la madre della guerra chimica: non mi vergogno di P. Mas.

la madre della guerra chimica: non mi vergogno la madre della guerra chimica: non mi vergogno Per la scienziata irachena «la difesa è diritto di un Paese che viene minacciato» NEW YORK La faccia sembra quella di una casalinga tranquilla, eppure dietro ai tratti ordinari di Rihab Taha dovrebbero nascondersi i segreti che stanno avvicinando la guerra in Iraq. Per la leadership di Baghdad è stata un'eroina, almeno fino a ieri, ma fuori dal suo paese è meglio nota come «Dottoressa Germ», o anche «Toxic Taha». Lei è la biologa che per anni ha governato il programma vietato di riarmo, punteggiato di «successi» come i litri di antrace prodotti nel corso degli anni. La dottoressa si è sempre rifiutata di parlare con gli ispettori dell'Onu, che considera spie al servizio di potenze ostili, però ha accettato di discutere con la Bbc. «Si vergogna di quello che ha fatto?», le ha chiesto la giornalista Jane Corbin. «No, assolutamente no», è stata la risposta. «L'Iraq è stato mi¬ nacciato da diversi nemici, e noi ci troviamo in un'area che soffre per i conflitti regionali. E' nostro diritto difenderci». Secondo le informazioni raccolte dagli ispettori dell'Onu, e in parte secondo la leggenda, per la dottoressa questo diritto si è tradotto nello sviluppo di armi di distruzione di massa. Rihab aveva studiato le tossine delle piante in Gran Bretagna, alla University of East Anglia, dal 1980 il 1984. Poi era tornata in Iraq, per guidare il programma biologico di Saddam. Il suo regno era il laboratorio di al Hakem, dove secondo l'Onu sono stati prodotti 8500 litri di antrace che provoca la malattia mortale del carbonchio; 19.000 litri di botulino, una tossina da mescolare nel cibo che fa gonfiare la lingua e provoca la morte per soffocamento; 2.000 litri di aflatoxin, che provoca il cancro al fegato; gas gangrene, che in pratica fa sciogliere la pelle, e vari altri germi. Nel 1991, all'inizio della Guerra del Golfo, «Toxic Taha» guidava il dipartimento incaricato di trasformare questi agenti in armi e trasportarli, e fino al 1995 avrebbe continuato a gestire il programma. Nel frattempo si era sposata col generale Amer Rashid, ministro iracheno por il petrolio, salendo quindi ai rilassimi livelli della gerarchia. Alcuni colleghi fuggiti all'estero hanno rivelato che lei si è occupata di costruire i famosi laboratori mobili, mettendoli in condizione di produrre in brevissimo tempo le sostanze tossiche necessarie a caricare testate chimiche e biologiche. Rihab continua a negare quasi tutto ancora oggi: «Avevamo studiato quegli agenti, ma ron li abbiamo mai trasformati in armi, perché non intedevamo fare male a nessu¬ no». La dottoressa non ha una risposta alle domande ancora aperte sui materiali prodotti e mai ritrovati: «Non capisco come abbiano fatto i loro conti al Palazzo di Vetro, ma le loro stime sono esagerate. Le critiche alla nost- 3 dichiarazione di 12.000 pagine sui programmi di riarmo sono solo propaganda psicologica, perché noi siamo stati trasparenti». Comunque non ha intenzione di chiarire i dubbi in privato: «Non voglio parlare da sola con gli ispettori perché non ci si può fidare». Dice la verità? Difficile capirlo. L'intervista è avvenuta al National Monitoring Directorate, con agenti iracheni che prendevano appunti. Nel frattempo suo marito ha perso la poltrona di ministro, e dopo l'incontro con la Bbc hanno cominciato a girare voci, non controllate, che lei sia morta. [p. mas.]

Persone citate: Amer Rashid, Jane Corbin, Rihab, Rihab Taha

Luoghi citati: Baghdad, Gran Bretagna, Iraq, New York