Ghedina non fa il miracolo, discesa azzurra all'anno zero di Marco Ansaldo

Ghedina non fa il miracolo, discesa azzurra all'anno zero KRISTIAN SOLO UNDICESIMO NELLA LIBERA MONDIALE DI ST. MORITZ VINTA A SORPRESA DALL'AUSTRIACO WALCHHOFER Ghedina non fa il miracolo, discesa azzurra all'anno zero Oggi è il gran giorno di Isolde Kostner: «Sono ottimista perché conosco bene la pista» Marco Ansaldo inviato a ST. MORITZ Alla fine spunta sempre un austriaco, come ai mondiali di calcio il Brasile. Questo, che da ieri è il campione del mondo in discesa, si chiama Michael Walchhofer e ha più consonanti nel cognome di quante fossero le sue vittorie: era l'Ancelotti dello squadrone austriaco, spesso secondo, mai primo se non due settimane fa nella combmata di Coppa del Mondo a Kitzbuehel, lui che nacque slalomista però col fisiqo di un taglialegna, 95 chili su un metro e 92. Walchhofer era un bravissimo perdente che ieri ha strozzato in gola l'urlo degli svizzeri, una buona parte dei 38 mila che hanno riempito finalmente il fondo pista di St. Moritz. Si erano illusi perché Kemen e Cuche stavano in testa, ed erano scesi i primi trenta, i migliori delle prove che molti avevano corso al risparmio. Il pericolo Eberharter, il favorito, era già dissolto: stava dietro. Aria di festa, delirio di bandiere rossocrociate. Lo scampanio dei valligiani che hanno dimenticato vacche e capre per arricchirsi con il turismo. Poi scende Walchhofer e sorpassa i due svizzeri di un secondo spalmato su tutta la pista, un nastro non particolarmente impegnativo, con un solo passaggio difficile, la «esse» dopo un minuto e dieci secondi di gara. Qumdi amiva Aamodt, il norvegese, che si piazza secondo con una indecisione nella parte centrale e conquista la dodicesima medaglia ai Mondiali, battendo il record di Girardelli. Le bandiere si ripiegano, le campane tacciono. La montagna viene restituita per qualche minuto al silenzio che la squadriglia acrobatica dell'aviazione svizzera aveva violato con i passaggi radenti le cime, prima di lasciare il chiasso al popolo. Ci sarebbe ancora Hermann Maier. Herminator però ha la ruggine nei muscoli oltre a un chiodo lungo 36 centimetri in una gamba. Come gli altri ha dovuto salire i 151 gradini della scala in alluminio che porta al cancelletto di partenza ed è un calvario con gli scarponi ai piedi. E' troppo per reggere le sollecitazioni di una discesa ai 130 all'ora, a sei giorni dalla medaglia d'argento in superG, a un mese dal rientro dopo l'infortunio. Gli svizzeri conservano la medaglia di bronzo con Bruno Kemen, che aveva vinto a Sestriere nel '97 ed era l'ultimo risultato degli elvetici in discesa, tra Mondiali e Olimpiadi. Non è molto, però non è il nulla con cui si ritirano gli italiani. Il confronto con l'Austria è improponibile, ma anche i francesi, gli svizzeri e i norvegesi fanno meglio. Ghedina è oidto il più rapido ma è undicesimo a oltre un secondo e mezzo da Walchhofer. Ascoltiamo giudizi felici perché quest'anno in Coppa del Mondo aveva fatto peggio. La realtà è che in discesa non si può bluffare. Per il primo tratto l'azzurro è stato da podio, con appena tre centesimi di ritardo da Kemen, quindi è scivolato indietro. «Non credo di aver sbagliato, ho soltanto tenuto troppo nella esse», ha detto Ghedina ma non l'ha fatto per scelta. E' che la pubalgia, oltre al ginocchio e alla schiena malandati, ne compromettono gli allenamenti, né lui ha cambiato lo stile di vita rispetto ai giorni in cui aveva un fisico da leone. Insomma la presenza del nostro uomojet si è notata più per le polemiche sul divieto di appiccicare sul casco l'adesivo contro il razzismo che per la sua prestazione. La Federazione intemazionale ha chia¬ rito le sue (si fa per dire) ragioni. Esiste una regola per cui lo spazio pubblicitario va contenuto in ima certa misura e non importa che sia una pubblicità «no profit» o ben pagata: dunque Ghedina, la Kostner e Blardone, che appoggiano la campagna contro il razzismo nello sci, per farlo dovrebbero rinunciare ai propri sponsor. Una parrucconata. Dietro a Ghedina, Sulzenbacherè 19", Fili 20", Seletto 26". Non c'è da consolarsi, nella velocità siamo all'anno zero e non si vede all'orizzonte un Ghedina giovane (anche se ormai questa è una specialità per trentenni) o un nuovo Mair. La speranza, e qualcosa di più, poggia sulle chances di Isolde Kostner nella discesa di oggi, mentre la Ceccarelli si è involuta, la Putzer è stressata dalle responsabilità e la Recchia ha dei limiti oggettivi per pensare al podio. La gardenese è andata bene in prova e ha riacquistato il sorriso. «Posso farcela perché conosco bene la pista e mi piace - dice la Kostner -. Soprattutto non ho niente da perdere, visto come sono andata quest'anno». Il guaio è che nel clan azzurro in troppi dicono di non aver niente da perdere. E perdono. Michael Walchhofer ha dato un dispiacere agli svizzeri

Luoghi citati: Austria, Brasile, Sestriere