Bobulova, la regina diventa autolesionista

Bobulova, la regina diventa autolesionista L'ATTRICE SLOVACCA PROTAGONISTA DEL FILM «LA SPETTATRICE» DI PAOLO FRANCHI Bobulova, la regina diventa autolesionista «In Maria José non mi sono piaciuta» ROMA Non è stato facile per Barbera Bobulova, 28 anni, nata a Martin, piccola città della Slovacchia, abituarsi ai ritmi di vita romani: «Sono qui da cinque anni e solo adesso posso dire di aver superato l'impatto con il caos della capitale: prima mi muovevo sconcertata per le strade, entravo nei ristoranti alle 19, chiedevo di mangiare e non ci riuscivo mai, prima delle 21 era impossibile. Ora ho imparato, cerco di adeguarmi alle abitudini del Paese che è stato il mio trampolino di lancio e dove voglio continuare a vivere». Ex-allieva della Scuola d'Arte Drammatica di Bratislava, lanciata in Italia da Marco Bellocchio che la scelse come protagonista femminile del «Principe di Homburg» e arrivata al grande successa popolare grazie al film tv di Carlo Lizzani «Maria José, l'ultima regina», Bobulova è una ragazza esile ma determinata, con lineamenti delicati da bambola che possono nascondere, proprio perchè cosi perfetti, angosce, tormenti, segreti. Le piace mettersi alla prova con autori capaci di tirarle fuori il lato oscuro, anche a costo di dure fatiche come è avvenuto nel suo ultimo film, «La spettatrice», scritto e diretto da Paolo Franchi, con la collaborazione di Heidrun Schleef, Daniela Ceselli, Diego Ribon e Rinaldo Rocco. «Valeria - dice a proposito del suo personaggio - è una ragazza che non riesce ad affrontare la vita reale, un'autolesionista che preferisce muoversi in un mondo fittizio; una figura tragica, malsana, nevrotica, con cui ho pochissimo in comune e che ho costruito con sforzo facendo un lavoro anomalo e per me del tutto insolito». Dopo il provino e dopo una lunga fase di preparazione, Bobulova racconta di essersi sentita, davanti alla macchina da presa, «come se fossi nuda, sezionata pezzo per pezzo, quasi come in un processo di psicanalisi. Siamo arrivati a jattere anche 17 ciak perchè non è facile abbandonarsi del tutto, di solito si tende a scivolare nei modi meccanici della recitazione». Al suo fianco, nel film che il regista descrive come «il racconto di tre moderne solitudini», recitano Andrea Renzi (tra gli attori preferiti di Mario Martone che lo ha voluto in «MortR di un matematico napoletano» e in «Teatro di guerra») e la francese Brigitte Catillon: «Una vera attrice, un esempio importante che ho osservato con attenzione durante tutte le riprese». Con «La spettatrice», ambientato a Tori- no, Roma, Viterbo, Trieste e attualmente in fase di montaggio, Bobulova, reduce dalla nuova «Cittadella» girata per la tv da Fabrizio Costa (con Massimo Chini protagonista nei panni che furono di Alberto Lupo e lei in quelli di Anna Maria Guamieri) è tornata a quella che considera la vera essenza del suo mestiere: «Il lavoro televisivo è molto diverso da quello del cinema, non c'è libertà di interpretare e spesso non c'è neanche troppo tempo per perfezionare la recitazione, cosi è naturale adeguarsi a un livello convenzionale. In tv un attore tende a impigrirsi e io non sono affatto pigra: se sento che mi sto lasciando andare vuol dire che devo cambiare strada». E poi sul piccolo schermo grava la dittatura dell'audience: «La qualità non corrisponde agli ascolti, questa mania di far dipendere tutto dai dati trasforma il nostro lavoro in una gara e noi, invece, siamo degli artisti». Esigente prima di tutto con se stessa («Lizzani è un regista paziente e colto, sul set c'era un'atmosfera calma, tranquilla, ma mi piacerebbe poter rifare Maria José perchè non sono contenta di come mi è venuta»!, Bobulova ha imparato presto la lingua italiana e si è misurata con tanti, diversi partner maschili. Di Massimo Ghini, per esempio, suo compagno nella «Cittadella», dice: «Non credo che nella vita potremmo essere una coppia perfetta, abbiamo cercato di esserlo sul piccolo schermo». Anche con Andrea Renzi, l'uomo che, nella «Spettatrice», è l'oggetto della morbosa curiosità della protagonista, «è rimasta sempre una certa distanza». Naturalmente, precisa, tutto questo non vuol dire che in Italia mancano attori capaci: «Voglio solo dire che nel mio Paese ci sono tanti attori molto bravi che però non hanno le possibilità degli italiani e questo mi dispiace», [f. cap.] Recita con Massimo Ghini in una nuova versione de «La Cittadella»: «Sul set siamo una buona coppia nella vita andremmo male» Barbora Bobulova, 28 anni, è nata in Slovacchia

Luoghi citati: Bratislava, Italia, Roma, Slovacchia, Trieste, Viterbo