Rai, Sacca e Baldassarre ai ferri corti di Maria Grazia Bruzzone
Rai, Sacca e Baldassarre ai ferri corti NO DEL DIRETTORE GENERALE ALLA DIRETTA TV SUL CORTEO DEL 15 E ALLA RICHIESTA DI LICENZIARE LA D'EUSANIO Rai, Sacca e Baldassarre ai ferri corti Maria Grazia Bruzzone RÓMA Nuove bufere sulla Rai. Niente diretta Rai alla manifestazione nazionale di sabato contro la guerra «perché sarebbe un'indeùta pressione sul Parlamento che ne discute». Niente licenziamento e neppure multa, al momento, per Alda D'Eusanio, la reproba conduttrice trash di cui il Cda aveva chiesto la risoluzione del contratto in quanto incompatibile con una tv di qualità. Cosi ha deciso Agostino Sacca che, rivendicando i suoi poteri, ha illustrato le sue scelte davanti alla commissione parlamentare di Vigilanza. Una fermezza che non è affatto piaciuta al presidente della Rai. Questa volta Baldassarre non sembra intenzionato a passare sotto silenzio l'ennesimo dissenso col suo direttore generale, il cui comportamento - ha scritto in una lettera a Sacca di cui è stata notizia in serata - è oggetto di esame da parte del consiglio di amministrazione per verificare se esiste ancora il rapporto di fiducia fra Cda e direttore generale. Intanto l'opposizione insorge nuovamente per la prima decisione, ma è indifferente alla seconda. Il capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti depreca la «censura» messa in atto dalla Rai e annuncia che si rivolgerà alla presidenza della Camera «per invitare la Rai a rimediare all'ennesimo errore». «Sacca, che per Biagi e Santoro invocava l'autonomia dei direttori di rete e testata, conferma che la sua scelta è politica, a sostegno dell'esecutivo», osserva il Ds Antonello Falomi. «La vera pornografia non è la maglietta con scritto "dalla" ma aver cacciato quei giornalisti», insiste Giuseppe Giulietti, che invita i direttori a «non sottostaro a questo veto e a formalizzare le loro richieste». Mentre i Verdi Alfonso Pecoraro Scanio e Stefano Poco hanno scritto a Pera e Casini per invitarli a venire in commissione di Vigilanza a riferire sul Cda della Rai, «la cui anomalia si protrae da troppo tempo».«Ci rendiamo conto che si tratta di una richiesta irrituale, ma non vorremmo che il centrodestra in difficoltà voglia attendere le elezioni amministrative per risolvere il problema». Una iniziativa in qualche modo profetica, alla luce delle ultime divergenze fra il Cda di Baldassarre Er Albertoni e Sacca. Il direttore generalo della Rai è arrivato a San Macuto esibendo una lettera che ne afferma, regolamenti alla mano, le prerogative. Ben intenzionato a farle valere. D'Eusanio «è venuta meno ai doveri del suo contratto ma non va licenziata» perché «la multa in denaro è sufficiente», ha poi detto. E ha spiegato che «la risoluzione ò l'ultima ratio, por lei come per altri personaggi» lallusione a Donato Bendicenti, i vicedirettore delle Tribune sul quale ['«istruttoria non e chiusa»). Che il direttore generale è «responsabile dei risultati economici dell'azienda» e decidere di privarsi di un programma che fa oltre il 23nii di ascolti, contendendo il primato della De Filippi «potrebbe provocare un danno» di cui potrebbe essere chiamato a rispondere. Un punto di vista commerciale che collima con quello di vari pubblicitari per i quali licenziare D'Eusanio «sarebbe un autogol» IBgsI, «le liste di proscrizione non sono mai una soluzione» (Unicom), mentri! Umberto Zugaro, scettico sulla possibilità di mettere in riga la conduttrice, osserva che «paradossalmente il caso D'Eusanio somiglia a quello Santoro: si è costruita attorno alla sua personalità un'immagine che piace e fa audience». Non tutti nel centrodestra hanno concordato con Sacca. In particolare, se Italo Bocchino (An) si è schierato con lui contro il Cda che chiede il licenziamento della conduttrice (sottolineando che questa è anche l'opinione del capogruppo Ignazio La Russai, un altro An, Michele Bonatesta, si è detto favorevole a cacciare «questa signora che impone da anni una "mala-tv" che veicola disvalori», e ha addirittura domandato a Sacca «come concilia la sua permanenza sulla poltrona di direttore generale con la sua visione di una tvamorale». Una posizione a favore di Baldassarre. Il cui portavoce a tarda sera ridimensiona i dissensi con Sacca. La lettera inviatagli sarebbe solo una risposta, in punta di diritto, a ciucila esibita da questi in Cda. Il presidente cita la logge che assegna al Cda poteri di controllo e garanzia sulle finalità e gli obblighi del servizio pubblico. Esercitando tale potere il Cela può dunque verificare se alcuni programmi rispondano o no agli indirizzi dati in materia di buon gusto, correttezza e volgarità, sostiene Baldassarre, che fa appello al «senso di responsabilità» per evitare conflitti. Il cui rischio, pare di capire, è comunque nell'aria. Agostino Sacca
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