Il pane «calmierato»? Non esiste più dal 1993

Il pane «calmierato»? Non esiste più dal 1993 SWER SPENDERE Il pane «calmierato»? Non esiste più dal 1993 Simonetta AVEVAMO promesso ai tanti lettori che erano intervenuti sul caro euro con telefonate (011-6568226, solo il lunedì e il venerdì, ore 10,30-14,30), con lettere (Saper spendere, La Stampa, via Marenco 32,10126 Torino) ed e-mail, di tornare sul problema prezzi. Il pane, se ricordate, è stato al centro della polemica da quando Bianca delle conserve residente a Candele (prov. di Eiella) ha dichiarato di pagarlo 1,03 euro il chilo. Tutti alla'attacco, visto che il pane, da Torino ad Alessandria, i consumatori lo pagano di più. Franca dalla collina di Moncaheri mi ha inviato una lettera fatta di ricevute fiscali che «parlano da sole»: «Ecco i vari prezzi - scrive - per lo stesso tipo di pane». Undici sono dello stesso negozio: nel 2000 costava 4000 lire il chilo; nel 2001, 4500 lire; nel 2002 ora 2,40, ora 260, ora 2,85 euro rispettivamente pari a (è sulla ricevuta fiscale) 4647 lire il kg., 5034 lire, 5518 lire. Sempre nel 2002, ma in negozi diversi da cittadine fuori Torino alla stessa Torino, una varietà di prezzi: dai 2,06 euro ai 2,17 il kg., dai 2,58 ai 3,95 auro. E la lettrice commenta: «Ognuno fa il prezzo che vuole». Ebbene sì e per fare chiarezza a tutti abbiamo interpellato il cavaher Giovanni Gai, presidente dell'Associazione artigiana panificatori della provincia di Torino. Il «pane comune» che sarebbe assente dalle scansie dei negozi - come hanno lamentato più d'una volta i consumatori sulla nostra rubrica - non è altro che il «pane non condito» che si trova senza alcuna difficoltà dappertutto. Precisa infatti il presidente Gai: «Se i lettori intendono parlare invece di pane comune come di pane calmierato, devo ricorddxe che quello a prezzo calmierato è stato abolito fin dal 1993, liberalizzando di fatto - il prezzo del pane in tutta Italia per allinearsi a questioni di libera concorrenza voluta dalla Comunità Europea e facendo così morire definitivamente il vecchio Comitato prezzi provinciale con il quale le Associazioni concordavano ogni anno un prezzo calmierato per un tipo di pane non condito e di maggior consumo che - a quei tempi - era obbligatorio tenere nelle proprio scansie a disposizione di chi lo richiedesse». Il pane non condito ma non «calmierato» continua a esistere sia in forme grosse sia in piccole, dalla biovetta alla ciabattina, ma il suo prezzo è libero e può anche cambiare tra le forme grosse e quelle più piccole, da panificatore a panificatore. , Non è un mistero però che molti consumatori amano il pane condito e che le specialità si moltiplicano e i prezzi sono più alti: «Ne esistono, una trentina di qualità soltanto sul nostro territorio». E tra queste il pane alle olive, alle noci, ai cereali, il pane arabo ecc, soltanto per citare qualche esempio. E la pasta dura? Lo dice Giovanni Gai; «Costa certo di più perché è fatta a mano e di conseguenza costa di più la manodopera per la lavorazione». Spiega il presidente dei panificatori: «Il problema dei vari tipi di pane speciali esistenti, le cosiddette «specialità aziendali», possono produrre una forbice di prezzi che possono differire dai prezzo medio del pane non condito in funzione dell'aumento dei costi di produzione (da materie prime particolari a lavorazioni più complesse e specifiche). Naturalmente, non è obbligatorio per i consumatori scegliere questi prodotti speciali più costosi avendo in tutte le panetterie una grande scelta di forme e tipi di pane a un prezzo che in media oscilla tra i 2,20 e i 2,50 euro il chilo». E aggiunge: «In quanto al problema dell'aumento dei prezzi possiamo dichiarare in tutta tranquillità che i panificatori della provincia di Torino non hanno operato alcun rincaro sulla vendita del pane, neppure nel periodo di transizione con il passaggio dalla Lira all'Euro. Anzi, proprio per sottolineare la volontà di non danneggiare i consumatori abbiamo consighato ai nostri soci di fere arrotondamenti per difetto, anziché per eccesso. E la stragrande maggioranza si è allineata». Sperando che nessuno metta sulla bilancia pane speciale non richiesto. simonetta.conti@lastampa.it

Persone citate: Giovanni Gai

Luoghi citati: Alessandria, Candele, Italia, Torino