Il nostro rugby non vuole più cucchiai di legno

Il nostro rugby non vuole più cucchiai di legno DOPO L'AMICHEVOLE CON GLI STRANIERI DEL CAMPIONATO, GLI AZZURRI SONO PRONTI A OSPITARE SABATO IL GALLES NEL SEI NAZIONI Il nostro rugby non vuole più cucchiai di legno Irlanda, Galles e Scozia - ha raccolto poco oro e molto fango, rimediando solo sconfitte. Nell'aristocrazia europea eravamo entrati di slancio, catapultati dai risultati di una Nazionale solida e convincente, guidata dal francese Costo. Sullo slancio, e grazie a una giornata benedetta per Diego Dominguez - che, smaltito il recente infortunio, sabato potrebbe rientrare in squadra - e maledetta per il piede del «kieker» scozzese Kenny Logan, battemmo persino gli ultimi campioni in carica del vecchio Cinque Nazioni. Poi, a contatto con tradizioni immense e con atleti dalle qualità fisiche e tecniche impressionanti, ci siamo come avviliti e sponti. Tanto che i più snob fra i nostri avversari sono arrivati a chiedersi addirittura se non valesse la pena di ributtarci, noi parvenue, fuori dal recinto dei nobili. «Non credo che l'Italia corra questo pericolo - rassicura Marco Bollesan, manager della Nazionale -. Il Sei Nazioni fra l'altro è anche business e l'Italia può offrire numeri convincenti in fatto di audience. In Europa, tecnicamente, siamo alle spallo solo di francesi e anglosassoni e abbiamo dimostrato di saper battere Nazionali forti come Tonga e le Fiji. Certo è che dobbiamo tornare a vincere, per riguadagnare il rispetto dei nostri a\ ""■rsari ed evitare che la siinla generata dall'ingresso nel Sei Nazioni si esaurisca. Anche se l'impresa sulla carta è difficilissima, quest'anno puntiamo almeno a due vittorie». La prima vittima designata, ma per nulla convinta, è appunto il Galles, colosso squattrinato e in emergenza a causa dei molti infortuni. Lo strumento per ottenere l'obiettivo è un nuovo modulo di gioco impostato da Kirwan: più latino, più spumeggiante, più «francese» rispetto a quello predicato dal suo predecessore Johnstone, neozelandese pure lui, succeduto a Coste e accusato di aver incatenato la fantasiosa anima italica in schemi inadatti alle nostre caratteristiche. A Treviso, in un match evento fortemente voluto sia dalla Federazione sia dalla Lega e premiato da una buona affluenza di pubblico (circa 5000 spettatori), si sono viste finalmente più bollicine, più gioco alla mano: un rugbychampagne (o spumante, so preferite), gasato dallo spirito giusto anche se fessurato da troppe crepe difensive, come testimoniano le sei mete incassate (41 a 35 lo score finale per gli azzurri) da una selezione di ali star, per nulla arrendevole ma sicuramente improvvisata. Il presidente federale Dondi ha storto la bocca di fronte ad alcune leggerezze, la faccia tumefatta del capitano coraggioso Troncon esprimeva preoccupazione e il presidente della Lega, Amorino Zatta, ha fatto notare che una Nazionale competitiva nasce solo da un campionato di alto livello (agitato a momento dalle polemiche fra chi vede bene il «bando» dogli stranieri e chi invece individua nella loro presenza un fattore di crescita tecnica). Accanto alle perplessità, restano però la grinta di Troncon, le buone prove di nomi nuovi come Festuccia, le tre mete del «man of the match» Raineri. E il talento universale di Bergamasco, che nonostante lo spostamento all'ala, ruolo non suo, sa fare la differenza. Il Galles ci dirà se il nuovo spirito dell'Italia vale davvero un posto alla tavola dei Grandi. Q l'onta di un altro «cucchiaio di legno». Giovanni Raineri, 3 metecon le Ali Stars Stefano Semeraro L' ITALIA che cerca rivincite, che parte piena di voglia e carica di qualche dubbio verso la sua quarta edizione del Sei Nazioni, ha la faccia e i riccioli da eroe alessandrino di Mauro Bergamasco. Il «Lomu italiano», come lo ha ribattezzato John Kirwan, il citi neozelandese della nostra Nazionale, sabato a Treviso ha in effetti riacceso, dopo mesi di penombra, l'orgoglio azzurro. Per lunghi tratti ha giocato da condottiero. Bergamasco, segnando una meta e destrutturando la difesa dei World XV, la selezione di stelle straniere del nostro campionato incaricata di testare muscoli e anima degli azzurri a una settimana appena dal primo match del Sei Nazioni, sabato prossimo a Roma contro il Galles. Un match importante, forse decisivo. Dopo il trionfale esordio con là Scozia nel febbraio 2000, infatti, l'Italia nel triennio vissuto in condominio con i grandi del Continente - Francia, Inghilterra,