Spike Lee: «Ecco il primo film con le scene di Ground Zero» di Fulvia Caprara

Spike Lee: «Ecco il primo film con le scene di Ground Zero» IL REGISTA HA PRESENTATO AL FESTIVAL DI BERLINO «LA VENTICINQUESIMA ORA» Spike Lee: «Ecco il primo film con le scene di Ground Zero» Fulvia Caprara inviata a BERLINO Sprofondato nel giubbotto scuro, l'aria vagamente annoiata di sempre, Spike Lee, insieme con gli interpreti Edward Norton, Rosario Dawson e Barry Popper, presenta al FilmFest il suo nuovo film, «La venticinquesima ora», e spara a zero contro il governo di Bush, contro la guerra alle porte e contro «l'America che si permette di dare lezioni di morale al mondo senza averne alcun diritto». Nella pellicola (in arrivo il 18 aprile nelle sale italiane) si vede, filmato per la prima volta in modo cinematografico e non documentaristico, lo spazio denominato «Ground zero»: una spianata brulla, illuminata da due fasci di luci blu, attraversata da bulldozer in funzione, con uomini al lavoro sotto i riflettori accesi. Un'immagine che non faceva parte né della sceneggiatura né tantomeno dal romanzo di David Benioff da cui il film è tratto: «New York spiega l'autore - è sempre stata un personaggio importante dei miei film, in questo lo è ancora di più. Quando mi chiedono di che cosa parla la storia rispondo che parla di uno spacciatore, interpretato da Edward Norton, e delle sue ultime 24 ore di libertà nella New York del dopo 11 settembre. Voglio dire che sarebbe stato impossibile girare il film facendo finta di niente, da americano e da newyorkese, non potevo ignorare un evento che è impresso nella vita di tutti, che ha lasciato ferite ovunque. Quei fatti saono accaduti e credo sia giusto raccontarli, accettarli». Certo, ammette il regista, i produttori della Disney erano un po' preoccupati, avrebbero preferito che quella scena fosse eliminata, ma sarebbe stato sbagliato, così come non avrebbe avuto senso evitare di inserire le immagini di Bin Laden: «Le abbiamo messe perchè ci sembra giusto riflettere su quello che è accaduto. E comunque abbiamo mantenuto il massimo rispetto verso le famiglie colpite dal dramma». In un'altra sequenza clou della pellicola Edward Norton se la prende con tutte le diverse etnie che abitano la città, ma, alla fine, dopo averle mandate al diavolo una per una, non risparmia neanche se stesso: «Il messaggio del film - dice Norton - è che tutto quello che si fa nella vita provoca delle conseguenze e l'importante sta nel sapere che bisogna affrontarle». Da tempo il regista e l'attore, fra i più promettenti della nuova generazione hollywoodiana, avevano in mente di lavorare insieme: «Spike rappresenta tutto quello che un interprete può desiderare. E' preparato, molto deciso, sa quello che vuole e questo è importante. Nello stesso tempo ti concede spazio e ti incoraggia, credo che giudichi una performance in modo assolutamente istintivo, è spontaneo, come il suo modo di dirigere». Interprete di «American History X», di «Fighi club», al fianco di Brad Pitt, di «The score», di «Tutti dicono I love you» dove, diretto da Woody Alien, volteggiava come un ballerino professionista, Norton dice di accettare i ruoli «soprattutto quando rappresentano l'occasione d conoscere qualcosa di nuovo; non ho criteri fissi di scelta, ma m'interessa molto poter lavorare in una situazione di libertà». Con Spike Lee, l'attore condivide il rifiuto deciso della guerra: «Mi piacerebbe molto poter essere come gli europei, come i francesi e i tedeschi, che hanno la possibilità di identificarsi con i loro governi, contrari alla scelta di Bush. Sarei contento se le varie comunità del mondo avessero ancor più voce in capitolo e potessero fare pressione perchè certe decisioni non venissero prese. Deploro l'imperialismo del nostro governo e vorrei che i cittadini americani di questa opinione potessero avere più peso». Convinto che ormai il conflitto sia vicinissimo, Lee ricorda le elezioni del 2000: «Bush ha letteralmente imbrogliato, e lo ha fatto sotto gli occhi di tutto il mondo, non ho nessuna fiducia in lui e nelle sue decisioni. Perchè, a suo tempo, non ha aiutato Nelson Mandela che dovette chiedere aiuto all'Unione Sovietica? E perchè, adesso, vuole far credere che la guerra contro Saddam sia la guerra contro il terrorismo? La verità è che avevano promesso di prendere Bin Laden vivo o morto, non ci sono riusciti e allora adesso l'obiettivo è diventato Saddam». Una immagine di «La venticinquesima ora» che Spike Lee ha portato a Berlino

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