La dance italiana conquista il mondo di Bruno Ruffilli

La dance italiana conquista il mondo IL PRIMO SUCCESSO DEGLI STYLOPHONIC La dance italiana conquista il mondo Bruno Ruffilli «If Everybody In The World Loved Everybody In The Worldc ha debullalo qualche sellimana fa con un video minimalista ed è diventato presto uno dei brani più ascollali e ballali di questo inizio d'anno. A bene vedere, la ricetta degli Slylophonic é la slessa che ha portalo Moby nelle classifiche di mezzo mondo: voci nere campionato e basi elettroniche, un occhio al dancetloor e uno al salotto di casa. Cosi il successo del brano è merito in parte di Della ReeseLelt, grande interprete gospel diventata negli anni Sellanla una star della televisione americana. Ma intorno alla sua filastrocca il dj milanese Stefano Fontana ha sapulo costruire un astuto intreccio di ritmi house, archi un po' kitsch e suoni desueti (il glockenspiel o lo slilofono, uno dei primi giocattoli musicali elettronici). L'album di esordio, che uscirà fra cp.ialche giorno, svela però una varietà di influenze e rimandi che vanno ben oltre Moby: dai Kraflwerk alla disco music, dal technopop anni Dilania all'hip hop. Ce ne abbastanza perché la slampa specializzala celebri «Man Music Technology» come un disco seminale per la dance italiana e Stefano Fontana come il nuovo Falboy Slim. Un'enfasi forse eccessiva, ma perfettamente in linea col successo che incontra attualmente la nostra musica elettronica all'estero. Dopo i due milioni di copie vendute da Robert Miles nel 1995 («Children») e i cinque degli Eiffel 65 («Blue», 1999), una nuova generazione di artisti italiani sta per invadere il mercato discografico. Tra i nomi da tener d'occhio i romani Jolly Music: nella stessa recensione lo snobbissimo «Q Magazine» ha assegnato quattro stelle al loro «Jollyba» e solo due ai francesi Cassius. E ora Francesco De Bellis e Mario Pierro hanno composto un brano per il disco appena uscito di Friend 0ye, una sorta di bignami della nuova musica europea cui partecipano anche SchneiderTM, BjomTorske, Prefuse 73. Sono già dei big, invece, gli anglo-napoletani Planet Funk, trionfatori agli Mtv Awards 2002 con «Non Zero Sum- ness», da cui sono slati tratti 5 fortunatissimi singoli. A breve la Virgin pubblicherà una ristampa dell'album che includerà alcuni remix inediti e un brano cantato in coppia con Jim Kerr dei Simple Minds, seconda lappa di una collaborazione nata lo scorso anno per «Cry». Alex Neri comparo anche nell'album degli Slylophonic, mentre ad un altro italiano. Cristiano Spillor, si deve il lancio di Sophie Ellis Bexlor: la giovane diva del pop inglese era infatti la voce di «Groovejel», il singolo che ire anni fa supero nelle classifiche inglesi la Posh Spice. Sul versante più sporimenlale, poi, da segnalare almeno Populous, e i fratelli D'Arcangelo. Il primo (vero nome Andrea Mangia, pugliese, ventidue anni) ha debullalo per la tedesca Morr Music con «Quipoi.: ainbient, chitarre, fruscii, rumori e un'eco lontana di hip hop. I secondi si sono esibiti lo scorso dicembre a Roma e Bologna al fianco di Aphex Twin, l'artista più rappresenlalivo dell' elettronica contemporanea; da anni incidono per la sua etichetta personale, la Rephlex. Decisamente influenzato dal jazz e dalla bussa nova, invece, Nicola Conte: il suo «Jet Sounds Revisiled» è un gioiello lounge cui collaborano artisti come Thievery Corporation e Koop: in Italia ha venduto pochissimo, all'estero è già un disco di culto. Come i due album dei Dining Rooms, ossia Stefano Ghitloni e Cesare Malfalli dei La Crus, o quelli assai più orientati verso il funk anni Settanta - dei Tutto Matto, duo italiano residente da tempo a Londra. Già, perché non ce solo la fuga dei cervelli, ma anche quella dei musicisti e dei dj. Il Ministero della cultura francese ha isliluilo un ufficio ad hoc per diffondere nel mondo il «french touch» di Etienne De Crecy, Air, Daft Punk, con tanto di guida e sland in lutti i festival più famosi. In Italia, a parte i club, i centri sociali e qualche volenterosa etichetta indipendente, nulla. A meno di voler prendere sul serio la proposta di legge che vorrebbe imporre alle radio una soglia minima di musica italiana. Ma quella di Sanremo, ovviamente. bruno.ruffilli@lastampa.it

Luoghi citati: Bologna, Italia, Londra, Roma, Sanremo