Usa e Germania litigano anche su Bin Laden di Paolo Mastrolilli

Usa e Germania litigano anche su Bin Laden LA COMMISSIONE SUL DISARMO ANNUNCIA: BAGHDAD HA MISSILI NON CONSENTITI Usa e Germania litigano anche su Bin Laden Berlino smentisce la Casa Bianca: «Il nastro non prova un legame con l'Iraq» Paolo Mastrolilli NEW YORK Gli esperti di intelligence sono convinti che l'audio trasmesso martedì dalla televisione araba Al Jazeera conteneva davvero la voce di Osama bin Laden, e quindi la disputa politica si concentra ora sul significato del suo appello alla solidarietà con gli iracheni. Ma intanto dal Palazzo di Vetro è arrivato un altro verdetto che potrebbe aprire la porta all'intervento militare: Baghdad ha violato le risoluzioni dell'Onu, producendo missili che superano la gittata massima di 150 chilometri. Il capo della Cia George Tenet ha detto al Congresso che i suoi esperti stanno analizzando il messaggio di Osama per capire se nasconde un ordine d'attacco, ma il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer è andato anche oltre: «Questo è l'incubo di cui eravamo stati avvertiti, l'alleanza tra l'Iraq e Al Qaeda. Il mondo non può permettersi di negarlo». Baghdad ha risposto attraverso un'intervista del vicepresidente Ramadan alla Lebanese Broadcasting Corporation in cui si nega ogni contatto col terrorista saudita e si accusano gli Stati Uniti di sfruttare il suo appello come un pretesto per la guerra: «Gli americani vogliono il petrolio arabo, e vogliono proteggere l'entità sionista che ha usurpato la terra degli arabi». Anche la Germania ha respinto il collegamento per bocca del portavoce del governo: «Per quanto ne sappiamo finora, non possiamo concludere che esiste la prova di un asse o una connessione tra il regime di Baghdad e Al Qaeda». I tedeschi sottolineano che Osama ha offerto il suo aiuto alla popolazione irachena e non al leader, definito un infedele e tollerato solo nella causa comune contro i «crociati». Questo secondo loro conferma che attaccare Saddam farebbe il gioco dei terroristi, dando a Bin Laden quella guerra e quell'odio di cui ha bisogno per rafforzare la sua causa e reclutare uomini. Un'ipotesi confermata dall'agenzia di notizie britannica Ansaar, che sostiene di possedere un nuovo messaggio di Osama in cui il saudita promette di «diventare un martire» egli stesso, lanciandosi contro un obiettivo. Al di là della validità dei vari argomenti, questa ennesima divergenza tra Washington e Berlino anticipa il dibattito che comincerà domani, dopo il nuovo rapporto al Consiglio di Sicurezza dell' Onu dei capi degli ispettori Hans Blix e Mohamed el Baradei. La consigliera per la Sicurezza nazionale, Condoleezza Rice, è stata a New York per spingere il diplomatico svedese a pronunciare le parole che aprirebbero la porta all'attac¬ co, consentendo anche l'approvazione di una seconda risoluzione, già scritta. Al momento, però, il capo dell'Unmovic non sarebbe disposto a proclamare che Baghdad è in violazione materiale della 1441: «Siamo tornati da due mesi ha detto - dopo quattro anni di assenza. E' un po' presto per chiudere». Le cose, almeno in parte, potrebbero cambiare dopo il verdetto emesso ieri dalla commissione esterna di esperti missilistici secondo la quale i vettori Al Samoud prodotti dall'Iraq hanno una gittata superiore a 150 chilometri, e quindi violano le precedenti risoluzioni dell' Onu. I ministri degli Esteri di Francia, Russia e Cina hanno già annunciato che verranno a New York per ascoltare il rapporto, e probabilmente lo farà anche il Segretario di Stato americano Powell, che ha risposto così alla proposta di Parigi per rafforzare le ispezioni: «Chiederò ai miei colleghi quanto tempo intendono dare ancora a Saddam, oppure se vogliono semplicemente consentire all'Iraq di cavarsela». Washington, insomma, vuole che dopo il rapporto di domani l'Onu approvi la guerra con una seconda risoluzione, oppure non ingombri la strada dei suoi soldati. Il Pentagono, infatti, ha mobilitato altri 38 mila riservisti, mentre fonti di stampa scrivono che i piani d'attacco puntano ad eliminare Saddam nelle prime 48 ore del conflitto per evitare il rischio di scontri prolungati e non ripetere l'errore fatto con Bin Laden, in vista di un'occupazione dell'Iraq che potrebbe durare fino a due anni. Un'ultima via d'uscita pacifica l'ha offerta ancora Powell, dicendo ieri al Congresso che il suo governo è in contatto con altri Paesi favorevoli all'esilio del Raiss, e sarebbe pronto a chiedere anche l'aiuto e la garanzia dell'Onu per finalizzare la sua fuga. ^iWte-mti ^iWte-mti Colin Powell mentre testimonia ieri alla Commissione Esteri della Camera I piani puntano a eliminare Saddam nelle prime 48 ore della guerra per evitare il rischio di scontri prolungati e per non ripetere gli errori fatti con il capo di Al Qaeda