Il dilemma dì Bush, stretto tra l'Onu e la piazza

Il dilemma dì Bush, stretto tra l'Onu e la piazza DOPO IL RAPPORTO DEGLI ISPETTORI E LA MOBiLITAZIONE MONDIALE Il dilemma dì Bush, stretto tra l'Onu e la piazza Due vie: una seconda risoluzione a rischio di veto o andare avanti da solo retroscena Paolo Mastrolilìf NEW YORK IL presidente Bush ieri ha parlato di terrorismo, variando sul tema dopo il rapporto degh ispettori Onu sull'Iraq. Ma con mighaia di persone radunate a New York per protestare contro la guerra, l'attenzione del Paese era tutta concentrata sulle prossime mosse della Casa Bianca nella resa dei conti con Saddam. «L'Amministrazione - ha sintetizzato l'ex analista della Cia Kenneth Pollack - ha deciso di attaccare circa tre settimane fa. Da allora lavora per ottenere l'appoggio del Palazzo di Vetro, o comunque ragpnippare il maggior numero possilìle di Paesi. Il tempo però stringe, perché la guerra doveva cominciare entro la prima metà di marzo e le proteste si sommano al rapporto degh ispettori nel complicare le cose, obbligandoigoveraantifavorevoli all'attacco ad andare contro la marea dell'opinione pubblica». Il sabato di Bush è iniziato col solito discorso radiofonico, in cui ha parlato di terrorismo per rassicurare la popolazione: «Gh americani devono continuare la loro vita normale. L'allarme era motivato, ma aveva soprattutto lo scopo di spingere le strutture pùbbliche e quelle private a prendere le iniziative necessarie a prevenire altri attentati. I nostri nemici voghono ancora colpirci, e non esiste la garanzia di una sicurezza al cento per cento. I dttadini però devono sapere che il govemo lavora 24 ore al giorno per evitare attacchi». La. Casa Bianca non si è soffermata troppo sulle manifestazioni, che in passato aveva dipinto come una dehe ragioni che giustificano l'intervento contro il dittatore. «Il Presidente - ha commentato il portavoce Jeanie Mamo - vede la forza come l'ultima risorsa. Lui S^d^SfiS01!! Swiibnertàee ddifSmSSl uno dei valori democratici che abbiamo più a cuore è il diritto delle persone a riunirsi pacificamente ed esprimere i loro punti di vista». Le marce, in sostanza, dimostrano la libertà di cui si gode nelle democrazie, negata invece agh iracheni che Washington intende aiutare. Anche dalla capitale, però, era difficile non sentire l'eco della protesta che chiedeva di trovare strade diverse per toghere il giogo ai sudditi del Baìss. Ma Usa e Gran Bretagna non vedono molte altre strade, visto che ieri Blair ha detto: «Rimuovere Saddam sarebbe un atto umanitario». E ha definito «sospette» le ultime concessioni di Baghdad, mentre «de sue anni sono vere». Quindi ha ribadito che il Palazzo di Vetro deve agire, perché se non lo farà «l'autorità dell'Orni andrà perduta». La Gran Bretagna vorrebbe ancora la seconda risoluzione, ma a questo punto non esclude di attaccare con gh Stati Uniti e gh altri Paesi disponibili. Dopo D rapporto di venerdì, del resto, le opzioni di Bush e Blair si sono ridotte sostanzialmente a due: presentare comunque la seconda risoluzione, rischiando il veto o la bocciatura, o attaccare da soh. Un piccolo aiuto è venuto ieri dal Segretario dell'Onu, Kofi Annan, il quale ha detto che una seconda risoluzione potrebbe essere necessaria» e che «gli ispettori debbano continuare il loro lavoro, ma se non d sarà cooperazione il Consiglio di Sicurezza constaterà che l'operazione sarà diventata una iniziativa senza senso e le ispezioni potrebbero finire». Washington è rimasta sorpresa dai pochi Paesi che l'hanno sostenuta, perché oltre a Gran Bretagna, Spagna e Bulgaria pensava di convincere anche Cile, Angola e forse Guinea e Pakistan. Con una maggioranza di voti nel Consiglio poteva presentare ieri la risoluzione già pronta per autorizzare la guerra, e definire irragionevole l'eventuale veto francese. Ora, se i consensi non aumenteranno con l'azione di lobby già comindata, Bush potrebbe essere costretto a presentare un testo annacquato, che si limiti a considerare l'Iraq in violazione materiale della 1441, nella speranza di trovare un compromesso con Parigi da qui all'inizio di marzo. In caso contrario, l'azione solitaria diventerebbe l'unica alternativa. Washington conta di sbloccare lo stallo alla Nato riguardo la Turchia in settimana, e il Pentagono ha mobilitato altri 20.000 uomini. I militari però vorrebbero attaccare nelle notti senza luna ai primi di marzo, e se andasse cosi non d sarebbe nemmeno il tempo per aspettare il rapporto del 14 proposto dai francesi. di trovarsi in minoranza al Consiglio di sicurezza La Casa Bianca sorpresa E i tempi si fanno stretti non collabora le ispezioni diventeranno senza senso Kofi Annan : se Baghdad e potrebbero finire New York: vorrebbero raggiungere il Palazzo di Vetro, ma gli agenti li bloccano

Persone citate: Bush, Jeanie Mamo, Kenneth Pollack, Kofi Annan, Paolo Mastrolilìf