Un nuovo portico per camuffare il Palazzaccio
Un nuovo portico per camuffare il Palazzaccio DOPO ANNI DI POLEMICHE LA MANO DEGLI ARCHITETTI SU UNO DEGLI ANGOLI PIÙ PREZIOSI E DISCUSSI DEL CENTRO CITTADINO Un nuovo portico per camuffare il Palazzaccio Presentato in Comune il disegno che cambierà piazza San Giovanni Emanuela Minucci Ci volevano le Olimpiadi, o forse l'incarico a un grande architetto come Aimaro Isola, o, ancora, la supervisione di uno storico della città come Carlo Olmo. Fatto sta che, grazie a questa coincidenza di eventi, il dilemma estetico del Palazzaccio dei Lavori pubblici sta per essere risolto. E come spesso accade, quando hi gioco ci sono «pezzi importanti» della città, la soluzione è, come hanno fatto notare ieri a Palazzo Civico, un'aristotelica via di mezzo fra le ruspe e il camuffamento totale. Erano più o meno vent'anni che le amministrazioni locali, o meglio, gli assessori all'Arredo urbano, con l'appoggio o la contrarietà - dipendeva dai casi - del Consiglio comunale, provavano a dare un soluzione al rebus di piazza San Giovanni: quell'opera progettata fra il 1957 e il 1959 da Mario Passanti, che per il successivo mezzo secolo sarebbe diventato il paradigma del «brutto urbanistico» sotto la Mole. Oggi, dopo mille progetti annunciati e rimasti pura teoria, (l'ultima era quello caldeggiato dall'ex-assessore Gianni Vemetti, che proponeva di coprirlo con una serie di specchi), si è finalmente arrivati alla soluzione, con tanto di fotografia simulata. A presentarla ieri, in Comune, subito dopo l'approvazione da parte della giunta, il suo creatore Aimaro Isola, insieme con gli architetti Giovanni Durbiano e Luca Reinerio, gli assessori alla Cultura Fiorenzo Alfieri e alla Viabilità Maria Grazia Sestero e il direttore di Divisione Biagio Burdizzo (gli ultimi due, fra le altre cose, risultano anche «inquilini» del palazzaccio). Oggetto della conferenza stampa, in cui il «travestimento» del Palazzaccio è spuntato come un coniglio dal cilindro, un progetto di respiro molto più vasto, in grado di valorizzare finalmente tutto l'ambito archeologico (che verrà trasformato in parco) compreso fra il Duomo e le Porte Palatine. «Speriamo che i giornalisti non si occupino soltanto del Palazzaccio e si dimentichino di quest'operazione in cui nei secoli si sono cimentati, un po' tutti, da Juvarra in poi» ammoniva l'assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri. Nonostante la sua raccomandazione, i riflettori delle telecamere puntavano sulle colonne che nasceranno attorno alla creatura di Passanti, e a quella tettoia che ne omogeneizzerà la struttura con il resto dell'ambiente senza violentarne troppo l'anima strutturale. «E' una gran bella soluzione, gradita al city-architect Carlo Olmo e alla Sovrintendenza» faceva notare l'assessore Alfieri pur antici¬ pando che, comunque sia, la Città aprirà un dibattito sulle soluzioni individuate. E già ieri mattina è stato compiuto un primo passo in questo senso, presentando il progetto in commissione. «La creazione del porticato attorno al Palazzo - ha poi spiegato il professor Isola - non avrà soltanto una funzione estetica, ma si potrà chiudere con vetrate il vecchio perimetro, ricavando così un piacevole spazio pubblico che potrà essere occupato da dehors o uffici turistici della città». E ha poi concluso, l'architetto: «Il sistema di colonnato mitigherà l'inadeguatezza della forma ad "H" del palazzo nella direzione di fame percepire la forma originaria a isolato chiuso, mentre un tetto di lose, parte in pietra, parte in vetro, sorretto dalle stesse colonne, celerebbe l'altra anomalia più evidente del palazzo rispetto al luogo: il tetto piano». Ecco come sarà piazza San Giovanni secondo il progetto presentato in Comune: il traffico sarà vietato alle auto, soltanto i tram potranno attraversare l'area e raggiungere corso Regina Margherita
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