Le azzurre ci riprovano nello slalom di Marco Ansaldo

Le azzurre ci riprovano nello slalom SCI, PENULTIMO GIORNO DI GARE Al MONDIALI DI SAINT MORITZ Le azzurre ci riprovano nello slalom Gius, Ceresa, Moegg e Karbon contro Paerson e Kostelic Marco Ansaldo inviato a ST.MORITZ Uno guarda la neve e pensa che sia bianca e uguale per tutti. Poi parla per qualche giorno con i tecnici e gli atleti della Nazionale italiana e scopre che è come la mattina al bar quando si ordinano i caffè e non ci sono due avventori che lo chiedano allo stesso modo: a St. Moritz il destino ci ha assegnato naturalmente quella del peggior tipo, triturata dai cingoli dei gatti meccanici, non ghiacciata e con alcune qualità che mai avremmo immaginato esistessero in natura, ad esempio ima neve «aggressiva» voi l'avevate già vista o è il frutto di questi momenti in cui Bush si presenta spesso in tv? Se ne discute fino alla noia, come dei pendii che non sono mai quelli giusti per esaltare le nostre qualità. Il guàio è che di questi dettagli se ne fa il nocciolo di ogni vigilia, almeno nelle domande dei giornalisti, E gli atleti, poveri giovani, che fanno? Ci credono e costruiscono l'alibi preventivo. Perché quando scendono la Paerson o Bode Miller o la Janica Kostelic, pur con il ginocchio «sifulino», la neve si comporta da neve, cioè resta sotto gli sci e solleva qualche sbuffo, invece quando tocca ai nostri si rivela ima mistura maledetta e si parte ad handicap. Temiamo che la differenza sia un'altra. Maradona era un fenomeno persino quando palleggiava nel fango, altri non ci riescono sulle più curate pelouse. La questione che emette dai Mondiali è che l'Italia dello sci ha un debito contratto nelle stagioni in cui Tomba, la Compagnoni, la Putzer e in parte Ghedina coprivano l'enorme vuoto alle loro spalle: un «buco» di sei o sette anni che emerge mentre si fanno strada le nuove generazioni, promettenti ma non ancora pronte. La squadra femminile che partecipa allo slalom, nel penultimo giorno del Mondiale, ne è la riprova. «Abbiamo bisogno di almeno due anni per portarci ai vertici - ammettono i tecnici azzurri -, per il momento dobbiamo sperare in qualche exploit portato dal talento naturale». Com'è successo, quasi alla vigiha di Capodanno, a Semmering, quando Nicole Gius, piccola soldatessa altoatesina, s'è inventata un terzo posto in Coppa del Mondo che è l'unico risultato notevole delle quattro in gara oggi: oltre alla Gius, Annalisa Ceresa, Manuela Moegg, la rivelazione giovedì in gigante, e Denise Karbon che in quella prova ha ottenuto la sola medagha di questa spedizione, un argento. Età minima: 19 anni. Massima: i 25 anni della Ceresa tra un mese. Ci sfuggono le ragioni per cui le azzurre possano passare dai consueti piazzamenti dopo il decimo posto al podio: se ci riusciranno o ci andranno vicine sarà un'impresa formidabile, altrimenti potremo dire che ce l'aspettavamo, non per la neve ma perché dalle mele ancora acerbe non si ricava un succo zuccherino. Si dovranno aspettare i Mondiali di Bormio o l'Olimpiade di Torino, guardando le ragazze con simpatia. La pattuglietta parte senza grandi responsabilità. I test con la Nazionale svedese sono stati confortanti. «Riuscivamo persino a fare meglio della Paerson», hanno raccontato la Karbon e la Moellg. Peccato che in gara la figlioccia di Stenmark, nonché figlia del tecnico che traccerà la seconda manche, sia una bestia più inarrestabile che in un allenamento. Ha vinto il «gigante» con un secondo e mezzo di van- taggio e i due migliori tempi di manche, si può ripetere. La Kostelic non concorda. «Là favorita sono io - ha detto -, sono la campionessa olimpica, sono stata la più forte in Coppa. Il problema al ginocchio? Una stupidaggine». Ma chi l'ha vista annaspare nel «gigante» di giovedì si chiede se la croata abbia ingigantito la portata del dolore per sublimarsi in martire agli occhi del suo popolo dopo la vittoria in combinata (quando restò a terra al traguardo) o se il menisco davvero non le dia pace. Sia la Pearson che la Kostelic hanno, oltre alla classe, la potenza. Abbattono i paletti a spallate, alle nostre, ben più esili, può succedere quasi di rimbalzarci contro. Occhio anche all'americana Koznick e può spuntare un'austriaca (magari la Schild che parte con il primo pettorale) visto che dicono sia per accontentare lo squadrone più forte del mondo che al Mondiale preparano questa neve e disegnano piste che il finlandese Palander ha definito «buone per i bambini dell'asilo». Neve e piste. Maledizione, ci siamo caduti a parlarne pure noi. Wil La campionessa svedese non brilla in allenamento in gara però è una furia Ma la croata avverte: «La favorita sono io e sono sempre la migliore» I tecnici italiani mettono le mani avanti: «Abbiamo bisogno di un paio d'anni per portarci al vertice Per ora dobbiamo sperare in qualche exploit isolato» E' di Nicole Gius il miglior risultato quest'anno in slalom: si è classificata terza a Semmering

Luoghi citati: Bormio, Italia, Torino