Adolescenti d'America sospesi fra la vita e la morte

Adolescenti d'America sospesi fra la vita e la morte Adolescenti d'America sospesi fra la vita e la morte RACCONTARE il mondo, o almeno una parte di esso, attraverso gli occhi dei ragazzini. Nella letteratura americana, a cominciare dai personaggi di Mark Twain, i precedenti si sprecano. Subito vengono in mente certi racconti di Hemingway e naturalmente il giovane Caulfield di Salinger e il Roth di Fortnoy e perfino il Chinaski adolescente che Bukowski mette in scena in Panino al prosciutto, fino ai recenti Via da casa di Farrelly e Vemon God Little dell'australiano (ma americano di confine) D.B. Pierre. Proprio dall'America arrivano ora due altri romanzi. Amabili resti di Alice Sebold e La pace come un fiume di Leif Enger, entrambi affidati alla voce di protagonisti poco più che bambini. E sia Alice Sebold sia Leif Enger si propongono di esplorare, ciascuno a modo suo, il confine tra la vita e la morte. In Amabili resti la voce narrante è quella di Susie Salmon, quattordicenne stuprata e fatta a pezzi dal vicino di casa signor Harvey, costruttore di case per bambole e serial killer. Susie prende per mano il lettore proprio a cominciare da quel 6 dicembre 1973, giorno in cui tornando a casa da scuola viene prima attirata nella trappola preparata appositamente per lei da quell'uomo apparentemente rispettabile e poi uccisa. La studentessa dai capelli color «castano topo» vede ogni cosa dalla porzione di Cielo dov'è finita e da cui ci parla, e di tanto in tanto toma sulla Terra sotto forma di fantasma. Lì per li ci si domanda RECENGiuCul RECENSIONE Giuseppe Culicchia SIONE ppe hia un tratto non ce la fa più a interpretare il ruolo di madre, della sorella Lindsay che da minore diventa maggiore vivendo tutta una serie di emozioni e di esperienze a lei precluse per sempre, del fratello Buckley destinato a crescere in una famiglia fatalmente distrutta dal dolore, della nonna Lynn non di rado adorabilmente ubriaca, in apparenza fragile ma in realtà fortissima, e poi dei suoi compagni di scuola, dell'ipersensibile Ruth che «sente» lo spirito dell' amica scomparsa, e della sua prima cotta per Ray Singh, un coetaneo arrivato dritto dall'affa- «AMABILI RESTI» DI ALICE SEBOLD, UNA TREMENDA EMOZIONE ENTRANDO CON SUSIE NELLA CASA DELLE BAMBOLE; LEIF ENGER INSEGUE DUE FRATELLI E UN DUPLICE OMICIDIO -m tm ai fino a che punto il gioco reggerà, ma per una volta la quarta di copertina non mente. Perché se l'effetto è davvero «straniante», pagina dopo pagina il romanzo convince sempre più. Alice Sebold infatti governa la storia dandole i caratteri del giallo e dosando con cura i momenti di tensione, e però riesce anche a suscitare commozione autentica senza mai cadere nel patetico. Susie parla di sé, del padre che istintivamente sente di aver individuato nel vicino di casa il colpevole ma che non può provarlo (cosa che diventerà la sua ossessione), della madre che a Alice Sebold Amabili resti traduzione di Chiara Belliti. e/o, pp. 372, e 14.50 Leif Enger La pace come un fiume traduzione di Laura Pugno, Fazi, pp. 358, e 76.50 ROMANZI scinante lontana e multirazziale Londra nella piccola comunità Wasp e subito sospettato dell' omicidio. Il tutto, con le parole di una ragazzina della sua età: e dunque con una tenerezza e uno stupore e un'allegria e una tristezza da un lato impossibili agli adulti (che, incapaci di accettare la morte dei cari, reagiscono a essa con la volontà di vendetta o con la fuga) e dall'altro assolutamente credibili, tanto che della voce dell'autrice pare non esserci traccia. Perché Alice Sebold non si limita a nascondersi alla perfezione dietro la sua Susie, ma ha l'umiltà di mettersi davvero al suo servizio evitando con cura di fare bella mostra di sé. Caso abbastanza raro, soprattutto considerato che si tratta di un romanzo d'esordio (baciato negli Usa da meritata fortuna). Reuben Land, il protagonista undicenne di La pace come un fiume, racconta invece la sua storia a posteriori, in veste di sopravvissuto. Insieme con il padre Jeremiah, alquanto male in arnese, e la sorellina Swede, appena ottenne ma già scrittrice, si ritrova un giorno a cercare di raggiungere il fratello maggiore Davy, fuggito come Butch Cassidy nelle Badlands dopo aver commesso per legittima difesa un duplice omicidio, prima che questi venga catturato dall'Fbi. Reuben, allevato dal padre (che l'ha salvato quando, venuto al mondo senz'aria nei polmoni, l'ha costretto miracolosamente a respirare), sfoggia un impressionante bagaglio di storie di pirati e di eroi dell'epopea western. E tra le innumerevoli citazioni sparse nel libro si trova veramente di tutto, dall'agenzia Pinkerton a Voltaire all'Isoia del Tesoro passando per Zorro, il Vecchio Testamento e Mickey Spillane. Forse un po' troppo, per un ragazzino di quell'età e la sua sorellina. L'amore dell'autore per i grandi spazi americani e la nostalgia per la Frontiera sgorgano da ogni capitolo fino alla conclusione in puro stile John Ford della vicenda, e anche qui al cospetto della morte entra in scena il soprannaturale, perché papà Jeremiah ripeterà in ultimo il miracolo prodotto alla nascita del figlio. Come se a Ovest della Fede Assoluta e senza punti interrogativi si potessero fare i conti con quella che Hemingway chiamava «l'eterna Futa» soltanto attraverso l'ingenuità (molto spesso apparente) dei ragazzini, i soli ancora capaci di credere sul serio in un qualche Paradiso. Detto questo. La pace come un fiume scorre con grande perizia. Proprio come Amabili resti, che però oltre a ciò emoziona davvero. Alice Sebold e Leif Enger raccontano due storie dell'America d'oggi, affidate alla voce di due adolescenti che si trovano di fronte alla morte

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