Scoperto il più giovane cratere lunare

Scoperto il più giovane cratere lunare *v -* 3**» - W **l *0. ~«««f" «i ; ■^ .^j^.^e^ Il luogo di impatto della sonda «LunarProspector», fatta precipitare sulla Luna il 31 luglio 1999 Scoperto il più giovane cratere lunare NEL 1953 L'ASTROFILO LEON STUART FOTOGRAFO' SULLA LUNA UN LAMPO CAUSATO DALL'IMPATTO D'UN PICCOLO ASTEROIDE: ORA DUE RICERCATORI HANNO INDIVIDUATO SU FOTO SPAZIALI IL CRATERE CHE SCAVO', LARGO 2 KM Americo Bonanni NEL 1953 un astrofilo americano, Leon Stuart, osservò una piccola esplosione di luce sulla superficie della Luna, proprio al confine tra la zona illuminata e quella in ombra. Poco più di un flash, durato 8-10 secondi. Ma Stuart non solo lo notò, riuscì anche a fotografarlo. QueU'awistamento è entrato nella storia. Quasi tutti nell'ambiente astronomico sono d'accordo nel considerarlo il primo caso documentato in cui si sia osservata in diretta la caduta di un asteroide sulla Luna. Naturalmente, non essendoci atmosfera, non ci fu una scia luminosa come invece avviene per le nostre meteore, ma solo il lampo generato dall'impatto. Ora si potrebbe dire che è airivata anche la prova balistica: il cratere lasciato da quell'evento. Lo ha individuato Bonnie Buratti, del Jet Propulsion Laboratory (Nasa), in collaborazione con Lane Johnson, del Pomona College, in California. Basandosi sulla foto scattata da Stuart, i due hanno calcolato la potenza dell'esplosione: attorno al mezzo megatone (30 volte la bomba atomica di Hiroshi¬ ma). Da qui si è potuto stabilire che il cratere lasciato dall'impatto doveva avere un diametro al massimo di 2 chilometri. Troppo piccolo per individuarlo con i telescopi terrestri. Così i due ricercatori hanno cominciato a esaminare le immagini trasmesse dalla sonda americana Clementine, che nel 1994 compì 70 orbite attorno alla Luna tracciando ima mappa ad alta risoluzione di tutta la sua superficie. Alla fine è saltato fuori qualcosa: un piccolo cratere di un chilometro e mezzo situato nella zona dove Stuart vide il lampo. Secondo gli autori dello studio, che sarà pubblicato sulla rivista «Icarus», è ciò che resta dell'impatto del 1953. All'analisi spettroscopica, infatti, il materiale che lo circonda ha delle caratteristiche che lo qualificano come molto giovane. Ad esempio è più blu rispetto ad altre regioni lunari. «Ciò che abbiamo trovato dice Buratti - è il cratere più recente mai scoperto sulla superficie della Luna». A parte la curiosità storica, la ricerca in questo campo può portare informazioni scientifiche interessanti proprio per via della "giovinezza" del materiale che l'arrivo del piccolo asteroide ha messo allo scoperto. Lì ci sono polveri e rocce lunari che solo da pochi anni sono state scagliate in superficie, e che, quindi, non ancora hanno subito il normale processo di erosione causato dalle radiazioni solari e dalle micrometeoriti. Così la caccia continuerà anche nei prossimi mesi. Non tutti sono concordi con l'interpretazione della Buratti. Peter Brown, delTUniversità del West Ontario, in un articolo su «New Scientist» ritiene addirittura che lo stesso Stuart si fosse sbagliato nel '53. Il lampo da lui osservato non sarebbe stato altro che una comune meteora entrata nell'atmosfera terrestre bruciando per l'alta velocità. Il fatto che non abbia lasciato la classica scia dietro di sé dipenderebbe, sempre secondo Brown, dalla sua direzione di caduta, che puntava esattamente verso la zona in cui si trovava l'astrofilo americano. In questi casi la meteora viene definita "puntiforme", e solo una casualità l'avrebbe fatta capitare proprio in corrispondenza del punto della volta celeste dove in quel momento c'era la Lima. Ma per la scienziata americana le prove a favore dell'impatto sono decisamente troppe per poterle scartare così. Negli ultimi anni la ricerca di lampi luminosi sulla Luna si è fatta costante, e sono molti gli astrofili che, nei periodi in cui si prevedono piogge di meteoriti (come n3l caso delle Leonidi a novembre) riprendono il nostro satellite con telecamere e altri strumenti per catturare il rapido flash causato dall'eventuale impatto di un frammento che, anziché incontrare la Terra e bruciare nella nostra atmosfera come stella cadente, ha avuto la sorte di andare invece a sconquassare la polvere della Luna. Una campagna osservativa del genere nel novembre 1999 portò a individuare sei flash, confermati da almeno due diverse osservazioni. Rimane invece ancora senza prove l'episodio più imponente, quello narrato da Gervaso di Canterbury nel 1178, quando registrò nelle sue cronache che alcuni testimoni avevano visto una vera e propria esplosione sulla Luna. Alcuni ritengono che si trattò dell'impatto di un asteroide di dimensioni notevoli che portò alla formazione del cratere oggi chiamato Giordano Bruno, largo 22 chilometri. Ma su questa ipotesi i dubbi sono ancora molti. ASTRONOMIA RIESAMINATE LE IMMAGINI DELLA SONDA «CLEMENTINE»

Persone citate: Americo, Bonanni, Bonnie Buratti, Brown, Gervaso, Giordano Bruno, Lane Johnson, Leon Stuart, Peter Brown

Luoghi citati: California