A tavola con Rossella O'Hara gustando i muffins di Mamie

A tavola con Rossella O'Hara gustando i muffins di Mamie CUCINEMA A tavola con Rossella O'Hara gustando i muffins di Mamie r&ADiLSAWTa, II primo caso eclatante risale a una quindicina di anni fa: all'epoca, «Il pranzo di Babette» pellicola tratta da un racconto di Karen Blixen, aveva ispirato non pochi ristoratori torinesi a propome le ricette, prima fra tutte le quaglie «en sarcophage». Per non dimenticare l'elogio alla gola declamato ne «La grande abbuffata», storico film di Marco Ferreri, del 1973. Esordi di una tendenza che nell'ultimo periodo sta prendendo piede, tanto che di film incentrati sul cibo se ne contano a manciate. Basti citare che ieri ai Fratelli Marx è apparso «Tortilla soup», rifacimento di «Mangiare bere, uomo donna» di Ang Lee (1995), ambientato a Los Angeles, dove abbondano tortillas, chili, pomodorini piccanti, specialità della cucina tex-mex, un po' texana un po' messicana, come i protagonisti della pellicola firmata da Maria Naranjo. L'ampia e costante citazione culinaria nelle sale cinematografiche sta influenzando nuovamente i ristoranti cittadini, tanto che il Paglia 5- Fieno Bistrot di corso Fiume 11/c si è addirit¬ tura inventato una rassegna, quattro incontri «per sperimentare, anche attraverso il senso del gusto, sapori, suggestioni e ricette tratte dal grande schermo». Ogni serata di «Cucinema», questo il titolo del ghiotto evento, approfondisce un argomento diverso: dopo i primi appuntamenti con «Desiderio e seduzione» e «Cibo e società» (andati esauriti in un amen), filo conduttore del 24 febbraio sarà «Mangiare per comunicare», lunedì 3 marzo «Incontri tra culture diverse». Partecipare costa 30 euro, vino della casa incluso (s'inizia alle ore 21). A tavola, i commensali seguono sul video le sequenze clou delle varie pellicole commentate da Umberto Mosca, critico Aiace, mentre gh chef del locale servono i piatti fedelmente ripresi da quelli appena visti e raccontati nei film, dalle sette alle otto portate in totale. Nel menù per cinefili che apprezzano l'alta, cucina, appaiono di volta in volta i maccheroni ("zite") al ragù napoletano cucinati dalla Loren in «Sabato, domenica e lunedì»; l'anatra all'arancia apparsa in «Babe, maialino coraggioso», oppure il cosciotto di cinghiale arrosto che è una ghiottoneria di ((Asterix e Obelix contro Cesare». Né mancano le tartine al caviale a rievocare l'elegante cena in prima classe servita nel pluripremiato «Titanio», e il riso alla Thai di «The beach», con un DiCaprio alla ricerca di nuove emozioni nell'isola idilliaca dove si mangia solo pesce, riso e vegetah. La divagazione gastronomica va oltre: accanto ai capitoli sui primi e secondi piatti, arrivano gli «sfizi» ovvero i dolci. Da «Via col vento» vengono attinti i Muffins di Tara, gh squisiti dolcetti del Sud che Mamie offriva su un vassoio a Rossella intenta ad allacciarsi il busto; da «Vatel» la Crème Chantilly e fragoline di bosco creata da Vatel-Depardieu in occasione di una festa alla presenza di Luigi XIV a VersaiUes. Immancabile, la Torta di Madame Vianne, specialità al peperoncino del campione d'incassi «Chocolat» con Juliette Binoche, tratto dal romanzo di Joan Harris, uno di quei film che in tema di «galupperie» ha lanciato quasi una moda. Ad iniziativa appena avviata, il Bistrot conta già di replicarla in primavera: nel menù, ci sarà anche la «Tortilla soup». gGIBVsmPIraIIBCiPLtd»

Luoghi citati: Los Angeles