A San Valentino una montagna di dolci bugie

A San Valentino una montagna di dolci bugie LA GOLA ROCCO MOLITERNI A San Valentino una montagna di dolci bugie San Valentino è ormai un po' come Capodanno: se li dobbiamo divertirci a tutti i costi, qui c'è l'obbligo di essere romantici. A parte il fatto che se uno è romantico lo è sempre e non ha bisogno che lo forzino, non c'è nulla di più prosaico che le cenette «romantiche» del 14 febbraio. Perché il romanticismo è una cosa che ti fa aver voglia di essere solo al mondo con la donna o l'uomo di cui sei innamorato e trovarti in un ristorante con altre trenta o quaranta coppie che festeggiano San Valentino per prima cosa'ti deprime e poi ti fa passare l'appetito. Ti senti come in una canzone di Gaber dove si faceva l'amore alla stessa ora una volta la settimana in tutto un palazzo. Poi varrebbe la pena di andare un po' più a fondo con la storia dei cibi afrodisiaci, perché a volte è un alibi per rimpinzare il menù di ostriche e crostacei, tartufi (ma la stagione non è finità da un po'?), foie gras e l'immancabile champagne. Con conseguente conto alle stelle. In realtà non c'è cibo che crei dal nulla il desiderio, se questo non è già dentro la nostra testa. Passi per il pizzaiolo allegro (c'era un tempo una pizzeria di Borgo San Paolo famosa per questo) che ti serve la pizza per due a forma di cuore, ma l'esercito di venditori di rose, per lo più mezzo appassite, che passa accanto al tavolo rischia dopo un po' di diventare molesto. Come difendersi da tutto ciò? L'unico antidoto è l'ironia: regalate alla bella o al bello di turno una montagna di bugie. Siamo in pieno Carnevale e se ne trovano di tutti i tipi in tutte le pasticcerie. Ci sono quelle normali e quelle asciutte al forno (ma se non è unta che bugia è?), quelle con la crema e quelle con il cioccolato. Meglio mangiarle che raccontarsele.

Persone citate: Gaber

Luoghi citati: Borgo San Paolo