Eutanasia per Dolly prima pecora clonata

Eutanasia per Dolly prima pecora clonata SOPPRESSA PER UNA GRAVE MALATTIA POLMONARE Eutanasia per Dolly prima pecora clonata L'annuncio dato dai ricercatori dell'Istituto Roslin di Edimburgo dove l'animale era stato creato nel '96: «Il male era irreversibile» I genetisti: «E il segnale che ci vuole cautela per i prossimi test» Maria Chiara Bonazzi LONDRA Non era affatto vecchia per essere una pecora. Eppure Dolly, il primo mammifero clonato da una cellula adulta, è morta. Aveva solo sei anni e mezzo, ma i veterinari hanno dovuto procedere all'eutanasia quando si sono resi conto che era affetta da una malattia polmonare progressiva, di solito riscontrabile in animali più anziani. Lo ha confermato ieri il Roslin Institute, il centro di ricerca scozzese che l'ha creata. La fine di Dolly potrebbe aggiungere qualcosa di molto importante al dibattito sulla clonazione umana. Normalmente una pecora può arrivare a 12 anni di età, ma Dolly aveva già manifestato in passato segni preoccupanti di invecchiamento precoce. Nel gennaio dell'anno scorso l'animale si ammalò anzitempo di artrite, e il professor lan Wilmut, leader dell' equipe del Roslin, commentò che la tecnica usata per produrla «non era efficiente» e andava rivista. Ma già nel 1999 gli scienziati, esaminando il corredo genetico di Dolly, si erano resi conto che i suoi telomeri, cioè le strutture situate all'estremità dei cromosomi, erano più corte di quello che avrebbero dovuto essere e avevano capito che l'animale avrebbe potuto morire prematuramente. Era un segnale cruciale, che avrebbe potuto provare o smentire la teoria secondo cui la lunghezza dei telomeri è legata all'invecchiamento. Il punto è che Dolly, creata da una cellula mammaria di una pecora di sei anni, aveva sempre avuto i telomeri più corti del normale: in breve, potrebbe essere nata già vecchia. Proprio nel momento in cui c'è chi si proclama in grado di far nascere i primi bambini clonati, la morte di Dolly potrebbe diventare enormemente significativa. Ieri Patrick Dixon, studioso di etica della clonazione, ha detto: «Il punto è stabilire di che cosa è morta Dolly e se tale causa sia attribuibile all'invecchiamento prematuro. Dolly non era vecchia, da aver bisogno di essere abbattuta». Il dottor Harry Griffin, del Roslin Institute, ha detto che è in corso l'autopsia su Dolly e che tutti i risultati significativi saranno resi pubblici. Riguardo all'infezione polmonare, ha aggiunto: «Le pecore possono vivere fino a 11 o 12 anni e questo tipo di malattia è più comune neUe pecor più vecchie, specie quelle che non vivono all'aperto». Dolly era un animale creato secondo un disegno preciso. Nacque il 5 luglio del 1996, ma la sua esistenza fu rivelata al pubblico solo sette mesi dopo e fu sibito salutata come una delle grandi conquiste scientifiche del decennio. Persino il suo nome era stato pensato per attrarre simpatia: poiché era nata da una cellula mammaria, gh aiutanti che diedero una mano ai veterinari per farla nascere pensarono bene di affibbiarle lo stesso nome di Dolly Parton, la celebre cantante country. Nel corso della sua vita la pecora ha concepito naturalmente quattro agnellini sani, da un esemplare maschio di nome David. Ma la sua nascita, dopo decine di tentativi andati male, ha acceso un furioso dibattito sull'etica della clonazione. Le implicazioni scientifiche potrebbero perfino estendersi alla clonazione terapeutica. All'epoca in cui fu scoperto che i telomeri della prima pecora clonata erano più corti del normale, Alan Coleman, uno dei direttori della ricerca che produsse Dolly, spiegò: «Nel momento in cui si dovessero trapiantare deUe cellule sostitutive in un essere umano, ci sarebbe da chiedersi quanto tempo sono in grado di durare». Una cosa è certa: la morte di Dolly sarà molto importante per le conoscenze sul ciclo vitale delle cellule e sui processi di invecchiamento. Il suo corpo era stato promesso al National Museum of Scotland, dove sarà esposto quando gli scienziati avranno concluso le loro ricerche. Una fine molto pubblica per una pecora le cui gravidanze e tosature facevano sempre notizia. Il maglione ottenuto dai ricci di Dolly era già finito a suo tempo nella bacheca di un museo. Dolly, la prima pecora clonata della storia

Persone citate: Alan Coleman, Dolly Parton, Harry Griffin, Maria Chiara Bonazzi, Patrick Dixon, Wilmut

Luoghi citati: Edimburgo, Londra