Bossi: bisogna tener conto della gente che protesta

Bossi: bisogna tener conto della gente che protesta . — -—-— IL SENATUR APPLAUDITO PA TREMILA PERSQiNE ALLA SERATA FINALE PER L'EUE&QNE DI MISS PADANI A Bossi: bisogna tener conto della gente che protesta «Ma forse ia sinistra ha lavorato bene dalla sua parte» Brunella Glovara MILANO I padani vanno alla guerra, però malvolentieri, e solo se saranno costretti a farlo dal Feroce Saladino. Perché «la pace è una buona scelta», e «se si può evitare la guerra, è megho». Così, e molto gravemente, dichiara Umberto Bossi, mentre va a battezzare la quinta edizione di Miss Padania, al Palalido di Milano pieno di 3 mila persone che tanto per cominciare applaudono con gran calore, oltre a Bossi, ìl cantautore Van de Froos e la sua canzone «Sciur Capitan», dichiaratamente pacifista. E' una serata di festa, è la versione invernale e chic (le signore hanno sciarpe verdi ma di lamé) del raduno dì Pontida. Ma la guerra incombe, e Bossi decide di partire proprio daha grande manifestazione pacifista di Roma: «Tre milioni in piazza... Bisogna tenerne conto, vuol dire che ci sono tanti dubbi», e vuol anche dire che «la sinistra ha lavorato bene dalla sua parte». Ma c'è anche «il dubbio che la guerra e la pace siano un pò' come la cicca americana», nel senso che «per distruggere la Serbia, i comunisti erano i più grandi guerrafondai. E ora che il pericolo è maggiore, dopo l'il settembre, adesso che c'è un altro Milosevic - anzi, peggio di Milosevic - adesso ì comunisti sono in prima fila per la pace». La pace, sia chiaro, «è una buona scelta. E' un bene fondamentale assoluto», rimarca Bossi. Però... però la storia insegna: «Roma lasciò i Germani invitti, e ì Germani sconfissero l'Impero». Ora, qui «c'è un Impero con capitale Washington», e «c'è stato l'il settembre, e ora c'è chi vuole toghere la spada all'Islam». E ì Padani, come si collocano tra l'Impero e Saddam? «I Padani sono sempre stati contro l'Islam», risponde Bossi, che ricorda la battaglia dì Poitiers, e quella di Lepanto, dove «ì padani veneti sconfissero i musulmani», e quella dì Vienna, «dove seimila lanceri padani guidati da un capitano dì ventura che si chiamava Eugenio dì Savoia, sconfissero l'Islam», e l'ultima, «in Voivodina, dove ì musulmani vennero polverizzati». Vista con un'ottica padana, la situazione è semphce: «Se sì tratta dì spada, uno la spada se la può tenere, ma senza usarla». Se la usa, «patti chiari, amicizia lunga», ammonisce Bossi. Saddam è avvertito (sempre che si ricordi di Lepanto e Vienna). E le «disobbedienti» Francia e Germania? «Loro sono la vecchia Europa socialista. Società piene di vecchioni... Noi invece facciamo le riforme, guardiamo al futuro, cioè le famighe e ì giovani, che sono strategici». E strategiche devono essere anche le finaliste di Miss Padania, se riescono a portare al Palalido una sfilza di ministri e sottosegretari, e Vip, e Letterine, e personaggi dello spettacolo e deha pohtica, dall'amministratore delegato del Milan Adriano Galhanì ai Fichi d'India, dalla showgirl Luisa Coma ad Alessandra Guerra, vera eroina della Lega, in Usta con Tondo contn) my per conquistare la regione Friuli (e quando è entrata in platea, il Palalido è scattato in piedi gridando «Vinci! vìncìl»). In platea, oltre al presidente della giurìa Renato Pozzetto (al sue battesimo leghista), un ospite inatteso come il sindaco di Milano Gabriele Albertinì, che si è detto «febee eh trovarsi qui, dopo molte incomprensioni...», finalmente dimentico dei tempi in cui Bossi lo chiamava «Albertina». Acqua passata: il sindaco ieri scherzava sulle proprie capacità di «distìnguere ìl Dna celtico» nelle ragazze finaliste, tutte di sicuro sangue padano. da Busto Arsizìo in su. Acqua passata anche per il sottosegretario al Welfare, il leghista Brambilla già in disgrazia, e ora seduto vicinissimo a Bossi. Tutti amici, tutti febei. Il ministro Lunardi (Infrastrutture), e ìl coUega Tremontì (che conquista un posto alle spalle di Bossi). Il ministro Castelli (che sul fronte guerra si dichiara favorevole «ad una soluzione pohtica», prima di arrivare ai bombardamenti). C'è persino Ciho Tortorella (non vestito da Mago Zurli), che cerca si scippare il posto di presentatore a Marco Balestri. C'è il presidente di Raì2 Antonio Marano, forse qui a caccia di volti nuovi, forse, e c'è l'Albertoni consìghere di amministrazione deha Rai, con pochette verde Lega in bella vista. Un vero «parterre de roi», da Memo Remigi in giù, tutti stretti intomo al re padano «sempre nemico dell'Islam». «I Padani sono tempre stati contro l'islam A Lepanto i veneti sconfissero i musulmani, e così a Vienna guidati da Eugenio di Savoia» I ministri leghisti Umberto Bossi (Riforme) e Roberto Castelli (Giustizia)