BISOGNA LAVORARE PENSANDO AI GIOCHI

BISOGNA LAVORARE PENSANDO AI GIOCHI CALANO LE SPERANZE DI MEDAGLIE BISOGNA LAVORARE PENSANDO AI GIOCHI Evelina Christillin OTTO giorni fa, alla vigilia delle gare che aprivano i campionati mondiali di SI. Moritz, avevo scritto su queste pagine che la squadra azzurra di sci alpino si presentava all'appuntamento svizzero «ricca di speranze più che di certezze». Il paragone con la mitica Valanga Azzurra, che trent'anni prima aveva spopolalo sulle nevi engadinesi, non permetteva infatti soverchie illusioni su certezze di vittorie e di pochi, ma, appunto, un ragionevole ottimismo sui risultati di qualche vecchia volpe e di alcune giovani leve presenti alla rassegna iridata. Oggi, a metà esatta del percorso, mi tocca dire che, purtroppo, le speranze della partenza si stanno assottigliando in maniera considerevole; dopo cinque gare dispulale su dieci, infatti, l'indicatore del medagliere azzurro è ancora sconsolatamente bloccalo sullo zero. E non solo. Pochissimi sono i piazzamenti dei nostri atleti e delle nostre atlete nell'ambito dei primi dieci, e se la cosa era abbastanza prevedibile per alcune discipline dove non si è mai primeggiato, assai meno lo era per altre dove si partiva con ottime chances: una per tutte, il superG femminile. Non è qui il caso di rivangare le polemiche del dopogara, con musi lunghi, accuse reciproche e un clima da educandato isterico; ciucilo che conia è che le nostre ragazze hanno sciato male, mancando sia di carattere che di tecnica in pista. Punto. Poco di meglio si è visto ieri in discesa, dove l'unica nota positiva è consistita nel ritrovato sorriso di Karen Putzer al traguardo e nel lento ma sicuro recupero di Isi Kostner, peraltro ancora ben lontana dal podio; alle ragazze resta come ultima spiaggia la prova del gigante, visto che in slalom le speranze di una medaglia sono davvero pochine. Per quanto riguarda i maschi, purtroppo, il panorama è ancora più fosco; nessun piazzamento tra i dieci eccettuato l'ottavo posto di Giorgio Rocca in combinata, e le prospettive per le discipline tecniche lasciano allo stesso Rocca (in slalom) e a Max Blardone (in gigante) le ultime, pesantissime responsabilità di salvare un bilancio finora davvero non brillante. Gaetano Coppi, presidente della Fisi e grande cam-' pione del passalo, non drammatizza; con saggezza e lungimiranza, in questi giorni ha badalo soprattutto a stemperare le polemiche interne e a guardare avanti. E' infatti con un occhio speciale rivolto ai Giochi di Torino che Gaetano e i suoi tecnici osservano, assieme ai campioni e alle campionesse già noli, giovanissimi come Fili, Gufler, Rieder, Schieppali, Simoncelli, Karbon, Moelgg e altri ancora; quella di St. Moritz e degli anni che verranno è infatti, secondo loro, tutta esperienza al servizio di un futuro squadrone azzurro da presentare al meglio, nel 2006, all'appuntamento olimpico italiano. A casa Fisi, qui a St. Moritz, si apre dunque la seconda settimana di gare all' insegna di una filosofia possibilista, con la certezza di aver già vinto almeno la medaglia dell'ospitalità e del buon cibo; tutto esaurito ogni sera, infalli, e comunque molla allegria. * Vicepresidente di Torino 2006

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