Il bomber: solo così potevo beffare Stam di Guglielmo Buccheri
Il bomber: solo così potevo beffare Stam «HO MANDATO IL PALLONE PROPRIO DOVE VOLEVO» Il bomber: solo così potevo beffare Stam Guglielmo Buccheri ROMA Il duello sombra perso in partenza: troppo alto e robusto Stam per il numero dicci granata che finisce spesso per terra e a sbraitare contro il signor Messina. Cosi fino a quando Ferrante decide di riprendersi la rivincita: «Non potevo segnare se non in quel modo: ho indirizzato il pallone proprio dove e come volevo ed ora siamo qua a festeggiare un punto che potevano diventare anche tre nel finale». Ci prova, l'attaccante del Torino, ad inquadrare il bottino pieno per fare poi una veloce retromarcia. «Uscire dall'Olimpico con la vittoria sarebbe stato un po' troppo, ma - continua Ferrante - almeno ci saremmo ripresi da tutta quella dose di sfortuna che ci ha accompagnato in questa stagiono. La Lazio è stata sprecona: era ora clic la dea bendata si ricordasse di noi». La palla scivola su Marinelli, l'ultimo sbarcato alla corte di Ulivieri: «Quando ò entrato ha dimostrato subito le sue qualità, non mi aspettavo che sapesse inserirsi cosi in fretta. Il nostro segreto sarà quello di vivere ogni sfida come se fosse una finale a cominciare dalla partita con il Modena di domenica al Delle Alpi: se non battiamo gli emiliani la nostra corsa per rimanere in serie A non dico che finirebbe del tutto, ma quasi. Franco e Lucarelli saranno assenti per squalifica? In passato ho già giocato da solo là davanti, l'importante sarà buttarla dentro anche con la mano», sorride Ferrante. A svelare i piani di Ulivieri ci pensa Vergassola: «Eravamo venuti all'Olimpico con l'obiettivo di conquistare la vittoria senza tanti calcoli. Un punto alla fine è poco per smuovere la classifica, rna è sempre meglio di niente. La Lazio ci è stata superiore per lunghi tratti della partita, ma nel finale potevamo anche crederci Mancini pc'era il rigsu Cesar enon anda otesta: ore Couto a espulso di più e centrare il successo. Come accade da tempo - cosi Vergassola - siamo stati puniti su un calcio da fermo». Nei conti (lolla Lazio (quelli del campo) stonano i diciotto pali (ieri gli ultimi due della lunga serio) in una stagione che vede i biancocelesti alle prese con un cammino da applausi, ma anche pieno di rimpianti. «Sono due punti persi che fanno male: stiamo attraversando un momento davvero sfortunato. La nostra colpa è stata quella di aver pensato che la partita fosse giù finita e certe disattenzioni si pagano a caro prezzo. Lo scudetto? Tutto rimano come prima. Domenica spiega Mancini - ci attende il primo scontro diretto con il Milan, l'occasione per riprenderci quanto lasciato con il Torino. E1 comunque innegabile che stiamo buttando via troppi punti: non ò possibile che Ferrante colpisca di testa a sei metri da Peruzzi in quel modo». Nella sfida di Mancini finisce anche l'operato del direttore di gara e lo stato del terreno di gioco: «Messina ha sbagliato due volle: c'era il rigore su Cesar e Couto non andava espulso. All'Olimpico non vinciamo per colpa anche del campo, da due mesi al limile della praticabilità». Nel pomeriggio della nuova occasione sprecala dalla Lazio, va in scena la pace fra Liverani e i tifosi. «Ho ritrovato la serenità per giocare: sono orgoglioso di far parte di questa squadra», spiega il centrocampista dopo gli applausi della curva Nord nell'intervallo. Il finale è per Corradi, da oggi alle dipendenze di Trapattoni: «Non sto più nella pelle, è un sogno che si realizza, ancora non ci credo. Dedico questa convocazione alla mia famiglia, ma un pensiero speciale va al Chievo che mi ha dato la possibilità di farmi giocare nel calcio che conta. Mi impegnerò fino allo stremo per dimostrare di essere degno della maglia azzurra». Mancini protesta: c'era il rigore su Cesar e Couto non andava espulso
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