Gli Stati Uniti denunciano «Il Nordcorea può colpirci»

Gli Stati Uniti denunciano «Il Nordcorea può colpirci» Gli Stati Uniti denunciano «Il Nordcorea può colpirci» dal cofiispondente da NEW YORK «La Corea del Nord ci può colpire». Le parole pronunciate di fronte alla commissione Forze Armate del Senato da Lowell Jacoby, direttore della «Defence Intelligence Agency» IDial, contengono la prima ammissione formale cia parte degli Stati Uniti di poter essere oggetto di un attacco missilistico di tipo non convenzionale. «Il vettore nordcoreano che ci minaccia è una versione a tre stadi del Taepo Dong 2» ha spiegato Jacoby, precisando che «sebbene non sia stato testato» ha una gittata tale da poter raggiungere le Hawaii, l'Alaska e «territori occidentali del Paese», ovvero la California. Risale al 1998 l'ultimo test del «Taepo Dong 2» di cui si ha conoscenza: in quell'occasione falli il passaggio al terzo stadio ma la Dia ritiene che a cinque anni di distanza i tecnici missilistici di Pyongyang siano riusciti ad ottenere «significativi miglioramenti». Lo scenario da brividi è quello di un attacco nordcoreano condotto con armi nucleari. Seduto vicino a Jacoby c'era infatti il capo della Cia, George Tenet, secondo cui «i nordcoreani dispongono oggi di un massimo due ordigni al plutonio» che i vettori classe «Taepo Dong» sono stati disegnati per trasportare verso l'obiettivo. La decisione di Tenet e Jacoby di alzare il velo sul rischio di un attacco nucleare contro la Costa Occidentale degli Usa ha coinciso con l'annuncio da parte dell'Agenzia internazionale dell'agenzia atomica della violazione da parte di Pyongyang degli accordi siglali contro la proliferazione nel 1993. Il direttore«Missili indi raggiunle Hawaii,e la Califo della Dia grado gere l'Alaska nia» E' stato il direttore dell'Alea, l'egiziano Mohammed El Baradei, a comunicare che l'accertamento della violazione avvenuta fa scattare automaticamente la denuncia del regime di Kim Jong II alle Nazioni Unite. Sarà dunque il Consiglio di Sicurezza a doversi occupare della denuncia del Trattato contro la proliferazione da parte di Pyongyang. La Casa Bianca ha reagito senza troppa sorpresa: «Sappiamo da tempo che la Corea del Nord persegue questo tipo di armamenti e ciò è fra le ragioni che hanno spinto questa amministrazione a varare il programma di difesa antimissile». Washington punta sempre sulla diplomazia per smorzare la crisi. «Stiamo facendo forte pressione sulla Cina - ha dichiarato il Segretario di Stato, Colin Powell, di frante alla commissione Esteri della Camera - affinché facendo leva sulle buone relazioni bilaterali convince Pyongyang a rinunciare al programma di tipo nucleare». Le rivelazioni di Tenet e Jacoby lasciano intendere che l'amministrazione Bush vuole tenere sotto pressione Pyongyang in coincidenza con l'eventuale conflitto iracheno al fine di evitare che possa essere la Corea del Nord, con improvvise decisioni, ad aprire un secondo fronte di crisi a guerra già iniziata. Il primo passo in questa direzione lo aveva compiuto dieci giorni fa il Segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, avvertendo Kim Jong II che «l'America è in grado di battersi su due fronti contemporaneamente» ed inviando quindi rinforzi militari navali alle truppe Usa schierate lungo il 380 parallelo che divide le due Coree. [m. mo.j Il direttore della Dia «Missili in grado di raggiungere le Hawaii, l'Alaska e la California»