaduta è forte, anche perchè Enelpower è controllata al 1000Zo da Enel sin dalla sua creazione, nel '99. [f.pol.] Enelpower, inchiesta per corruzione e frode fiscale tra Milano e Roma

Luoghi citati: Enel, Londra, Milano, Oman, Qatar, Roma