Prodi: una guerra avrebbe conseguenze imprevedibili
Prodi: una guerra avrebbe conseguenze imprevedibili Prodi: una guerra avrebbe conseguenze imprevedibili dal corrispondente da BRUXEttES Di fronte all'Europarlamento riunito a Strasburgo per discutere dell'Iraq, Romano Prodi ha lanciato un doppio appello. A fare di tutto per trovare una via d'uscita negoziata dalla crisi «perché la guerra, le cui conseguenze sono imprevedibili, deve rimanere la soluzione ultima». E a ricostruire una politica comune dell'Europa «che adesso manca completamente» perché «i comportamenti nei momenti difficili come questo restano come esempi, come modelli dell'agire futuro». E' un doppio appello dal quale emergono le due preoccupazioni del presidente della Commissione europea: che non si riesca a fare abbastanza per evitare il conflitto e che la spaccatura tra i partner dell'Unione non si componga, ma anzi esploda nel vertice dei capi di Stato e di governo convocato per lunedì 17 a Bruxelles. Del successo di questo summit che dovrebbe esprimere la tanto ricercata «voce unica» europea si preoccupa anche la presidenza di turno greca della Uè. Il premier, Costas Simitis, da Atene ha moltiplicato il suo giro di contatti con gli altri leader dell'Unione ripetendo a tutti che un fallimento dell'incontro di lunedì aprirebbe «una crisi profonda». Il suo ministro degli Esteri, Georghios Papandreu, ha parlato di «bivio critico» e ha rinunciato anche a una visita in Cina da tempo programmata (doveva partire ieri) per organizzare il vertice straordinario sull' Iraq. Papandreu ha però confermato che domani sarà a New York per ascoltare al Consiglio di sicurezza il rapporto degli ispettori dell'Onu che sarà decisivo per tutti gli altri sviluppi della crisi. Compresa la spaccatura nella Uè che la presidenza greca cerca di superare. Per il momento le posizioni rimangono lontane, come dimostrano il fallimento del vertice bilaterale Spagna-Germania (Aznar e Schroeder hanno ammesso le loro divergenze) e le dichiarazioni contrastanti che si mtrecciano tra le diverse capitali europee: in particolare da Parigi e da Londra. Romano Prodi a Strasburgo lo ha denunciato in modo molto netto; «Da questa crisi emerge la contradchzione tra la necessità di un'azione comune europea, a cui si ispirano anche i lavori della Convenzione, e l'assoluta mancanza di una politica europea comune». Secondo Prodi «senza comportamenti comuni tutti gli Stati nazionali scompariranno dagli scenari mondiali» e non sarà pos- sibilo nemmeno «una collaborazione forte, permanente e dignitosa con gli Stati Uniti». Senza la collaborazione tra l'Europa e gli Stati Uniti «sarà impossibile garantire la pace e la stabilità mondiale», ha detto Romano Prodi. Ma la collaborazione - perché sia «dignitosa» oltre che forte - dovrebbe basarsi su quella «voce unica» che ancora non c'è. «E' in questi momenti che si conquista o si perde la fiducia», ha avvertito il presidente della Commissione eh fronte all'Europarlamento. Sulle sue dichiarazioni si è poi aperto un dibattito senza voto finale - nel quale si sono confermate le differenze tra popolari, socialisti e liberali europei. Soprattutto sull'atteggiamento nei confronti degli Stati Uniti. Divisioni tra famiglie politiche e divisioni nazionali con inglesi contro francesi, in particolare. Anche l'assemblea di Strasburgo, come la Uè e la Nato, si è dimostrata spaccata. Aumentando le nubi sul vertice straordinario di lunedì, (e. s.]
Persone citate: Aznar, Costas Simitis, Papandreu, Romano Prodi, Schroeder, Secondo Prodi
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