Gli Usa pronti a sanzioni contro Parigi e Berlino

Gli Usa pronti a sanzioni contro Parigi e Berlino IL CONGRESSO PREPARA UNA RISOLUZIONE DI PLAUSO AGLI ALLEATI E DI CONDANNA DEI «DISSIDENTI» Gli Usa pronti a sanzioni contro Parigi e Berlino Se porteranno il loro no fino in fondo: repubblicani e democratici d'accordo Maurizio IViolinari corrispondente da NEW YORK Grandi manovre sono in corso al Congresso di Washington per inviare un forte segnale politico contro Francia e Germania, i due alleati della Nato contrari alla guerra in Iraq, compresa la minaccia di sanzioni commerciali. Il primo passo è stato compiuto da due nomi-simbolo degli opposti schieramenti politici: John McCain, senatore repubblicano dell'Arizona già rivale di Bush nelle presidenziali del 2000, e Joseph Lieberman, senatore democratico del Connecticut già candidato alla viceprosidenza a fianco di Al Gore. Il documento bipartisan - di cui ieri il «Washington Post» ha rivelato l'esistenza - propone l'approvazione di una risoluzione di plauso agli otto alleati che hanno firmato la dichiarazione di solidarietà agli Usa sull'Irati, e di condanna della posizione opposta sostenuta dai governi di Berlino e Parigi. «La Francia e la Germania fanno i titoli di prima pagina - ha detto Lieberman - ma toni e caratteristiche del loro dissenso non devono far dimenticare all'America cosa pensa un'Europa pressoché unita». La stesura del documento è un chiaro avvertimento a Francia e Germania su cosa potrebbe avvenire se scegliessero di andare allo scontro aperto con gli Usa sull'Iraq sia alla Nato sia all'Onu. Si preanminciano infatti ben altre iniziative. Il presidente della Camera dei Rappresentanti, Dennis Hastert, repubblicano dellìllinois, ha già dato mandato a un gruppo di lavoro di studiare quali tipi di sanzioni economiche potrebbero essere adottate nei confronti della Francia. Due gli scenari finora esaminati. Primo: stabilire nuovi standard di importazione per ostacolare l'arrivo sul mercato americano delle acque minerali francesi e in particolare della «Evian», che nel 2001 ha venduto negli Stati Uniti ben 260 milioni di litri. Secondo: imporre ai vini francesi l'esposizione sulla bottiglia di un'etichetta apposita nel caso in cui fossero stati prodotti prima della metà degli Anni Novanta, quando alcune aziende ancora adoperavano sangue di bovino per rendere più chiaro il colore. Si tratta di una pratica abbandonata dall'indomani dell'epidemia di «mucca pazza», ma, come dichiara il portavoce repubblicano John Feehery, «la gente deve sapere che cosa sta bevendo». Il processo legislativo iniziato dal presidente della Camera cela un diffuso scontento fra i deputati di entrambi i partiti per l'ostilità dei governi di Parigi e Berlino, accusati da più parti di «usare l'antiamericanismo a fini di politica interna» e di «aver dimenticato quante vite americane sono andate perdute per la loro libertà». Sono molte le iniziative che si preparano, con l'unica cautela di evitare decisioni-boomerang per l'economia Usa. Duncan Hunter, presidente repubblicano della commissione Forze Annate della Camera, e favorevole ad accelerare i tempi del trasferimento di soldati e basi americane dalla Germania «verso Paesi che sono nostri solidi alleati». Nei confronti della Germania la prospettiva potrebbe essere quella di colpire con tariffe l'importazione di vetture e un approccio analogo potrebbe penalizzare in quanto «beni di lusso» moda e profumi «macie in Franco». IM umorosi parlamentari repubblicani credono che il principale «alleato che tradisce» è la Francia. «Chirac lo conosco bene - dice Jeane Kirkpatrick, ex ambasciatore all'Onu e direttore del Centro studi di politica estera dell'American Enterprise Institute - il suo interesse prevalente sono i rapporti con il mondo arabo e ritiene che la rivalità con gli Stati Uniti possa portargli vantaggi». «E' troppo presto per dire se queste iniziative diventeranno leggi o se invece si fermeranno por strada - spiega Larry Korb, ex vicesegretario alla Difesa dell'amministrazione Reagan, ieri protagonista di un incontro di approfondimento con una delegazione bipartisan del Congresso - ma di certo quanto sta avvenendo lascia capire quale è stata la reazione di molti americani alle decisioni prese da Parigi e Berlino contro gli Stati Uniti, soprattutto con la scelta di bloccare il sistema della Nato». Il fatto che non vi siano grandi divisioni fra repubblicani e democratici non sorprende: «Siamo nel pieno della guerra al terrorismo, nella prospettiva di un intervento in Iraq e con alcuni alleati-chiave che si dissociano - commenta Korb - di fronte a questo scenario non sorprende il fatto che ci sia una reazione bipartisan di patriottismo». Ben rappresenta questo stato d'animo quanto dichiara Peter King, deputato repubblicano dello Stato di New York: «Sono favorevole ad adottare contro Francia e Germania qualsiasi provvecU- - mento che dia fastidio a loro seanza nuocere a noi». Il presidente della Camera, Hastert ordina di studiare quali ritorsioni potrebbero essere adottate Nel mirino il florido export di acque minerali, vini, auto La Francia è vista come il peggior «traditore» «93 i* Un negozio di formaggi francesi a New York: potrebbe avere i giorni contati se le minacce eli Bush avranno conseguenze concrete