Lo shuttle distrutto dal calore di R. Cri.
Lo shuttle distrutto dal calore L'INCHIESTA DELLA NASA Lo shuttle distrutto dal calore WASHINGTON Sono morti in un tremendo abbraccio di calore, una vampata intollerabile. Accadde quando il Columbia, all'inizio della fase di discesa verso la Terra, accusò, per cause che restano tutte da determinare, una falla devastante. Un flusso d'aria ad altissima temperatura penetrò nell'ala sinistra e forse anche nel vano del carrello sinistro: è la conclusione alla quale è arrivato un gruppo di esperti e di inquirenti che cerca di chiarire i motivi del disastro. Il primo febbraio, un sabato, 16 minuti prima dell'ora prevista per il suo atterraggio, lo shuttle andò perduto: aveva a bordo sette astronauti, tra cui un israeliano, tutti morti. Il Columbia si disintegrò come una stella filante, spezzandosi in migliaia di frammenti. L'ondata di calore all'interno della navetta è la prima conclusione significativa cui. è giunta la commissione d'inchiesta sulla sciagura dello shuttle, il più grave incidente spaziale dalla tragedia del Challenger al decollo, il 28 gennaio 1986. Steven Schneider, un consulente dell'agenzia spaziale Usa, spiega che una fessura minima sarebbe bastata: l'ingresso della vampata d'aria rovente avrebbe innescato un'esplosione. La Nasa rivela che le commissioni d'indagine all'opera hanno accertato che l'innalzamento anomalo della temperatura registrato da sensori del Columbia negli istanti precedenti la disintegrazione non può essere stato provocato solo dalla mancanza, o dall'inefficienza, di una piastrella dello scudo termico. Stando a quanto ha riferito un portavoce dell'ente spaziale, James Hartsfield, tecnici e inquirenti ritengono che gh aumenti di temperatura segnalati siano stati provocati dalla presenza all'interno della navetta di plasma, cioè di aria super- riscaldata a temperature intomo ai 1. 100 gradi. L'ipotesi più plausibile è che si sia aperto un varco nello shuttle, attraverso il quale sarebbe penetrata l'aria rovente. La vampata fu probabilmente tale da far perdere coscienza agli astronauti, anche se la loro morte sarebbe sopravvenuta - era stato detto in precedenza tra i 60 e i 90 secondi più tardi. Le conclusioni finora raggiunte dall'inchiesta sono compatibili con le teorie di un cedimento strutturale. [r. cri.]
Persone citate: James Hartsfield, Steven Schneider
Luoghi citati: Columbia, Usa, Washington
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