Tra affari e politica scivolano i nostri miseri anni strappati di Bruno Quaranta

Tra affari e politica scivolano i nostri miseri anni strappati Tra affari e politica scivolano i nostri miseri anni strappati •ITALIA, che feuilleton. Tra 'gli anni Settanta e gli anni Novanta, dal piommmm bo alla vita «da bere» a Tangentopoli...E' il filo su cui cor ma non senza pause) «Anni allappati», un viaggio nel sottosuolo, maleodorante, rugginoso. Anime frantumate (strappate, appunto), corrotte, sordide, venali, ma non irrimediabilmente, se qua e là odono il rintocco etico, alcune di loro, almeno...«Non scende più acqua. Non scende più nulla. Nel vuoto totale anche i sentimenti sembrano precipitare in caduta libera». E' il «girone» imbastito da Roberto Baravalle, alla seconda prova dopo «Sold Out-Tutto Venduto» per i tipi di Rusconi. Più fotoromanzo che romanzo è il tempo che qui si restaura, un po' color noir, un po' sfumatura gialla, un po' abatjour, rosa, rosea piega. Fra Milano e Roma e Parigi e la Svizzera e il Liechtenstein (le banche custodi di segreti a più zeri). C'è una donna, Carla, broker, mago della finanza, a dominare la vicenda. Intorno al prestigioso studio ambrosiano dove il suo carisma lievita giorno dopo giorno si addensa il dramma, il caso, lo scandalo. E' Luca, l'amante di lei, a essere freddato. Un ex sindacalista diventato segretario amministrativo di un partito. Ne rivendica l'attentato un gruppo terroristico. Ma altra è la firma vera. A poco a poco i mandanti emergono, piccoligrandi burattinai del circo affari S- politica, una miscela devastante. Parallelo scorre un canovaccio artistico-rivoluzionario-malavitoso, i fu ideali rinnegati, inceneriti, barattati, i trenta denari di sempre, debitamente RECENBrQua SIONE no nta rivalutati. Ovvero come Giuseppe, talentuoso pittore in bolletta, giunga a svettare tra i copistifalsari della Ville Lumière, come un noto antiquario accolga volentieri casse zeppe di armi tutt'altro che improprie, come i corsi e i siciliani giochino a Monopoli (gioco al massacro, beninteso), come l'Hotel pluristellato dove morì Giuseppe Verdi si trasformi nel set di un film Chicago belle epoque (la belle epoque di Cosa Nostra). E ancora: matrimoni scaduti, eppure mai definitivamente, una donna (ponte fra Carla e Giuseppe) quale errato bersaglio, fogli scandalistici, un giovane musicista galante e depravato, una varietà di comparse, di efferatezze, di trappole per topi, e ristoranti, alberghi, arredi, abiti cesellati nel lusso. Ecco l'album di Roberto Baravalle. Qua e là sgualcito, qua e là logorroico, qua e là «strappato». L'ambizione di rappresentare una certa stagione del Bel Paese è tanto chiara (dichiarata) quanto g[rave (gravosa). «Forse la partita non è ancora finita»: si accomiata così l'autore dal lettore, annunciando nuove incursioni nei misteri nostrani, nuovi colpi di scena, nuovi duelli. Non resta che attendere, in un angolo del saloon... Roberto Baravalle Anni strappati prefazione di Franco Prono, Daniela Piazza Editore, pp. 247, C 17 ROMANZO RECENSIONE Bruno Quaranta

Persone citate: Anime, Daniela Piazza, Franco Prono, Giuseppe Verdi, Roberto Baravalle, Sold

Luoghi citati: Chicago, Italia, Milano, Monopoli, Parigi, Roma, Svizzera, Tangentopoli