Un missile di Miccoli fa precipitare il Milan

Un missile di Miccoli fa precipitare il Milan LA PAR CONDICIO DEL PERUGIA: DOPO L'INTER, SCONFITTI I ROSSONERI Un missile di Miccoli fa precipitare il Milan Ancora decisivo il piccolo attaccante convocato da Trapattoni .e fatiche di Coppa Italia non c'entrano: Cosmi riconferma a squadra di giovedì, Ancelotti cambia invano dieci giocatori Giancarlo Laurenzi inviato a PERUGIA A parte la mollezza retribuita di Inzaghi, è stato imbarazzante scoprire come una squadra con 10 giocatori diversi rispetto alla partila di Coppa Italia di 3 giorni prima (confermato solo Kaladze per mancanza di alternative) può camminare stordita contro chi aveva invece il diritto di mostrare crepo e fiatone, una sola novità (l'eccellente filasi al posto di Obodo) e tutti gli altri con Wscorie di una semifinale al gelo. Il Perugia non fa sconti alla città del premier: toglie tre punti anche al Milan dopo aver seppellito l'Inter. Di diverso c'è la forma, che ha la sua importanza negli ambienti frequentati da esteti: quattro gol ai nerazzurri (ma due erano taroccati), uno appena ai rossoneri, che restano a secco nonostante la banda di punte e mezzepunte attrezzata da Galliani per agevolare lo spettacolo gradito a Berlusconi, confermando una sterilità preoccupante (cinque gol nelle ultime nove partite), e sommando la quarta sconfitta in trasferta (seconda consecutiva). In 24 ore Miccoli esagera: prima la convocazione in azzurro, poi la stella filante che rimanda a casa senza cena Ancelotti (36' pt), un destro che spedisce al tappeto Dida (palla sotto l'incrocio) e costringe il Milan alla rincorsa impossibile per una congrega di tartarughe. La flessione rossonera è lampante, il tecnico continua nel girotondo e cambia ancora tattica ma la soluzione del rebus è nelle gambe prima che sulla lavagna. Ieri Ancelotti s'è aggrappato al modulo «francese», che Trap vorrebbe esportare anche in Nazionale: una sola punta (Inzaghi), tre rifinitori (da destra: Shevchenko, Rui Costa, Seedorf) e due mediani (Gattuso e Redondo). In sostanza, l'idea: 5 pedoni contro 5 nemici nel mezzo, ma la certezza di una migliore qualità. L'immagine, invece, sfocata da subito: Sheva ha rifiutato il ruolo di ala, Inzaghi giustificava il livore dell'ucraino, sbagliando un gol elementare dopo 4 minuti (assist di Rui Costa, Kalac prodigioso in uscita), mai più pervenuto fino alla sostituzione di metà ripresa con Tomasson. Seedorf, poi, optava per una giornata da anarchico, insofferente nella posizione mancina e nella migliore delle ipotesi pestava i piedi a Rui Costa, intelligentemente limitato da filasi. Ogni lampo rossonera si esauriva in un lancio sbilenco, tutti perennemente a sbraitare confusi nell'imbuto centrale, il trotto di Redondo inteneriva anche Tedesco, che risparmiava energie anziché gettarsi nell'inutile pressing. Ancelotti aveva pensato di occupare i lati con due incursori (Sheva e Seedorf) per spingere indietro i rivali sulla fasce, solitamente atout di Cosmi. Invece Ze Maria (più di Grosso) è stato una mannaia: non solo ha ridotto al lumicino Seedorf (unico guizzo una girata alta dal disco del rigore all'IT st), ma ha anche costretto Kaladze all'impotenza. Cosmi non s'aspettava un Milan così pallido e per questo aveva pregato Tedesco di immolarsi, nonostante i guai muscolari, fidandosi poco del baby Obodo. Stanco davvero il Perugia è stato solo negli ultimi 10 minuti (compreso l'infinito recupero), con il Milan perennemente sottoritmo impossibile farsi sorprendere: fino a quando (20' st) un retropassaggio killer non ha rischiato di lanciare Inzaghi, Di Loreto ha creduto di essere fieckenbauer. Il Perugia non ha abusato dei palloni divelti dai piedi dei pensatori avversari e Cosmi molto si è adirato delle imprecisioni sulle ripartenze, specie nella ripresa. Vryzas ha faticato ad agire di sponda contro Nesta e Maldini (che ammonito salterà la Lazio), troppo spesso i contropiede si sono dissolti con una sventagliata dalla trequarti preda dei centrali rossoneri. Visio che il sermone dell'intervallo non aveva prodotto frutti, Ancelotti ha mosso le acque: dentro Pirlo, via Redondo ma il Milan ha continuato a muoversi alla moviola. Viceversa, non appena Inzaghi ha tolto il disturbo (e difesa a 3, con Costacurta al posto di Roque Junior), è suonata la sveglia che Shevchenko teneva ciondolante al collo. Nessun fuoco d'artificio, ma altro brio e diversa voglia. Anche troppa, sul finale: al 42' st avesse l'ucraino allungato a Tomasson (solissimo) anziché sbriciolare l'occasione con un diagonale a lato, oggi il Milan avrebbe un punto in più (e il plateale vaffa di Rui Costa è una cartina di tornasole dell'umore dello spogliatoio). Se ne occuperà Galliani, contestato dal pubblico avverso come in ogni trasferta che si rispetti. È accaduto dal 25', quando Miccoli ha reclamato un rigore (che non c'era) e Dondarini l'ha ammonito per simulazione (che non c'era). Non c'era neppure Rivaldo, confinato ai margini della panchina. Ieri sera è partito (con Dida e Roque Junior) per la Cina. Perplesso, si sarà chiesto cosa gli manca per brillare in queste partite di marzapane in cui si viaggia a 30 all'ora. Inzaghi in avvio e Shevchenko alla fine sbagliano due facili occasioni. Perii resto gli umbri controllano senza affanni (3-5-2) 4| Kalac 7; Sogliano 5,5, Di Loreto 6,5, Milanese 6; Ze Maria 7, Tedesco 6, Blasi 7, Fusani 6,5, Grosso 6 (301 st Pagliucasv);Vryzas 6, Miccoli 7 (35' st Berrettoni sv). Ali.: Cosmi 7 (4-2-3-1) Dida 6; Roque Junior 5,5(7'stCostactirta 6), Nesta 6,5, Maldlni 6, Kaladze 5; Gattuso 6, Redondo5(14'slPirlo 5,5); Shevchenko 5,5, Rui Costa 5,5, Seedorf 5; Inzaghi 4 (22' st Tomasson 6). Ali.: Ancelotti 5 Arbitro: Dondarini 5,5 Reti: pt 36'Miccoli Ammoniti: Miccoli, Blasi, Roque Junior, Maldini. Spettatori: paganti 14.122, incasso 415.450 euro; abbonati 4731, quota abbonati 81.089 C. Solo davanti a Kalac, Inzaghi si fa parare il tiro che avrebbe portato il Milan in vantaggio. L'attaccante rossonera non riuscirà più a rendersi pericoloso

Luoghi citati: Cina, Grosso, Italia, Lazio, Perugia