Il caldo a 5 si affida ai Camoranesi di Roberto Condio

Il caldo a 5 si affida ai Camoranesi SI GIOCA A CASERTA E AVERSA, IL CT NUCCORINI PUNTA SUL BLOCCO BRASILIANO Il caldo a 5 si affida ai Camoranesi Dieci oriundi su 14 nell'Italia che da oggi affronta gli Europei Roberto Condio Non uno, bensì dieci Camoranesi. Dieci oriundi (su 14 convocati) in un'Italia che si appresta a giocare un Europeo. Potrebbe essere argomento da polemica grossa se l'azzurro fosse quello di uno sport di vetrina. Invece è «soltanto» il calcio a 5 e, come accadde per l'hockey su ghiaccio, il rugby e il baseball, a discuterne restano gli addetti ai lavori, i diretti interessati. Il fatto è che l'ambiente del calcetto è tutt'altro che ristretto. I suoi numeri lo inseriscono fra gli sport emergenti: 2370 società, 75 mila tesserati con un t IS'to di incremento annuo, 2,5 milioni di praticanti (enonne 0 serbatoio amatoriali;). Tanta gente, dunque, che da oggi farà il tifo per l'Italia del 39emie romano Alessandro Nuccorini, et dal luglio 1997, impegnata fino a lunedì prossimo a Caserta e Aversa in un Europeo che, in caso dì successo, potrebbe rappresentare una svolta per tutto il movimento. Hproblema è che, per migliorare il 3 posto di Granada 1999 e il 4" di Mosca 2001, Nuccorini ha varato l'Italia meno italiana di sempre. I cognomi possono ingannare (Moratelli, Franzo!, Bertoni Mantovanelli, Vicentini), i nomi nonlascianodubbi: si chiamano Marcio, Daverson, Rodrigo, Ed^ar Roche, Carlos Alberto, sono nati in Brasile, la patria del «futsal», sono stati naturalizzati dal 1998, giocano nella nostra serie A e in 10 ora vestono l'azzurro. Una scelta.tecnicamente ineccepibile che ha però creato parecchi malumori. L'ultimo arrivato è Vinicius Bacare, 24enne attaccante della Lazio: nato a San Paolo, bisnonni di Padova, 20 giorni fa ha debuttato con l'Italia e, come Camoranesi, ha subito detto: «Ho sempre sognato questa maglia». Nessun problema di coscienza. Come Nuccorini, che spiega: «Se gli oriundi vanno bene per il campionato, sono ok anche per me. Io seèuo le indica-. zioni della serie A, dove giocano squadre piene di italo-brasiliani e italo-argentini. Ho un solo dovere: costruire la Nazionale migliore, in grado di vincere. E questa che porto agli Europei è la mia Italia più forte». Sulla carta, tutti d'accordo. Anche capitan Salvatore Zaffiro, 33enne difensore, uno dei 4 italiani doc assieme ai portieri Angelini e Ripesi e al laterale Ippoliti: «Puntiamo alla finale, siamo un gruppo tosto, senza divisioni. Certo, gli scontenti non mancano. E dispiace non vedere più in Nazionale gente che ha dato tanto al nostro sport come Rubei, Caleca, Quattrini Nuccorini, comunque, ha avuto coraggio. Ha fatto le sue scelte, sapendo di rischiare: se vìnce lo acclameranno tutti, se fallisce gli daranno addosso. Normale, nello sport». Resta anormale, però, un'Italia tanto brasiliana. «E perché? contesta Zaffiro -. I nostri oriundi hanno un passaporto uguale al mio, votano come me e sanno l'Inno di Mameli a memoria. Guardateci: lo canteremo a squarciagola. Lo stiamo insegnando anche a Bacare: lezioni accelerate sui pullman, con ripasso generale per tutti». Vedremo (e ascolteremo) da stase- ra, nel debutto delle 21 ad Aversa contro la Slovenia, in diretta su Eurosport come tutto l'Europeo. «Non vediamo l'ora di scendere in campo - garantisce Zaffiro -. È da tre settimane che siamo in ritiro e la tensione sale. Partire bene sarà fondamentale». Dopo gli sloveni, l'Italia troverà domani i cechi e giovedì i russi, mentre nell'altro girone se la vedranno la Spagna campione del mondo, Portogallo, Belgio e Ucraina. Poi, sabato e lunedì, semifinaU incrociate e finali. Edgar Bertoni, 21 anni