Diretta Rai negata, Casini e Pera contro Saccà di Maria Grazia Bruzzone

Diretta Rai negata, Casini e Pera contro Saccà ASPRA BATTAGLIA IN VISTA DELLA MANIFESTAZIONE DI DOMANI Diretta Rai negata, Casini e Pera contro Saccà «Il Parlamento non si fa influenzare dalla tv». Cda sempre più isolato Maria Grazia Bruzzone ROMA «E' inaccettabile dire che l'eventuale scelta di una diretta della manifestazione di domani sulla pace potrebbe incidere sul dibattito parlamentare». Casini e, a ruota. Pera, respingono le motivazioni addotte in Vigilanza dal direttore generale Rai Sacca per negare la diretta chiesta da RaiTre e Tg3. Fini e il portavoce di Forza Italia Bondi danno ragione a Casini. L'opposizione esulta, ringrazia e ridicolizza la scelta dei vertici Rai. I quali si rimpallano le responsabilità della decisione. «Così aveva stabilito il Cda», sostiene Sacca. «Sì, ma su proposta del direttore generale», replica Baldassarre. E mentre anche Italia I (oltre a La 7) fa sapere che trasmetterà uno speciale con collegamenti diretti, e 210 giornalisti Rai riuniti al congresso dell'Usigrai girano un videocomunicato in cui appaiono imbavagliati prearmunciandone la ci emorosa messa in onda nei principali tg e gr Rai, il vertice di viale Mazzini, appare sempre più isolato e traballante. Il presidente della Camera ha parlato in aula, sollecitato dal deputato ds Beppe Giulietti. «La Rai sceglierà se fare la diretta in base a un autonomo criterio valutativo, ma non posso accettare la ragione adottata per negarla: che essa verrebbe a incidere sull'autonoma decisione del Parlamento. Sia la maggioranza che l'opposizione sono composte da persone maggiorenni e vaccinate», ha spiegato tra generali applausi. «Questo Parlamento è autonomo e so¬ vrano e certamente non si fa influenzale da alcuna trasmissione televisiva», gli ha fatto eco Marcello Pera, rispondendo a una domanda analoga del senatore della Margherita Michele Lamia. «Bene Casini - concorda Gianfranco Fini - qualsiasi cosa la Rai avesse fatto vedere, non mi avrebbe influenzato». «Una precisazione giusta», si associa Sandro Bondi. E il segretario dell'Udo Marco Follini va oltre e ribadisce il suo punto di vista favorevole alla diretta perché «pur avendo idee diverse dai manifestanti, trovo giusto che la Rai dedichi la massima attenzione a quell'evento». Più scontato il plauso a Casini e Pera da parte del centrosinistra, che coglie l'occasione per sottolineare «l'evidente politicizzazione del vertice Rai», denunciare come a questo punto «la motivazione addotta si riveli come un alibi ipocrita», chiedere loro «un ripensamento» di quel no che Guglielmo Epifani dalla Cgil bolla come «ridicolo» e «di regime». Più severo il giudizio di Cofferati, ispiratore di un editoriale sul sito della Fondazione Di Vittorio dove le parole di Casini, ancorché «apprezzabili», sono ritenute «insufficienti» perché confermano «l'esistenza di un problema irrisolto»: «l'emergenza» radiotelevisiva». Non stupisce di fronte a tale unanime consenso il palpabile imbarazzo di viale Mazzini, evidenziato dal reciproco scaricabarile tra Sacca e Baldassarre, già ai ferri corti e arrivati proprio il giorno prima a un duro scontro sulle reciproche prerogative sul licenziamento di Alda D'Eusanio. «E' stato il Cda della Rai a votare contro l'ipotesi di una diretta della manifestazione», fa sapere l'entourage di Sacca, ricordando l'assenza di un regolamento ad hoc, già chiesto alla Vigilanza e il fatto che le leggi sull'accesso non prevedono «alcun obbligo» per la Rai in materia di dirette. Insomma, la motivazione dell'interferenza col dibattito parlamentare addotta dal direttore generale era solo una delle tante, puntualizzano non meglio precisati «ambienti Rai». Baldassarre tiene botta. «Il Cda ha detto no alla diretta su proposta conforme del direttore generale, come da verbali», replica il presidente. Puntualizzando inoltre, a scanso di equivoci, che né lui né Albertoni hanno mai usato quell'argomento diventato ormai scabroso, dell'influenza sul Parlamento. Riesaminare la cosa? «La richiesta deve venire dalla direzione generale. E finora non è arrivata», risponde tranquillo il presidente. L'impasse di viale Mazzini (ieri la Rai si è fatta sfilare da Antenne2 l'intervista a Tarek Aziz, oggi la diretta dall'Onu la farà 240reTv) fa naturalmente rifiorire le voci su un avvicendamento del Cda. Ma Baldassarre, il quale aveva già detto di voler verificare se esiste ancora un rapporto di fiducia fra Cda e direttore generale, sarebbe intenzionato a chiedere la sostituzione di Sacca. Tanto che è già cominciato il totonomine, e si vocifera dell'improbabile ritomo di Giancarlo Mengozzi, oppure sull'arrivo di Stefano Parisi. Il quale, da Confindustria, si è affrettato ad anticipare il suo «no grazie». I presidenti di Senato e Camera, Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini

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