La squadra più bella grazie ai turchi (e nonostante Bati)

La squadra più bella grazie ai turchi (e nonostante Bati) IN ZONA GARANZINI La squadra più bella grazie ai turchi (e nonostante Bati) GigiGaranzinì LA miglior Inter di stagione. Come sempre trascinata oltre l'ostacolo da uno strepitoso Vieri, ma poi capace anche di farne a meno senza smarrire convinzione né fiducia nei propri mezzi. Una squadra al top della condizione atletica, sempre prima sul pallone, sempre in grado di stroncare sul nascere, con una pressione collettiva e furibonda, l'azione altrui senza concedere spazi, se non in avvio, agli attaccanti avversari. Con due sottolineature ulteriori. La prima è che la Reggina si era presentala a San Siro eia squadra del momento e per qualche minuto, prima dell'ennesima prodezza di Vieri, si era mostrata degna delle credenziali. La seconda, che la squadra si è mossa cosi bene da riuscire a mimetizzare la penosa prestazione di Batistuta, al punto da consentirgli l'uscita tra gli applausi, liscila, per la verità, che l'arbitro De Santis avrebbe dovuto sanzionare molto tempo prima, per una serie di scorrettezze culminale in una manata volontaria a Franceschini. Niente a che vedere con la squadra balbetlanle del primo tempo di Torino. Ma nemmeno con ciucila a lungo imputala di non-gioco. L'Inter di ieri ha mostrato un calcio atleticamente aggressivo e tatticamente assennato, con ampi squarci di alla qualità. Grazie, in particolare, al ritorno alla miglior condizione di un centrocampista completo come Cristiano Zanetti. Ma anche, e forse ancor più, al funzionamento della coppia dei turchi che al dinamismo e alle doli tecniche uniscono un raro sincronismo di movimenti. Ne è passato del tempo perché Cuper se ne convincesse: forse troppo. Ma c'è tra Conceicao e Okan una differenza di concretezza, di praticità, di continuità che verrebbe voglia di definire abissale. Così come, sull'ai-, tro versante, non sono soltanto i cambi di marcia, e di tocco, di Emre a creare spesso situazioni di superiorità numerica: c'è anche il suo senso tattico che lo porta a dosare gli inserimenti ogni volta che, tra le due linee avversarie, si va ad infilare Recoba. Poi, si capisce, c'è la continuità dell'altro Zanetti, c'è la capacità di Di Biagio, subentralo proprio a Emre, di far viaggiare il pallone in un centrocampo in cui tutti lo portano, cosi come ci sono in retrovia la sicurezza e la velocità di Cannavaro e Cordoba. C'è anche Materazzi, ceno, tante vero che suo è lassisi per la pallagol di Cozza. Ma per una squadra che riesce a mascherare un Batistuta in odor di pensione, l'handicap Materazzi è certamente più sopportabile. E non è nemmeno detto che l'ex-perugino non sia destinato a continuare a far coppia con Cannavaro. Con Emre e Recoba ad alternarsi sulla corsia di sinistra, e Morfeo in alternativa, la sensazione è che Cordoba alle loro spalle dia ben altre garanzie di copertura rispetto sia a Coco che a Pasquale. Senza contare la brillante percussione e il cross invitante , di Cordoba per l'appunto, che hanno aperto e praticamente chiuso la partita.

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