Corallo, l'oro rosso che viene dal mare

 Corallo, l'oro rosso che viene dal mare Corallo, l'oro rosso che viene dal mare E' il portabandiera dell'industria orafa napoletana Nascosto nelle profondità del mare il corallo è il portabandiera dell'industria orafa napoletana. Da molte generazioni le famiglie di Torre del Greco lo pescano, lo importano, lo lavorano, ma «l'oro rosso» così soprannominato per il suo costo al grammo che è arrivato ad essere superiore a quello dell'oro, ha affascinato imprenditori anche in anni recenti. Francesco Paiola della Mondial-Coral appartiene a questi ultimi ed è un piacere ascoltarne i racconti delle ricerche subacquee compiute con un piccolo sottomarino. Basilio Liverino, classe 1917, è stato uno fra più autorevoli esponenti del mondo imprenditoriale e nel 1986 ha inaugurato a Torre del Greco un fantastico Museo del corallo e del cammeo, unico nel suo genere, che accoglie non solo gioielli ma anche statue e interi cespi di corallo . Ricercato dall'uomo il corallo sembrerebbe essersi nascosto in grotte profondissime, ma quando con moderne tecnologie anche questi rifugi sono stati scoperti si è visto che alla grossezza dei rami che avevano potuto svilupparsi indisturbati non corrispondeva un'analoga alta qualità di composizione e colore. Durante la II guerra mondiale si era sviluppata un'alleanza economica che vedeva la pesca del corallo in Giappone, la lavorazione in Italia e il maggior consumo in Germania. Questo mercato è stato per noi sin dal 1800, fra i più importanti. Nel 1907 un'azienda di Amburgo come ricorda nel suo libro Liverino ordinò 120.000 fili con barilotti di corallo da 8 a 12 mm e 160.000 con diametri da 5 a 8 mm; ognuno doveva essere costituito da 50 palline; al cambio degli anni 70/80 sarebbe stato un ordine di circa 90 miliardi di lire. Per completare le curiosità ricordiamo che in Africa, in America e in Asia il corallo era per gli uomini simbolo di potere mentre per le donne di tutto il mondo è stato sempre un prezioso ornamento. Tra i suoi maggiori interpreti gioiellieri di fama, da Carlier a Gubelin a Bulgari e nel mondo della moda gli stilisti più noti. Una decina le varietà (le più preziose rosa tenue, detto «pelle d'angelo» o rosso «moro») trasformato in spille, collane, orecchini, boccioli fioriti, soprammobili o amuleti come i tradizionali cornetti infallibili, dicono a Napoli, contro il malocchio. I gioielli più moderni lo affiancano anche ad altre pietre colorate con ottimi risultati, d'altro canto già nell'epoca dell'Art Decò si affiancava a onice, diamanti, smeraldi e rubini Attualmente i tipi di corallo maggiormente utilizzati per la realizzazione di manufatti artistici sono il "corallo mediterraneo", dal colore rosso e dai rami sottili, ed il "corallo del Pacifico", di vario colore e dai rami più grossi. Va agli artigiani di Torre del Greco di fine Ottocento il merito di aver compreso per primi le potenzialità del corallo del Pacifico e di averlo utilizzato nella lavorazione di manufatti artistici. Le tecniche di lavorazione del corallo sono rimaste immutate nel corso dei secoli: la scelta ed il taglio dei rametti, l'incisione e la rifinitura sono le attività praticate, oggi come ieri, dagli artigiani.

Persone citate: Basilio Liverino, Corallo, Francesco Paiola