Inflazione, l'Istat sbaglia i conti e si corregge di Luigi Grassia

Inflazione, l'Istat sbaglia i conti e si corregge SI RIACCENDE LA POLEMICA SULL'AFFIDABILITÀ DELLE MISURAZIONI. STABILE AL 2,80Zo IL DATO DI GENNAIO Inflazione, l'Istat sbaglia i conti e si corregge LGrrOrG SVGdXO Q9I COnSUr nSXOn Luigi Grassia Per i prezzi quello di ieri è stato il giorno della Grande Gaffe, il giorno in cui le associazioni dei consumatori cantarono vittoria e l'Istat dovette chiedere scusa e correggersi. E' successo che verso le 8,30 l'Istituto di statistica diffondeva dati sull'inflazione che confermavano il calo al 2,707o nel mese di gennaio (anticipato dalle città campione). Ma poco dopo le ore 13 l'Intesa dei consumatori urlava allo scandalo, comunicava alle agenzie che il risultato era «manipolato» e specificava che i conti non tornavano nelle spese sanitarie. A metà pomeriggio l'Istat ammetteva l'errore e preannunciava una correzione; questa si faceva attendere fino a sera e aumentava il dato complessivo sull'inflazione tendenziale al 2,B0Zo (stabile rispetto a dicembre anziché in calo). A dover essere corretta dall'Istituto di statistica è stata solo la voce «servizi sanitari e spese per la salute». La variazione congiunturale -l,30Zo è stata modificata a +0,l% e quella tendenziale -0,30Zo è stata corretta a 4-1,10Zo. L'Intesa (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) aveva ipotizzato che nel calcolo dell'inflazione di gennaio l'Istat avesse tenuto conto delle diminuzioni imposte dal decreto sulla riclassificazione dei farmaci entrato in vigore il 16 gennaio, mentre i prezzi devono essere calcolati entro il 15 del mese. L'ipotesi dell'Intesa è stata sostanzialmente confermata dal successivo comunicato dell'Istat. Gli errori sono sempre possibili, anche per un centro ricerche di reputazione intemazionale come l'Istat. L'episodio di ieri acquistava un particolare rilievo polemico perché seguiva un anno di diatribe sulla presunta inaffidabilità delle rilevazioni Istat e sulla discrepanza tra l'inflazione ufficiale e quella reale (o per lo meno quella percepita dal pubblico) dopo l'introduzione dell'euro. Così la giornata si concludeva con ulteriori code al veleno. Il picsidente dell'Adusbef Elio Lannutti dichiarava: «Non basta ammettere l'errore, perché chissà quali altri si sono verificati e sono sfuggiti alle associazioni dei consumatori. Adesso la cupola dell'Istat, Biggeri, Oneto, Mancini e compagnia cantando deve andare a casa». E il sindacato UsiZRdB ricerca, che è quello maggior- mente rappresentativo nell'Istituto, chiedeva «le immediate dimissioni del presidente Biggeri e dei direttori e dirigenti responsabili» a seguito della «sconcertante vicenda della correzione degli indici dei prezzi al consumo, che danneggia l'immagine e la credibilità dell'Istat». Un'altra critica all'Istituto, ma temperata da parole di comprensione per le difficoltà in cui questo opera, è venuta da Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, un centro ricerche rivale e (di recente) spesso polemico: «Continua la commedia degli equivoci - ha detto Fara -. La protervia con la quale l'Istat nega la realtà può ricondurre o a incomprensibile ottusità o a malafede totale». Ma più tardi Fara correggeva il tiro: «Sono convinto che l'Istat saprà trarre da quest'errore un buon insegnamento per il futuro. Biggeri e l'Istat sono più vittime che carnefici. Quando la realtà deve essere piegata alla rappresentazione, i risultati sono questi». Sullo stesso tasto hanno battuto diversi esponenti sindacali e dell'opposizione. Secondo Marigia Maulucci, segretaria confederale della Cgil, «l'Istat sbaglia, ammette l'errore e l'infla¬ zione sale. Il governo sbagha e neanche ammette l'errore». Il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, chiede «quali iniziative il governo vuole assumere per correggere i dati macroeconomici e venire così incontro al rispetto della pohtica dei redditi e del controllo di tutte le variabili inflattive». Anche Giuseppe Fioroni, della Margherita, ha chiesto al al mini¬ stro Marzano «se non sia il caso di prendere provvedimenti per evitare che si possano verificare in futuro analoghi problemi». Invece l'ex presidente Alberto Zuliani ha sottolineato che «l'Istat è ancora credibile perché di fronte alla denuncia dei consumatori ha ammesso il suo errore e ha dimostrato di sapersi comportare in modo assolutamente limpido». Fra parentesi idatiprimadella correzione istat 2,8 2.8 2,8 SM VARIAZIONE ANNUA 2,5 2.4 VARIAZIONE MENSILE 0,4 0,4 0,3 0,3 0.3 0,3 0,3 0,3 0,2 0,2 0,2